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CICLo AGOSTINIANo di Johann Anwander a Munnerstadt

L'affresco con la scena di san Nicola da Tolentino

L'affresco con la scena di san Nicola da Tolentino guarito dalla Vergine

 

 

JOHANN ANWANDER

1760 circa

Munnerstadt, chiesa di sant'Agostino

 

San Nicola da Tolentino guarito dalla Vergine

 

 

 

San Nicola era gravemente infermo e i medici avevano esaurite tutte le risorse della scienza per salvarlo dalla morte. Il Santo, secondo il suo metodo, si era affidato al Medico divino - così chiamava Gesù - e alla sua celeste Infermiera Maria SS. ma. Ed ecco che nella quarta domenica di quaresima (così un'antica tradizione) appaiono a lui, circondati da angeli, Gesù, Maria ed Agostino. Nicola resta confuso a tanto onore, ma la Vergine SS. ma lo conforta così: "Io sono la Madre del tuo Salvatore, che hai invocato in tuo soccorso, con Agostino che pure vedi accanto a me. Ecco che siamo venuti per darti questo salutare rimedio: Manda il tuo infermiere da quella donna (e qui la Vergine stese la sua destra verso la piazza dove abitava la benefattrice), perché le chieda un pane fresco in nome del mio Figliolo Gesù. Quando ti sarà recato, bagnalo nell'acqua, mangialo e guarirai".

Detto questo, la visione disparve. S. Nicola si fece premura di eseguire quanto gli era stato ingiunto. Avuto il pane, lo bagnò nell'acqua, ne mangiò e fu subito guarito. Vuole la tradizione che lo stesso S. Nicola e, sul suo esempio, i suoi religiosi confratelli ripetessero su gli infermi quanto era stato suggerito al Santo con la invocazione del Medico divino Gesù e della celeste Infermiera, la Vergine SS. ma.

La Chiesa ha approvato l'istituzione e l'uso dei Panini, prescrivendo un rito speciale per la loro benedizione, analogo a quello della benedizione delle palme, ma riservato all'Ordine Agostiniano. Si apre il sacro rito al canto dell'inno Te canunt omnes a S. Nicola, mentre si accede all'altare. Segue la lettura dell'Epistola tratta dal III libro dei Re (XVII, 9-16), dove viene narrato il prodigio del profeta Elia in favore della vedova che gli preparò un pane abbrustolito, e del Vangelo di S. Giovanni (VI, 1-14) su la moltiplicazione dei pani e dei pesci operata dal Signore. Quindi in cinque successivi oremus il Celebrante supplica il Signore di benedire questo pane come benedisse i cinque pani nel deserto; di purificarli dalla profanazione che ne hanno fatto gli uomini, di restituirli alla primitiva integrità; di santificarlo in modo che col cibarsene siano sconfitti i nemici infernali che insidiano la salvezza delle anime e la sanità dei corpi; di concedere a chi ne mangerà, invocando il patrocinio di S. Nicola, la vita eterna e le grazie temporali rendendo innocui tutti i nemici che in questa terra ostacolano il raggiungimento della vera vita. Mentre se ne fa la distribuzione ai fedeli, viene cantato un inno che esalta i prodigi compiuti dai Panini benedetti. Il rito si chiude con una preghiera a S. Nicola nella quale s'invoca il suo patrocinio su la Chiesa e su quanti lo pregano.