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Sant'Agostino e sant'Ambrogio
ZANTER GUSTAVE
1956
Hosingen, chiesa di san Nicola
Sant'Agostino e sant'Ambrogio
Nella fascia superiore Agostino è di fronte ad Ambrogio, che, come un maestro, lo sta educando. I loro legami furono così forti nel periodo del soggiorno milanese da indurre Agostino a chiedere e ricevere il battesimo cristiano. Qui il santo, identificato dal cartiglio S. AUGUSTINUS, è stato raffigurato come vescovo, in una condizione ben più tarda del suo incontro con Ambrogio. E' vestito da vescovo, con la mano destra impugna il bastone pastorale, mentre con la sinistra indica un passo di un libro. A destra si riconosce Ambrogio, il vescovo di Milano, con nella mano sinistra il bastone pastorale. Alza la mano verso Agostino quasi a indicargli la via da seguire.
Un grande filattero con la scritta S. AMBROSIUS indica chi è stato raffigurato.
Agostino compare con Ambrogio in diverse circostanze: nel battesimo impartitogli a Milano, come Dottore della Chiesa, nella scena della A logica libera nos, nel Te Deum. In ogni caso la figura di Ambrogio si staglia nettamente, per l'importanza del santo, che Agostino riconobbe come proprio maestro: rigator meus. Ambrogio fu vescovo di Milano in un periodo travagliato dell'impero romano, percorso da correnti di pensiero diverse e con rigurgiti di paganesimo. Ambrogio si palesò come il baluardo estremo del cristianesimo contro ogni avversità.
A Milano, grazie anche all'ascolto delle splendide prediche del santo vescovo Ambrogio, Agostino trovò quello che cercava, ovvero la fede in Gesù Cristo che gli dette quella gioia piena e quell'appagamento totale che aveva sempre cercato, magari affidandosi anche a dottrine, come il manicheismo, rivelatesi poi fallaci ai suoi occhi. L'incontro fra la personalità di questo gigante della fede e della cultura con Agostino ha messo particolarmente in luce il legame tra vita e fede, fra filosofia e amicizia, fra ricerca intellettuale e amore di Dio, che rappresenta la nota distintiva della figura di Sant'Agostino.
Nella notte di Pasqua del 387 dopo Cristo, a Milano, il vescovo Ambrogio battezza Agostino, l'intellettuale di Tagaste (l'odierna Souk Arhas in Algeria), che diventerà vescovo di Ippona e che influenzerà la cultura europea con il suo pensiero, come del resto l'opera di Ambrogio darà un'impronta ai rapporti Chiesa-potere politico nel segno della reciproca autonomia. Quella solenne liturgia celebrata nella speranza che Cristo risorga, che la morte sia vinta e si compia la promessa di rinascita, è evento sul crinale tra due epoche. Il mondo antico collassa, l'Impero si sgretola tra congiure di palazzo, guerre che prosciugano le casse statali, inflazione, carestie, disastri economici, invasioni, spinte secessioniste. E il nuovo, che pur c'è, annunciato da scossoni e spinte, da trasformazioni concrete anche se difficili da leggere, stenta ad affermarsi.
In questa città era allora vescovo Ambrogio, uomo eccellente fra i migliori e sommamente gradito a Dio. Questi predicava molto frequentemente la parola di Dio nella chiesa, e Agostino seduto in mezzo alla gente lo stava a sentire con la massima attenzione.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 1, 3