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Pieve di Missaglia

Frontespizio del secondo volume relativo alla Visita Pastorale di Padre Leonetto Chiavone

Frontespizio del secondo volume relativo alla Visita Pastorale di Padre Leonetto Chiavone

 

 

 

ITALO ALLEGRI

VOL. II LA PIEVE DI MISSAGLIA NEL 1567 - DAGLI ATTI DI VISITA DI PADRE LEONETTO CHIAVONE PRIMO VISITATORE DI SAN CARLO

 

 

 

Il secondo volume prende in esame il primo e più antico documento organico prodotto dalla curia milanese dopo il Concilio di Trento, che impone al Vescovo di visitare periodicamente le parrocchie della sua diocesi. Una prerogativa spettante al ministero episcopale che è rimasta circoscritta alle mura cittadine fino alla prima metà del Quattrocento.

Ma è solo con San Carlo che si inaugura una nuova e proficua stagione, che assume la connotazione dell'incontro tra il pastore e il suo popolo per tutta la diocesi. Essendo però quella ambrosiana molto vasta, l'Arcivescovo si avvale della collaborazione dei Visitatori, che lo sostituiscono e lo informano attraverso una relazione ben dettagliata e strutturata. Il primo delegato carolino giunge nella pieve di San Vittore di Missaglia nel 1567 e la percorre con i suoi collaboratori nell'arco di circa un mese.

Si tratta del gesuita padre Leonetto Chiavone, figura di spicco nella congregazione per avere contribuito all'insediamento della comunità gesuitica in Milano, molto amico di San Carlo e suo confidente nonché confessore. La delegazione produce 277 fogli impiegati per descrivere nel dettaglio le 19 cure appartenenti alla pieve di San Vittore di Missaglia. Le attenzioni sono rivolte innanzitutto ai luoghi di culto, a partire dalla chiesa parrocchiale, per estendersi poi alla più articolata realtà della cura: chiese sussidiarie, paramenti e suppellettile, diritti ecclesiastici, clero, confraternite, dottrina cristiana. Il primo capitolo prende lo spunto dall'assise conciliare tridentina, in particolare dalle disposizioni prescritte per la Visita pastorale, rese poi attuative dal primo Concilio provinciale con un apposito decreto nel 1566, per intraprendere l'esame dettagliato del documento e tutto quanto ne consegue.

Esso offre lo spunto per immergersi nel clima primitivo delle Visite pastorali, il metodo seguito, gli strumenti adottati, i personaggi coinvolti, fino a focalizzare la personalità del delegato designato per la pieve di San Vittore di Missaglia e procedere quindi nella disamina del fascicolo, dell'itinerario seguito e acquisendo il numero di fedeli residenti nella pieve di Missaglia nella circostanza. Il secondo capitolo contiene la libera trascrizione dei 98 fogli impiegati per la stesura degli Atti prodotti dalla delegazione, che presentano continuità descrittiva, senza quindi ammanchi. Ampio l'apparato di note per spiegare, precisare, verificare in particolare l'esistenza degli edifici attraverso i più importanti cataloghi ecclesiastici riferibili alla fine del secolo XIII, del secolo XIV e a metà del XVI. Complessivamente sono decritti, in forma anche particolareggiata, 92 luoghi di culto, nelle condizioni in cui si presentavano agli occhi dei commissari, esistenti nelle pieve di Missaglia quell'anno.

In chiusura, un sintetico stato di tutto il clero residente nelle singole parrocchie. Il terzo capitolo sviluppa un esame tematico, considerando alcuni elementi comuni caratteristici dell'architettura religiosa presenti nell'ambito plebano, e di tutto quanto è funzionale e necessario alla celebrazione sacramentale, del patrimonio beneficiario e altre peculiarità tipiche di questo territorio e porzione di popolo della Chiesa ambrosiana. In buona sostanza siamo di fronte al più antico censimento del patrimonio ecclesiastico, spesso soggetto ad usurpazioni. Curioso è il fenomeno che si verificava nella chiesa di San Giovanni Battista di Montevecchia con la presenza di sciami di formiche alate in un periodo ben preciso dell'anno, comune ad altre realtà lombarde, che raggiungevano nel mese di settembre il Monte delle Formiche, dove sorge una chiesa chiamata Santa Maria delle Formiche nell'Appennino tosco emiliano. Il capitolo quarto contiene la trascrizione dell'intero volume XL nelle condizioni in cui si trova oggi nell'Archivio Storico Diocesano di Milano, dove si alternano Atti e Allegati, distinti per le rispettive cure.

