Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > Munnerstadt

CICLo AGOSTINIANo di Johann Anwander a Munnerstadt

Tolle et Lege nel giardino di Milano

Tolle et Lege nel giardino di Milano

 

 

JOHANN ANWANDER

1760 circa

Munnerstadt, chiesa di sant'Agostino

 

Tolle et Lege nel giardino di Milano

 

 

 

La scena dell'episodio del tolle lege, che si svolge nel giardino della sua casa milanese, vede un Agostino che è presentato con i canoni abituali iconografici, seduto ai piedi di un fico e appoggiato a un tronco d'albero. Con la mano sinistra tiene aperto un libro su cui si appunta ancora l'indice di un brano che appena letto. Un raggio di luce lo colpisce dall'alto centrando proprio la pagina aperta del libro  e Continenza, immersa in una nuvola, gli invia il messaggio tolle lege. Continenza, una giovane donna, appare sopra le nuvole, con una mano tiene un libro aperto e con l'altra indica il brano che Agostino ha letto. In lontananza si vede un parco con un palazzo dalle architetture settecentesche, dove si nota la presenza simbolica della Vanità agghindata di perle e di Eros, il dio dell'amore.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29