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Percorso : HOME > Africa agostiniana > Siti archeologici > AmmaedaraAFRICA ROMANA: Ammaedara
Stele di Marco Lucio Fidelis da Ammaedara (Museo del Bardo)
AMMAEDARA
Città d'origine numida nella valle di Haidra, Ammaedara si trova nel nord ovest della Tunisia a circa 900 m di altitudine nei pressi della frontiera con l'Algeria, nell'antica regione Bizacena, a circa 220 Km da Cartagine. In origine base strategica lungo la strada Cartagine-Tebessa, la città fu, fin dai tempi di Augusto e Tiberio, il centro di acquartieramento della II legione augustea, incaricata della pacificazione delle frontiere meridionali della provincia d'Africa, impiegata nella guerra contro Tacfarina. Senz'altro fu in origine occupata dai cartaginesi, ma di quell'epoca non resta che il tempio dedicato a Saturno.
Il nome della città deriva da un toponimo berbero: Ad Medera. Dopo la partenza della stessa Legione da Ammaedara per Tebessa nel 75, il luogo divenne colonia e fu creata ex-novo dalle fondamenta secondo una concezione urbanistica che i carpentieri romani amavano realizzare ogni volta che ne avevano la possibilità. Abitata dai veterani dell'esercito proveniente dall'Italia, dalla Gallia e dall'Africa, la città prosperò sino al IV secolo. Viene menzionata come sede episcopale dall'anno 256, con un vescovo cattolico ed un vescovo donatista, come per la maggior parte delle città africane, presenti al concilio di Cartagine del 411.
Ebbe nuovamente funzioni militari in epoca bizantina; la grande cittadella, costruita sotto Giustiniano, fu utilizzata per lungo tempo ancora dopo la conquista musulmana. Prospera economicamente e allocata in posizione eccellente su una strada commerciale fu occupata dai Vandali nel 439. La città ritrovò la sua funzione militare in epoca bizantina, quando fu fortificata e dotata di una vasta cittadella. Di questo periodo sono la maggior parte dei monumenti attualmente visitabili. Cadde infine sotto il dominio arabo.
APPROFONDIMENTO
La via antica, fiancheggiata da tombe delle quali sono rimaste numerose vestigia, corre parallela alla strada. L'arco di trionfo, sotto cui passava l'originario percorso, è dedicato a Settimio Severo e risale all'anno 195, come ricorda l'iscrizione sul fregio; pressoché intatto anche se parzialmente nascosto da un fortino bizantino dal quale è cinto, presenta un'apertura fiancheggiata su ambedue le facciate da due avancorpi ornati di colonne accoppiate. Nella necropoli, a sud-est, si trovano i resti di una chiesa bizantina (basilica II) a tre navate e con abside rivolta a est; essa si sovrappone a una chiesa più antica, la cui abside, rivolta a ovest, è ancora in parte visibile. I mosaici sono stati portati al Museo del Bardo. Un mausoleo a due piani, molto ben conservato, s'innalza 300 m più a sud; il piano superiore presenta la forma di un piccolo tempio, con quattro colonne sulla facciata a sostegno di un frontone la cui loggia ospitava probabilmente alcune statue.
Del teatro, restaurato nell'anno 299, non restano che sostruzioni di difficile lettura sulla destra della strada. L'edificio delle vasche prende il nome dalle conche in pietra, sormontate da arcate, che separano i tre settori che lo costituiscono; sul lato orientale si trova un'abside semicircolare. Era probabilmente un magazzino destinato alla pubblica distribuzione delle derrate, oppure un edificio adibito alla riscossione delle imposte. Accanto sopravvivono i resti di diverse costruzioni collegate all'edificio principale e, verso sud, un grande cortile quadrangolare circondato da colonne. In città si conservano diversi edifici cristiani fra cui alcune basiliche.
La struttura della Basilica cristiana di Ammaedara
Un poco più a nord, in mezzo alle rovine di un fondouk, si trova una piccola chiesa (basilica IV) a tre navate, nella quale sono state rinvenute importanti iscrizioni funerarie risalenti all'epoca dei re Vandali. Di un grandissimo tempio (forse il Capitolium) restano soltanto i basamenti e una colonna rialzata; sorge al fondo di una piazza porticata, a destra della quale sono le rovine di una seconda piazza circondata dalle botteghe di un mercato. La basilica I, detta di Melleus, è preceduta da un cortile e da due massicci pilastri a sostegno dell'atrio. Questa basilica aveva tre navate e un'abside semicircolare. I due altari contenevano le reliquie di S. Cipriano, deposte qui nel VI secolo dal vescovo Melleus.
Nella chiesa cattedrale, fu sepolto anche un vescovo nel periodo dell'occupazione dei Vandali. La cittadella bizantina, costruita sotto Giustiniano (527-565), conserva un aspetto imponente. Copre una superficie di 200 m per 110, mentre la cortina muraria raggiungeva l'altezza di 8-10 m ed era fiancheggiata da torri quadrate e da un camminamento di ronda su due piani (l'angolo a sud-ovest è recentemente crollato in seguito alle inondazioni). Un tratto della via Cartagine-Tebessa che passava per Haidra è tuttora compreso all'interno della fortezza, in prossimità del lato nord.
APPROFONDIMENTO
Le rovine della basilica III si trovano addossate al muro occidentale della cittadella. Utilizzata come cappella, la chiesa era a tre navate, sormontate da tribune ed il portico era fiancheggiato da un'alta torretta di scale. L'abside, dalla volta a nervatura, è tutt'oggi ben conservato. All'esterno si scorgono le tracce della basilica V. Nel letto dello uadi si distingue ancora la fonte perenne che fu senza dubbio all'origine della localizzazione della colonia romana, mentre in direzione sud-est, sull'opposta riva del fiume, è un piccolo arco di trionfo, la cui apertura è fiancheggiata, su entrambe le facciate, da due nicchie quadrate.