Negli Allegati in particolare, oltre gli elenchi della suppellettile si conserva il censimento dei beni immobili per i singoli benefici descritti nelle distinte delle proprietà fondiarie denunciando le loro coerenze. Le registrazioni restituiscono numerosi toponimi locali oltre ad una schiera non indifferente di proprietari terrieri residenti nella cura o altrove, in genere ricchi possidenti appartenenti a casate di prestigio oppure enti ecclesiastici. Di ogni sacerdote poi si conserva una scheda con le date degli ordini ricevuti o qualche altra annotazione di carattere personale.

In Appendice sono richiamate le principali fonti ecclesiastiche diocesane riferite alla pieve di San Vittore di Missaglia: Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di fine secolo XIII, Notitia Cleri Mediolanensis de anno 1398 e il Liber Seminarii Mediolanensis del 1564, per attestare l'esistenza dei singoli luoghi di culto, in questo arco temporale, fino al confronto con il censimento del 1567 attraverso una tabella di sintesi, dalla quale si evince l'acquisizione della dignità parrocchiale da parte di alcune chiese rispetto ad altre. Sempre in Appendice è collocato un Glossario che aiuta il lettore nella interpretazione dei termini più comuni, frequentemente richiamati, appartenenti ad un linguaggio di carattere curiale tipico del periodo esaminato. A chiusura dell'Appendice è situata la tabella specifica che rappresenta, in rapida sintesi, la Panoramica del volume LX conservato nell'Archivio Storico Diocesano di Milano.

La sua funzione è quella di rappresentare sinteticamente il fascicolo, specificando di ciascuno foglio il contenuto con la distinzione tra Atti e Allegati, segnalare i fogli mancanti e quelli in parte già noti, in parte rinvenuti nel corso della presente ricerca dispersi in altri volumi, sempre presso lo stesso ente conservatore. Il volume è corredato da un interessante e artistico apparato fotografico in b/n attraverso il quale si identificano i luogo di culto che sono giunti sino a noi. In esso ogni comunità trova un pezzo significativo della propria storia.

 

Stralcio tratti dalla prefazione del volume:

Prima di questa Visita, mai nessun Arcivescovo, o suo Delegato, aveva descritto la realtà della pieve di S. Vittore di Missaglia in forma così dettagliata. Essa rappresenta quindi un'istantanea di estremo interesse, sia per il metodo con cui è avvenuta la Visita, sia per la sua redazione degli Atti. È uno spaccato interessante di valore storico, culturale e sociale, oltre evidentemente che religioso e pastorale, per monitorare lo stato della Chiesa in centro Brianza appena terminato il concilio di Trento, agli albori di quella che sarà chiamata la “civiltà parrocchiale” posttridentina. Sarebbe interessante poter fare un confronto a distanza di uno o due secoli per verificare lo slancio che quel Concilio ha prodotto nelle immediate vicinanze dell'evento. Al di là della registrazione curiale, si vede palpitare una Chiesa che si mette in moto e si riorganizza, per costruire poco a poco i pilastri della Chiesa carolina, che sarà con il suo santo Pastore modello della Riforma Cattolica, non solo per il Norditalia, ma per tutta l'Europa.

+ Franco Giulio Brambilla Vescovo di Novara

 

 

Descrizione volume La pieve di Missaglia nel 1567 " dagli Atti di Visita di padre Leonetto Chiavone primo Visitatore di San Carlo / Italo Allegri – Cassago Brianza, Associazione Storico-Culturale Sant'Agostino di Cassago Brianza, 2016, pp. 562 + XXXVI, 17 x 24 cm; numero foto 96.