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Pieve di Missaglia

Frontespizio del primo volume relativo alla Visita Pastorale di Gabriele Sforza

Frontespizio del primo volume relativo alla Visita Pastorale di Gabriele Sforza agostiniano

 

 

 

ITALO ALLEGRI

VOL. I LA VISITA PASTORALE DELL'ARCIVESCOVO GABRIELE SFORZA NELLA PIEVE DI SAN VITTORE DI MISSAGLIA [5 LUGLIO 1455]

 

 

 

Il primo volume prende in esame quattro documenti prodotti in occasione della Visita pastorale effettuata dall'arcivescovo Gabriele Sforza (1454-1457) nella pieve di San Vittore di Missaglia il 5 luglio 1455. Nella storia della Chiesa ambrosiana è il primo vescovo a intraprendere con convinzione, dopo quasi un millennio di cristianesimo, la Visita pastorale superando l'ambito cittadino per percorrere il contado e raggiungere trentuno delle sessanta pievi in cui era suddivisa a quel tempo la Diocesi di Milano. Si tratta di una Visita più di carattere amministrativo che pastorale, limitata al capopieve.

L'incontro, infatti, avviene tra l'Arcivescovo con il suo seguito e un esiguo numero di sacerdoti: nessun contatto diretto con i fedeli. L'esame a cui è sottoposto il Prevosto " come fosse un'aula di tribunale " spazia dalla liturgia sacramentale ai canonicati, dai diritti ecclesiastici plebani alle singole rettorie.

Tra gli Allegati agli Atti di visita un interessante repertorio di libri liturgici e una testimonianza raccolta nella cura di San Vittore di Brianza. Ed è proprio da quest'ultima che risultano, sulla sommità del Monte Brianza, i resti di un antico campanile per le quattro chiese qui presenti, da radere al suolo per costruirne uno nuovo. E' l'attestazione più antica a noi giunta circa l'esistenza di una torre campanaria, antesignana dell'attuale Campanone della Brianza, realizzato nel XVII secolo inoltrato.

L'indagine condotta sulla cura di San Vittore di Brianza ha portato alla luce alcuni elementi che concorrono a retrodatare di un secolo un documento noto, sin qui attribuito al 1431, facendo quindi risalire al 1331 le origini di questa rettoria. Una realtà, quella di Brianza, per alcuni secoli caratterizzata da legami molto stretti con la prepositura di San Vittore di Missaglia: due rettori di Brianza diventano Prevosti di Missaglia. E che dire del cappellano di Santa Giustina di Casatenovo il Rev. Paolo Casati morto nel 1476, al quale subentra il Rev. Giacomo de Torgio? E' lo stesso chierico che chiede la cantoria della cattedrale di Cremona nel 1463? Il beneficio di Santa Margherita era stato unito a quello di Santa Giustina nel 1451! Può dunque rivendicare un ruolo nella ristrutturazione e decorazione di Santa Margherita? Sono interrogativi che non trovano risposta, ma portano sulla scena un nuovo personaggio, legato da un solido vincolo affettivo nei confronti della cappella di patronato della famiglia Casati. Una serie di indizi avvalorano l'ipotesi di una Visita pastorale effettuata nella seconda metà del Quattrocento dal vescovo Daniele, delegato dell'arcivescovo Stefano Nardini.

Fu l'occasione per proporre ad alcune rettorie della pieve di Missaglia l'acquisto di messali a stampa su pergamena o su carta, dopo l'invenzione della stampa a caratteri mobili. Nell'ambito delle singole cure affiorano i nomi dei rettori investiti del beneficio, titolari, talvolta, al contempo di altre realtà ecclesiali. Alcuni risiedono altri no, ma nell'insieme si delineano le più antiche cronotassi dei rettori, ossia di quei sacerdoti, che non sempre con continuità, inizieranno a prestare l'assistenza spirituale ai fedeli, che loro stessi auspicano e desiderano; e sono disposti, in qualche caso, a favorire la loro permanenza mettendogli a disposizione un alloggio, dotandoli della suppellettile necessaria alla celebrazione dei divini uffici. E' una matassa un po' ingarbugliata ma che inizia a dipanarsi, anche se il cammino che si accinge a intraprendere la Chiesa locale si preannuncia ancora lungo e irto di ostacoli e troverà compimento solo dopo il Concilio di Trento.

