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CICLo AGOSTINIANo di Adolfo Petrazzi a Pietrasanta

Nascita di Agostino, affresco di Adolfo Petrazzi nel Chiostro del convento di S. Agostino e Pietrasanta

Nascita di Agostino

 

 

ADOLFO PETRAZZI

1610-1630

Chiostro del convento agostiniano di Pietrasanta

 

Nascita di Agostino

 

 

 

L'iscrizione nella lunetta è poco leggibile: exauditur Monica et nascitur Augustinus. La scena è animata da personaggi gradevoli: Monica è seduta sul letto e rende grazie con le mani giunte. Guarda una giovane donna: che sia la Vergine che le annuncia di essere stata esaudita? Attorno e in basso al letto una dozzina di donne si affaccendano da una parte all'altra per accudire al neonato. Queste figure, assai graziose nella loro sensibilità materna, formano quasi un corteo, fenomeno questo comune al secolo. Questa immagine della nascita di Agostino sarà abbandonata nel corso del '600.

 

Nacque il 13 novembre del 354, figlio, forse primogenito, d'un consigliere municipale e modesto proprietario di Tagaste nella Numidia, Patrizio e da Monica. Il giorno della nascita dato viene ricavato da testi agostiniani (Il De Beata Vita scritto a Cassiciaco). Se, come sembra, fu africano di razza oltre che di nascita, fu certamente romano di lingua, di cultura, di cuore.

 

Agostino nacque nella provincia d'Africa, nella città di Tagaste, da genitori dell'ordine dei curiali, di onesta condizione e cristiani.

POSSIDIO, Gesta Augustini 1, 1

 

E tuttavia consentimi di parlare davanti alla tua misericordia: sono terra e cenere, eppure consentimi di parlare - perché è alla tua misericordia che parlo, non a un uomo, che riderebbe di me. Anche tu forse ridi di me, ma se ti volgerai a guardarmi avrai pietà. Perché in fondo altro non voglio dire se non che io non so da dove son venuto - qui, in questa vita mortale dico, o morte vitale. Non lo so. E mi accolsero i conforti della tua compassione, per quanto ho appreso dai genitori della mia carne, che tu hai formato nel tempo da lui, in lei: non ne ho memoria, io. Mi accolsero dunque i conforti del latte umano: ma non erano mia madre o le mie balie a riempirsi da sé le poppe - eri tu che per mezzo loro nutrivi la mia infanzia secondo la regola che hai stabilito e le risorse che hai disposto sin nel fondo delle cose.

E anche per tua volontà era dato a me di non voler di più di quanto davi, e a quelle che mi nutrivano di voler dare a me ciò che tu davi loro: perché era nell'ordine delle cose il desiderio che avevano di darmi ciò che avevano in abbondanza da te. Era un bene per loro il bene che da loro traevo, e che non da loro, ma per loro mezzo era fatto. Perché da te vengono tutti i beni, Dio, dal mio Dio mi viene tutta intera la salute. E me ne sono accorto poi, quando hai cominciato a gridarmelo proprio attraverso queste tue elargizioni, interiori ed esterne. Sì, perché tutto quello che sapevo fare allora era succhiare e godermi in pace i piaceri o piangere dei fastidi della mia carne, niente altro.

Poi cominciai anche a sorridere, dapprima nel sonno, più tardi da sveglio. Così almeno mi dissero, e io ci credo, perché è quello che vediamo negli altri bambini: io di tutto questo non ho memoria.

AGOSTINO, Confessioni, 6, 7-8

 

Il tredici novembre ricorreva il mio compleanno.

AGOSTINO, De Beata Vita 1, 6