Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Defendente Ferrari

PITTORI: Defendente Ferrari

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

DEFENDENTE FERRARI

1525

Alessandria, Palatium Vetus, Collezione d'arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

Questo bel sant'Agostino a mezzo busto, dipinto a tempera su tavola, delle dimensioni di cm 54 × 44 è opera di Defendente Ferrari (Chivasso 1480 circa - Torino 1540). Il dipinto è attualmente conservato ad Alessandria nel Palatium Vetus, al'interno della Collezione d'arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

Sant'Agostino nella visione di Ferrari è visto come un anziano vescovo dalla folta barba e dallo sguardo attento e profondamente rivolto verso qualcosa che elude dal contesto in cui il santo viene raffigurato.

Agostino porta in testa una elegante e ricca mitra, mentre con la mano sinistra regge il bastone pastorale, entrambi segni della sua dignità episcopale. Nella mano destra il santo regge un libro rosso chiuso. Il piviale è riccamente decorato con perline, mentre una grossa fibula rotonda lo racchiude all'altezza del petto.

E' interessante notare che dal piviale emerge la mantellina nera della tonaca con il cappuccio tipica dei monaci agostiniani.

Questo particolare è normalmente introdotto per ricordare che Agostino viene considerato il vero padre fondatore dell'Ordine agostiniano. E' altresì probabile che l'opera origini da una committenza in ambito agostiniano da parte di qualche convento non escluso uno di quelli presenti in città ad Alessandria.

 

 

Defendente Ferrari

Nativo di Chivasso, fu un pittore attivo tra il 1511 e il 1535. Nato verso il 1480-1485 lavorò soprattutto nel Piemonte occidentale. Si formò nella bottega di Giovanni Martino Spanzotti dopo il suo arrivo a Chivasso nel 1502. Le sue prime opere (Polittico Calzolai e Battesimo nel Duomo di Torino) nascono da una qualche forma di collaborazione con il suo maestro, tanto che, sui contributi dei due pittori, è sorta una disputa interpretativa ancora non completamente risolta. Dallo Spanzotti sicuramente accoglie elementi lombardo-foppeschi, ma, allo stesso tempo, non è insensibile all'arte francese. In altre opere come il Trittico della Sacra di San Michele del 1507 o nella Natività di Avigliana del 1511 Defendente Ferrari mostra già un proprio stile che reinterpreta il gusto goticheggiante che sopravvive ancora con successo in Piemonte. Defendente è ricordato nel 1530 in un documento relativo alla allogazione del polittico di S. Antonio di Ranverso.

Defendente conobbe un notevole successo come pittore di polittici e di pale sacre, grazie al suo stile, ricco di preziosismi decorativi e di colori smaltati, che godevano del favore e del gusto di una larga committenza ecclesiastica piemontese.

Testimonianze importanti della sua attività di pittore si trovano nei musei piemontesi a Torino (Polittici di sant’Ivo e di santa Barbara alla Galleria sabauda), a Vercelli (Polittico di Bianzè al Museo Borgogna) e ancora a Torino (San Gerolamo penitente nel Museo Civico d'Arte Antica). Sportelli di polittici smembrati sono presenti in numerosi musei italiani, europei e statunitensi. Vanno menzionate anche le due tavole raffiguranti la Madonna col Bambino e Santi conservate nella sacrestia del Duomo di Ivrea.

Defendente morì a Torino nel 1540.