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sant'Agostino a Milano:  Battistero di San Giovanni

Vicolo di sant'Agostino a Milano presso la Basilica di sant'Ambrogio<

Vicolo di sant'Agostino a Milano presso la Basilica di sant'Ambrogio

 

 

IL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI ALLE FONTI

 

 

 

Questo battistero con vasca ed edificio ottagonale è il luogo dove venne battezzato Agostino nella notte di Pasqua dell'anno 387. La forma dell'ottagono con gli otto lati, ricorda i sette della creazione più l'ottavo giorno della risurrezione. Il numero otto si riferisce anche alle otto beatitudini evangeliche.

Sant'Ambrogio, che l'avrebbe iniziato nel 387, può essersi ispirato alla analoga costruzione ottagonale del mausoleo imperiale di Massimiano. I catecumeni, entrando nel battistero, dovevano provare la sensazione di entrare in una tomba per farvi morire l'uomo vecchio per risorgere a nuova vita nell'acqua lustrale. Il battistero presenta otto nicchie, alternativamente rettangolari e semicircolari, che si affacciano ai lati della grande vasca centrale. A questa si accede scendendo tre gradini. Davanti ai contrafforti tra le nicchie, da cui si alzava una grande cupola con ricca decorazione musiva, si ergevano colonne di porfido che sostenevano una trabeazione marmorea. Per comprendere quale era l'aspetto dell'intera costruzione si può fare riferimento alla basilica di San Lorenzo e ammirare, fuori e dentro, la cappella di Sant'Aquilino.

Eretta sul finire del IV secolo, questa cappella esprime solo piccole differenze di misure con il battistero e conserva integralmente la sua architettura romana.

Quando iniziato il Cantiere del Duomo, la Fabbrica vendette le colonne e i marmi del battistero, demolendolo definitivamente nel 1394.

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne ...

E fummo battezzati, e si dileguò da noi l'inquietudine della vita passata. In quei giorni non mi saziavo di considerare con mirabile dolcezza i tuoi profondi disegni sulla salute del genere umano. Quante lacrime versate ascoltando gli accenti dei tuoi inni e cantici, che risuonavano dolcemente nella tua chiesa!

 

Agostino, Confessioni IX, 6, 14