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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > BorovanyCICLo AGOSTINIANo di Borovany
Agostino segue regime di vita frugale
MAESTRO DI BOROVANY
1760-1770
Borovany, monastero agostiniano
Agostino segue regime di vita frugale
La scena mostra una sala da pranzo, con un grande tavolo centrale, dove è apparecchiato un pasto frugale. Sei persone sono sedute, tre per parte a destra e a sinistra della figura di Agostino che è ritto in piedi centralmente. Indossa gli abiti religiosi dei Canonici e con l'indice della mano destra indica una scritta sopra la sua testa. Come ricorda Possidio, l'aveva fatta scrivere nella sala da pranzo del monastero per evitare inutili e dannosi pettegolezzi. Sant'Agostino aborriva tanto i detrattori quanto le mormorazioni, a tal punto che nella sala dove si mangiava aveva fatto scrivere queste parole: QUIS QUIS AMAT DICTIS ABSENTIUM RODERE VITAM HANC MENSAM VETITAM MOVERIT ESSE SIBI. E cioè: chi vuol mormorare non stia qui a mangiare. Predicava di stare lontano dalle cattive lingue perché in realtà appartengono a persona di scarsa qualità. Questo perchè quando parlano con voi dicono male degli altri e quando parlano con gli altri dicono male di voi.
L'episodio è narrato sia da Possidio che da Jacopo da Varagine:
6. Fu sempre molto ospitale. E durante il pranzo aveva più cara la lettura o la discussione che non il mangiare e il bere. Contro quella pessima abitudine degli uomini teneva qui questa iscrizione:
Chi ama calunniare gli assenti,
sappia di non esser degno di questa mensa.
Ammoniva così ogni invitato ad astenersi da chiacchiere superflue e dannose.
7. Una volta che alcuni vescovi che gli erano molto amici si erano dimenticati della scritta e parlavano in maniera contraria ad essa, Agostino indignato li riprese aspramente, dicendo che o quei versi dovevano essere cancellati dalla mensa o che egli si sarebbe alzato in mezzo al pranzo e se ne sarebbe andato in camera sua. Possiamo testimoniare questo episodio io ed altri che prendevamo parte a quel pranzo.
POSSIDIO, Vita Augustini 22, 6-7
Un giorno aveva invitato a pranzo un tale, fra altri, che, curioso entrò in cucina e poi andò a domandare al santo cosa avesse fatto preparare. Agostino gli rispose:
- Io non penso mai a quello che debbo mangiare, e non so che cosa mi sarà portato in tavola.
La sua tavola fu sempre frugale e semplice; mescolava carne destinata ai poveri e ai pellegrini ai legumi che erano destinati a lui. Durante il pasto preferiva occuparsi di pie conferenze piuttosto che di ciò che era imbandito.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
L'iscrizione latina "Quis amat dictis absentium rodere vitam, hanc mensam indignam noverit esse sibi" cioè "Chi gode denigrare la vita degli assenti, riconosca che questa mensa non è degna di lui", la si trova anche in altri monasteri, come ad esempio sopra la porta d'ingresso dell'ampio e solenne refettorio dell'antico Monastero di S. Maria del Soccorso ad Arcevia nelle Marche. Originariamente fondazione agostiniana, dal 1900 è retto Suore Clarisse dell'Ordine di Santa Chiara.