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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Cavaro GiachinoPITTORI: Cavaro Gioachino
Retablo della Natività e della Crocifissione
Bottega di CAVARO GIOACHINO
1500-1510
Cagliari, Pinacoteca Nazionale
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Noto anche come Maestro del Presepio, l'autore di questo retablo raffigurante la Natività e proveniente dalla chiesa di S. Francesco in Stampace a Cagliari è identificabile con artista dell'entourage della bottega di Gioachino Cavaro. L'opera che attualmente è custodita presso la Pinacoteca Nazionale di Cagliari è un polittico di grandi dimensioni (m. 3,32x2,60), a cui mancano i polvaroli, cioè delle cornici aggettanti che proteggono il dipinto dalla caduta della polvere.
Giovanni Spano parlò per primo di quest'opera nella sua Guida della città di Cagliari, e lo vide quando era ancora collocato presso la cappella di patronato della famiglia Carnicier.
Nel 1870, assieme ad altri, il dipinto venne trasferito presso la Regia Università degli Studi, e nel 1889 fu assegnato definitivamente al commissario per i R. Musei e Scavi della Sardegna collocandolo presso il Palazzo delle Seziate.
Recentemente è stato collocato presso la Pinacoteca Nazionale di Cagliari. L'ancona si compone di tre parti verticali quasi a formare un doppio trittico, con una lunga predella alla base. Nello scomparto centrale sono dipinte la Natività e la Crocifissione; nello scomparto destro sono raffigurati santa Caterina d'Alessandria (in alto) e sant'Antonio Abate (in basso). Nello scomparto di sinistra scopriamo una santa Chiara (in alto) e un san Pietro (in basso).
Nella predella troviamo una lunga teoria di santi: da sinistra aprocedendo verso destra sono raffigurati i santi Andrea, Agostino (con in mano una chiesa), Giovanni Battista, Cristo in pietà, Giacomo maggiore, Nicola di Bari e Pantaleo. Lo stile di questo artista risente dell'arte di Gioacchino Cavaro, tanto che da molti critici d'arte viene considerato un pittore legato alla sua bottega attiva presso il quartiere di Stampace a Cagliari tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo.
Nonostante ciò l'opera di questo artista risente parecchio anche de "el sabor de la tierruca", sintomo di un legame più stretto non solo con la Sardegna, ma piuttosto con la corrente catalana che ebbe nell'isola come esponente di spicco Joan Barcelò, attivo a Cagliari e Sassari a cavallo tra il XV e il XVI secolo.
I cromatismi vivaci e prorompenti risultano netti, privi dell'ombreggiato "leonardesco", che prospettano un artista ancora legato in maniera stretta alla corrente catalana. In particolare pare di intravedere la ripresa di temi legati al grande Jaime Huguet che nel 1451 dipinse un retablo per la Sardegna. L'artista rimane è molto attento ai fondi in oro che risultano finemente lavorati a pastiglia, e attraverso i quali l'opera, complessivamente, diviene più scintillante e preziosa. Gli stessi colori sottolineano un'impostazione attenta all'effetto drammatico ed emotivo dell'opera, piuttosto che quello prospettico e armonico.
Questi particolari fanno ipotizzare una nascita sarda di questa Crocifissione collegabile a un generico "Maestro del Presepio", attivo in Sardegna attorno al 1500.