Nella seconda metà del Quattrocento, nell'ambito della pieve di Missaglia è tangibile l'anelito di autonomia espresso da qualche comunità nei confronti della prepositura. I fedeli intendono diventare protagonisti nella scelta del sacerdote investito del beneficio, esprimendo il loro parere direttamente o attraverso i loro rappresentanti: un tempo prerogativa esclusiva del Prevosto. Si registrano pertanto due movimenti in questo ampio ed articolato contesto: da una parte le comunità che chiedono una maggiore autonomia, dall'altra i Prevosti che cercano di riaffermare le loro prerogative. E' in definitiva una realtà dinamica, che in mezzo a tante difficoltà e fatica cerca un nuovo assetto, un nuovo equilibrio. Al termine della Visita alla pieve la delegazione procede nei confronti di tre monasteri: Santa Maria di Poenzano, Santi Pietro e Paolo di Brugora e, il giorno 6 luglio, San Pietro di Cremella. Data l'importanza della documentazione, gli Atti e gli Allegati sono stati trascritti e raccolti nell'Appendice 1.

Nell'Appendice 2, invece, sono esaminati e interpretati i frammenti dei codici rintracciati nell'Archivio Prepositurale di Missaglia, impiegati per rafforzare le coperte dei registri anagrafici. Conclude il volume l'Appendice 3 con l'aggiornamento della Cronotassi dei prevosti di Missaglia dalle origini fino alla fine del Quattrocento, ampiamente documentata e ricca di novità. Il volume è corredato da un interessante e artistico apparato fotografico in b/n dei luoghi di culto censiti negli Atti e dei documenti quattrocenteschi rinvenuti ed esaminati nella ricerca.

Alcuni stralci tratti dalla prefazione del volume:

Ma la ricerca di Italo Allegri non si è limitata all'archivio della Pieve di Missaglia; si è infatti estesa al Fondo Notarile dell'Archivio di Stato, dove in particolare si conservano i documenti rogati dai notai curiali: i dati acquisiti da questa esplorazione di prima mano hanno permesso all'Autore di aggiornare la cronotassi dei prevosti di Missaglia, dalle origini fino alla fine del Quattrocento, e cioè per un periodo per il quale la documentazione è scarsa, oppure molto frammentata e di difficile reperimento, a differenza dei secoli successivi, che sono molto meglio documentati. In conclusione, dobbiamo ancora una volta essere grati a Italo Allegri, intelligente e appassionato cultore della storia locale briantea, per questo suo lavoro, che solo apparentemente sembrerebbe riferirsi a un episodio marginale di cronaca parrocchiale del Quattrocento. In realtà dalle pagine di questo volume emerge come la Visita dell'Arcivescovo Gabriele Sforza alla pieve di Missaglia segni l'inizio di una svolta nella percezione della istituzione plebana: infatti merito dell'Autore è quello di aver messo in evidenza che proprio in quei frangenti l'istituzione plebana stessa acquista una nuova consapevolezza, per non dire una nuova “identità”, in un percorso che andrà man mano maturando e sempre meglio delineandosi nella sua variegata e complessa realtà, fino ad arrivare a quelle visite pastorali “paradigmatiche” post tridentine, ormai rinnovate nella prassi e nello spirito grazie all'opera di san Carlo e dei vescovi di impronta borromaica donatici dalla Riforma Cattolica.

Mons. Marco Navoni, Dottore della Veneranda Biblioteca Ambrosiana

 

Descrizione volume La Visita pastorale dell'arcivescovo Gabriele Sforza nella pieve di San Vittore di Missaglia [5 luglio 1455] / Italo Allegri " Cassago Brianza, Associazione Storico-Culturale Sant'Agostino di Cassago Brianza, 2016, pp. 198 + XXVI, 17 x 24 cm; numero foto 70.