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CICLo AGOSTINIANo di Corciano

L'iscrizione che ricorda Costanzo Paradisi a Corciano, foto di Marco Mariotti Paradisi con l'autorizzazione del proprietario signor Paolo Massini

L'iscrizione che ricorda Costanzo Paradisi (1630-1700)

 

 

MAESTRO DI CORCIANO

1650-1680

Corciano, ex convento agostiniano

 

Storie della Vita di sant'Agostino

 

 

 

Presso l'ex Convento agostiniano di Corciano (Perugia) oggi proprietà privata, è conservato un ciclo iconografico composto da 26 meravigliose lunette, con versi di Costanzo Ricci, che definiscono una serie di altrettante scene tratte dalla vita del Santo.

Durante i lavori di restauro voluti dal proprietario del Chiostro di Sant'Agostino, signor Paolo Massini, sono emersi i nomi dei principali committenti di queste opere: Costanzo (nato nel 1630 e morto nel 1700) e Giovanni (1639-1694) Paradisi.

La famiglia Paradisi, di antica origine nobiliare, era titolare anche di un sepolcro tutt'oggi esistente, nell'adiacente chiesa di sant'Agostino, oggi proprietà del fondo culto del Ministero degli Interni. Il restauro degli affreschi è stata eseguito dal signor Panichi con progetto regolarmente inviato alla Sovrintendenza ai Beni Culturali per l'Umbria.

Già nel Quattrocento altri due Paradisi erano confratelli dell'Ordine Mendicante agostiniano per Porta Sant'Angelo in Perugia ed uno di loro ricoprì anche la carica di Priore dell'Ospitale di S. Maria delle Voltole (Mariotto di Menicuccio).

La chiesa ed il convento di sant'Agostino rappresentano uno dei più importanti monumenti agostiniani esistenti in Umbria. La sua edificazione fu autorizzata da papa Giovanni XXII con la Bolla Pontificia del 1334 e venne fabbricato su un terreno ceduto dal Comune di Corciano, poco fuori Porta Santa Maria, i cui beni vengono accatastati nel 1500. La chiesa gotica subì vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli; verso la metà del Settecento si ebbe l'intervento più consistente, che ne modificò radicalmente l'interno, eliminando gli arconi di sostegno e la copertura a capriate. A quest'epoca sono ascrivibili anche alcune decorazioni, come la fastosa cornice a stucco dell'abside e gli altari, tra cui il primo a sinistra, dedicato alla Madonna del Carmine. Lungo la navata furono sistemate le quattro statue di San Macario, San Michele Arcangelo, San Sebastiano e San Rocco.

Proprio a San Sebastiano e San Rocco era intitolata una confraternita che aveva sede nella chiesa di Sant'Agostino. Nell'abside, sopra il coro ligneo del XVIII secolo, si trovava fino al 1879 il gonfalone dipinto da Benedetto Bonfigli (e aiuti) nel 1472 per questa chiesa, ora conservato nella Parrocchiale di Santa Maria. Dopo la temporanea chiusura nel 1811, in forza delle leggi del periodo dell'impero francese, il Convento fu soppresso definitivamente a seguito delle demaniazioni postunitarie. Nell'archivio parrocchiale di Corciano si conserva una Relazione dello stato del monastero di S. Agostino di Corciano del 1651 che venne stesa dai frati in occasione della proposta di voler sopprimere il convento nell'anno 1652, sorte subita dall'altro convento corcianese di San Francesco.