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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > AntequeraCICLo AGOSTINIANo a Antequera
Il trionfo di san Tommaso da Villanova
ANTONIO MOHEDANO DE LA GUTIERRA o MIGUEL DOMINGUEZ MONTELAISLA
1624-1626
Antequera, chiesa di sant'Agostino
Il trionfo di san Tommaso da Villanova
L'opera del pittore esalta la figura di san Tommaso da Villanova, vescovo, ma agostiniano di spirito, come è sottolineato dalla tunica nera che indossa e che lo identifica. Il santo è sorretto e acclamato da un gruppo di poveri che ricevettero da lui del gran bene in vita.
Il capitolo generale tenuto a Roma nel 1953 dichiarò San Tommaso da Villanova, Patrono degli studi dell'Ordine Agostiniano. Sotto la sua protezione sono poste in varie parti del mondo numerose istituzioni, come, ad esempio, la Congregazione agostiniana delle Suore di san Tommaso da Villanueva, fondata in Francia nel 1661, l'ospedale generale di Panama, l'università cubana dell'Avana, la Saint Thomas University in Florida, la Villanova University in Pennsylvania. L'odierna liturgia sottolinea il carisma proprio del Santo, e cioè il suo amore ai poveri, ai diseredati, ai bisognosi. Egli imitò alla lettera Gesù, che - come dice San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi - «da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2Cor 8,9).
Con la sua generosità San Tommaso innalzò a Dio un perenne inno di lode e di ringraziamento. E la sua carità verso i bisognosi si manifestava con discrezione e umiltà, non suonando la tromba per essere lodato. Fatta nel silenzio era conosciuta e ricompensata solo dal Padre celeste (cf. Mt 6,1-4). Tommaso era consapevole del fatto che «chi aiuta un povero fa un prestito al Signore» (Prov 19,17). San Tommaso da Villanova appartiene alle grandi figure del secolo d'oro della Spagna. Studiosi della sua vita e delle sue opere vedono in lui un esempio eroico di santità evangelica, un pastore dal cuore misericordioso, uno sperimentato maestro di spiritualità.
Un ulteriore aspetto che lo rende attuale sta nella preghiera, che esige due condizioni: la solitudine e la pace interiore. Chi prega deve mettersi ai piedi di Gesù e contemplarlo nel silenzio della sua anima, lontano del tumulto degli appetiti e degli affetti. In tal modo l'anima sperimenta la comunione gioiosa con Dio. Situarsi ai piedi di Gesù e non vicino alla sua testa significa umiliarsi, perché l'umiltà fa fruttificare la preghiera. L'umiltà è come l'acqua, che quando è pura e cristallina riflette le cose e le rende più grandi e belle.