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L'africa romana: CARTAGINE

Interno del Palazzo del Bardo con le sue magnifiche camere

Interno del Palazzo del Bardo

 

 

IL MUSEO DEL BARDO A TUNISI

 

 

 

Il Bardo è un insieme di palazzi costruiti nel XV secolo dall'ultimo degli Hafsidi, ed ingrandito dai re Muradidi nel secolo XVII e Husainiti nel corso dei secoli XVIII e XIX. Il museo occupa l'antico palazzo reale del XIX secolo.

È considerato il più importante museo archeologico del Maghreb ed il più ricco del mondo per la raccolta musiva d'epoca romano-cartaginese.

Il museo fu istituito nel 1882 ed inaugurato nel 1888 con il nome di museo Alaoui, solo nel 1956 assunse l'attuale denominazione: Museo Nazionale del Bardo. Mosaici romani della Tunisia Cuore della vecchia provincia senatoriale dell' Africa proconsolare, fra le più ricche e più urbanizzate del mondo romano, la Tunisia ha rivelato una delle più belle raccolte di mosaici antichi al mondo.

Portati alla luce durante le prime esplorazioni archeologiche di Cartagine, negli anni Trenta del XIX secolo, furono scoperti in numero sempre crescente dalla fine del XIX secolo. I mosaici della Tunisia sono esposti nei Musei del Bardo a Tunisi, a Sousse, a El Jem, a Sfax, a Mahdia ed in altri musei minori del Paese, dove sono conservati e talvolta visibili nei siti originari e costituiscono un tesoro eccezionale di "pittura in pietra."

 

Presentazione del Museo del Bardo

La visita del Museo del Dardo costituisce senza dubbio uno dei momenti più interessanti del soggiorno a Tunisi: è il più importante dei musei archeologici del Maghreb e uno dei più ricchi al mondo per quanto riguarda i mosaici romani. Situato a circa 5.5 km dal centro, si raggiunge seguendo l'avenue Bourguiba e l'avenue de Paris fino alla piace de la République, dove si prende a sinistra l'avenue de Madrid. Lasciato a sinistra il vasto giardino Habib Thameur, creato nell'area dell'ex cimitero israelitico, si raggiunge Bab el-Khadhra (la Porta Verde), così chiamata perché dava accesso ai giardini della città (è stata completamente ricostruita all'inizio di questo secolo). Costeggiando i sobborghi della medina, si raggiunge quindi, attraverso l'avenue Béchir Sjar e il boulevard Hedi Saidi, la piace Bab Saadoun, con al centro l'omonima porta.

  APPROFONDIMENTI

           Visita al Museo 

 

Il lungo boulevard du 20 Mars 1956 collega Tunisi al quartiere del Bardo e al museo costeggiando un ramo secondario dell'acquedotto di Cartagine, costruito nel xm sec. e restaurato nel XVII.

Il Bardo è un antico complesso di palazzi e costruzioni diverse, erette in tempi successivi dagli Hafsidi e dai bey, soprattutto i Muradidi, che alla fine del XIX sec. copriva una vasta superficie delimitata da una cinta fortificata; poiché l'insieme minacciava di crollare, vi furono eseguite cospicue demolizioni, unitamente al restauro delle parti che si decise di conservare. Sede del governo husainide fino al protettorato francese e riservato successivamente ai ricevimenti ufficiali, il palazzo ospita attualmente l'assemblea nazionale, sulla quale vegliano, ai piedi di una scalinata fiancheggiata da leoni in marmo, guardie in uniforme beylicale e con la spada sguainata. Il Museo nazionale del Dardo è allestito in un palazzo della metà del XIX secolo. Istituito nel 1882 e inaugurato nel 1888 col nome di Museo Alaoui, ha assunto l'attuale denominazione a partire dal 1956.

Sala delle feste del palazzo: per terra il mosaico del trionfo di Nettuno

Sala delle feste del palazzo:

per terra il mosaico del trionfo di Nettuno

Le sue collezioni si sono rapidamente accresciute grazie all'inesauribile ricchezza del sottosuolo tunisino e agli scavi condotti dal Servizio delle Antichità, divenuto nel 1957 Istituto nazionale d'Archeologia e Arte. I loro continui apporti hanno reso necessaria a più riprese la trasformazione delle sale d'esposizione. Cuore della provincia senatoria romana dell'Africa proconsolare, la Tunisia ha conservato uno dei più bei complessi di mosaici antichi che vi siano al mondo. Attualmente il Museo raccoglie materiale proveniente dai vari siti della Tunisia ed è organizzato in sezioni che coprono le varie epoche a partire da alcuni reperti preistorici. La sua fama però si deve soprattutto alla collezione di mosaici d’epoca romana, che è la più straordinaria e completa del mondo intero. I pavimenti e le pareti del palazzo sono interamente rivestiti da mosaici.

Portati alla luce già durante le prime esplorazioni archeologiche di Cartagine (1830 circa) e poi scoperti in numero sempre maggiore a partire dalla fine del secolo, i mosaici esposti nei musei del Bardo, di Sousse, di el-Jem e di Sfax, oppure conservati in situ, costituiscono un eccezionale tesoro di pitture in pietra. Questa tecnica, di origine greca anche se i Greci si servivano di ciottoli non tagliati, conobbe un cambiamento radicale in epoca ellenistica, quando si iniziò a comporre i mosaici con tessere tagliate in cubetti che era possibile far combaciare quasi perfettamente.

Non si sa se questa innovazione sia stata introdotta in ambiente siracusano (tesi comunemente ammessa, soprattutto dopo le scoperte fatte a Morgantina, in Sicilia), nell'Egitto tolemaico o nel mondo cartaginese (ipotesi che si basa sull'antichità dei pavimenti punici in « tassellatum» portati alla luce di recente a Cartagine). È comunque certo che i mosaici in «tassellatum», seguiti poi anche da quelli in «vermiculatum» (dove le tessere hanno dimensioni dell'ordine di millimetri), compaiono nel mondo antico a partire almeno dal III secolo a. C. i Romani favorirono lo sviluppo di quest'arte soprattutto nella forma del «tassellatum» pavimentale classico (con tessere dell'ordine di un centimetro che formano decorazioni geometriche e figurate), con la quale produssero capolavori sino alla fine dell'epoca antica.

I mosaici della Tunisia risalgono quasi tutti al periodo che va dal II al VI secolo della nostra era, passando senza soluzione di continuità dall'eleganza decorativa e dall'illusionismo pittorico, propri della tradizione ellenistica, alla stilizzazione e alla ieraticità che caratterizzano l'arte bizantina. Essi presentano un'infinità di motivi geometrici e privilegiano in particolare lo «stile fiorito» policromo a tralci vegetali. La decorazione figurata è anch'essa straordinariamente varia: numerosi soggetti mitologici (in particolare quello di Dioniso) si accompagnano a scene marine, di caccia e di gare atletiche, a rappresentazioni di animali, a raffigurazioni agresti.

A partire dalla fine del V e soprattutto nel VI secolo, molti di questi temi, uniti a soggetti più specificamente cristiani (monogrammi di Cristo, rappresentazioni di chiese), vengono ripresi dall'arte cristiana, che orna di mosaici le basiliche, i battisteri e le tombe.