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Percorso : HOME > Africa agostiniana > Cartagine > Museo del Bardo > Visita > Mosaici > Culti religiosi paganiCARTAGINE: IL MUSEO DEL BARDO
MOSAICI A SOGGETTO PAGANO DEL MUSEO DEL BARDO
A sinistra: Particolare di un mosaico con scene dionisiache
A destra: Particolare di mosaico con scene marine (Sala 23 del Museo)
A sinistra: Particolare di mosaico con scene marine: il reperto è esposto nella Sala 23 del Museo del bardo
A destra: Particolare di mosaico con la rappresentazione di una corsa di cocchi nel circo. Mosaico risale al IV secolo. Le corse del circo rimasero molto popolari nel tardo mondo romano, furono condannate dalla Chiesa, ma mai proibite a differenza dei combattimenti fra gladiatori.
Pavimento di mosaico: vi si vede su un piano ovale una scena di banchetto dove gli invitati sono installati a gruppi di tre su triclini. Sono serviti da servi che portano piatti con cibi e coppe. L'ambiente è rallegrato da danzatori, giocolieri e musicisti. Risale al IV secolo d. C. e proviene da Cartagine ed è conservato al Museo del Bardo.
A sinistra: Virgilio e le due Muse Clio e Melpomene (con maschera): mosaico proveniente da Sousse, ascrivibile al III-IV secolo
A destra: Scene di pesca: pescatori su barca che tirano la rete
A sinistra: Mosaico del poeta tragico: III secolo da Thuburbo Maius
A destra: Trionfo di Dioniso: mosaico del II secolo
A sinistra: Mosaico con tondi e figure: da Acholla, casa delle colonne rosse. Il mosaico faceva parte di una sala absidale: ha una cornice a dentici con medaglioni circolari e due oculi. I due medaglioni a destra contengono fiori a forma di croce, gli altri presentano busti di donne e sono le 4 stagioni con i loro attributi floreali. Troviamo un paniere con uva (autunno), grano (estate), rami d'ulivo (inverno) e rose (primavera).
A destra: Centauro marino rapisce una Ninfa: il mosaico risale al II secolo e proviene dalle terme di Acholla
A sinistra: Mosaico che raffigura l'incoronazione di Venere da parte di due centauresse a dorso femminile e corpo di cavallo. La composizione offre varie sezioni con un campo suddiviso in ottagoni adiacenti occupati da corone di lauri che circondano delle losanghe e delle croci. In alto ci sono due quadrati che sono riservati ciascuno a un cavallo da corsa di cui uno, chiamato Titonius, ha davanti a sè una palma, simbolo della vittoria appena riportata. In effetti il mosaico è una evocazione di una vittoria di una quadriga nel corso di una gara in onore di Venere. In alto al pannello, una iscrizione menziona Polystefanus rationis est archeus, nota che probabilmente designa i nomi dei due cavalli rimanenti e che, nel mosaico sono stati sostituiti dalle centauresse.
A destra: Divinità fluviale: IV secolo da Hammamet
A sinistra: Mosaico di Ulisse: IV secolo da Dougga
A destra: Mosaico della corsa dei carri: epoca bizantina da Gafsa
A sinistra: Ciclopi nell'antro di Vulcano: III secolo da Dougga
A destra: Trionfo di Nettuno: II secolo da Sousse
A sinistra: Mosaico parietale frammentario che forma due pannelli. Sul primo si vedono degli amori pescare alla lenza nel mare, dove è immerso il loro corpo. Nell'altro c'è una specie di palude dove crescono fiori. Un altro pannello raffigura un paesaggio boscoso dove si sta svolgendo una partita di caccia con due persone che cacciano con il falcone. L'opera proviene da Cartagine, dalla casa della voliera e risale al V secolo d. C.
A destra: Pavimento di mosaico che rappresenta un ippodromo, probabilmente il Circo di Cartagine, il secondo per grandezza dopo quello di Roma. Del monumento è raffigurato sia l'interno che l'esterno. Ricoperto da un velum, una grande tela destinata a proteggere gli spettatori dalle intemperie. I gradini sono visibili su un solo lato, prendendo appoggio da un muro del monumento dal lato del grande asse dove sono poste sette aperture che sono utilizzate per l'entrata degli spettatori. Al di sopra si alzano due piccoli templi o forse dei loggiati riservati agli arbitri (tribunal judicum). Al centro, nel mezzo di una arena ellittica, si vede la spina, una struttura che divide la pista in due. La sua base regge delle piccole edicole, un obelisco, una statua della divinità Cibele sopra dei leoni, le metae, cappelli conici che segnano le estremità della spina. La corsa rappresentato è una corsa di quadrighe dove i cavalli e i cavalieri sono riconoscibili dai colori delle loro fazioni. L'opera proviene da Cartagine ed è attribuita al II-III secolo d. C.