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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Cinquecento > EdimburgoCICLo AGOSTINIANo alla National Gallery di Edimburgo
Agostino abbatte gli eretici
TAPPEZZERIE FRANCO-FIAMMINGHE
1500 ca.
National Gallery di Edimburgo
Agostino abbatte gli eretici
L'iscrizione riporta: Quanto fidei fervore et disputationis acumine manicheos, pelagianos, arrianos et alias eius generis pestes Augustinus profligarit, Apostolorum de exemplo perniciosos hereticorum libros palam igni combusserit, eius libelli testantur. Con la mano sinistra si appoggia, mentre con la destra stende imperioso un dito per convincere due eretici. Il primo porta una grossa borsa e discute a gesti, il secondo ha un libro in mano.
Sotto i piedi di Agostino giacciono già altri eretici. Questa scena evoca una pittura di cultura veronese del XIV secolo conservata a Monaco. A sinistra, Agostino vescovo, è seduto su un trono che porta l'iscrizione Sante Avgvstine.
La fine della controversia donatista coincise pressappoco con l'inizio di una nuova disputa teologica che impegnò Agostino fino alla sua morte. L'Africa, dove Pelagio ed il suo discepolo Celestio si erano rifugiati dopo il sacco di Roma da parte di Alarico, era diventata il principale centro di diffusione del movimento pelagiano. Già nel 412 un concilio tenuto a Cartagine aveva condannato i Pelagiani per le loro opinioni sulla dottrina del peccato originale, ma, grazie all'attivismo di Agostino, la condanna dei Pelagiani, che avevano avuto il sopravvento in un sinodo tenuto a Diospolis in Palestina, fu reiterata dai successivi concili tenuti a Cartagine e a Milevi. Un secondo periodo di attivismo pelagiano si sviluppò a Roma; papa Zosimo, dopo essere stato convinto da Agostino, nel 418 pronunciò una solenne condanna contro i Pelagiani.
Questi errori ... cercavamo di confutarli ... allo scopo che anche Pelagio, venendone a conoscenza, li correggesse senza essere attaccato personalmente: in tal modo sarebbe stata eliminata la sua funesta dottrina e gli sarebbe stata risparmiata la confusione ... Furono pertanto inviati alla Sede Apostolica dai due Concili di Cartagine e di Milevi rapporti concernenti tale questione prima che arrivassero in mano nostra o nell'Africa i verbali del processo ecclesiastico in cui si afferma che Pelagio si sia giustificato davanti ai vescovi della Palestina.
AGOSTINO, Lettera 186, 2 a Paolino