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CICLo AGOSTINIANo di Johann Anwander a Munnerstadt

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

JOHANN ANWANDER

1760 circa

Munnerstadt, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

 

L'autore ha una composizione con connotazioni personalizzate: il crocifisso è posto sopra un piccolo mobile ingentilito da una tovaglia bianca. La scenografia ha una sua poetica ai limiti del barocco, e introduce grandi spazi grazie alla leggerezza dei colori. La Vergine è qui sostenuta da angeli e sembra uscire dalle nuvole mentre si rivolge ad Agostino. Il santo è in piedi, vestito con saio nero dei monaci agostiniani ed apre le braccia in entrambe le direzioni. Lo sguardo del volto è rivolto alla figura del Cristo in croce, che quasi gli si sovrappone. Con la mano sinistra indica la Vergine: a sinistra si possono notare i simboli della sua dignità episcopale.

 

L'episodio è relativo a una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle sue meditazioni: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.

Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.