Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Dossi Battista

PITTORI: Dossi Battista

Immacolata Concezione con sant'Anselmo, sant'Agostino, san Girolamo e sant'Ambrogio

Immacolata Concezione con i santi Anselmo, Agostino,

Girolamo e Ambrogio

 

 

DOSSI BATTISTA

1525-1530

Dresda, Gemäldegalerie Alte Meister, Staatliche Kunstsammlungen Dresden

 

Immacolata Concezione con sant'Anselmo, sant'Agostino, san Girolamo e sant'Ambrogio

 

 

 

La tavola è stata trasportata su tela e misura cm 155 x116.5. Dossi vi ha dipinto la scena della Immacolata Concezione con Dio Padre che si rivolge alla Vergine Maria nell'alto del cielo fra uno sfolgorio di luci e un nugolo di angeli e angioletti  dispersi fra le nuvole.

In secondo piano, seduti in mezzo a un giardino, da dove si gode un magnifico panorama silvestre, stanno discutendo sul mistero della Immacolata Concezione quattro grandi teologi della Chiesa cattolica e cioè sant'Anselmo, sant'Agostino, san Girolamo e sant'Ambrogio che più di altri si sono occupati della questione.

Questa pittura è stata attribuita anche al fratello maggiore Giovanni Luteri ben più famoso e meglio noto come Dosso Dossi.

Purtroppo la tavola è andata persa nel corso dell'ultima guerra mondiale 1940-1945.

 

 

 

Dossi Battista

Battista di Niccolò Luteri, detto comunemente Battista Dossi nacque a San Giovanni del Dosso verso il 1490 e morì a Ferrara nel 1548. Fratello minore e meno dotato artisticamente di Dosso Dossi, fu attivo alla corte estense di Ferrara, sotto Alfonso I e poi sotto Ercole II. Come artista di corte collaborò col fratello a varie imprese, tra cui la decorazione ad affresco di palazzi e ville, la pittura di tele, spesso a tema mitologico e poetico, il disegno di cartoni per arazzi, di scenografie teatrali, di apparati per feste, bandiere, monete e vasellame, nonché l'attività di ritrattista e di creatore di opere devozionali di piccolo e medio formato. Nel 1517 si trasferì a Roma, entrando nella bottega di Raffaello. Dopo la morte del maestro nel 1520 se ne tornò a Ferrara, rientrando al servizio della corte. Tra i suoi allievi ci fu Camillo Filippi.