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PITTORI: Michele da Fivizzano

Madonna della Cintura con Agostino e Monica a Fivizzano

Madonna della Cintura con Agostino e Monica

 

 

MICHELE DA FIVIZZANO

1580-1600

Fivizzano, convento agostiniano

 

Madonna della Cintura con Agostino e Monica

 

 

 

Nelle lunette del chiostro sono ancora visibili alcuni resti degli affreschi che decoravano questa parte del convento. Sono qui rappresentate scene della vita di Sant'Agostino. Questo ciclo di affreschi è tornato alla luce grazie alla descrizione del convento fatta dal Vasoli nel suo manoscritto del 1732 in cui lo studioso faceva riferimento ad una decorazione presente nel chiostro. Basandosi su questa descrizione, negli anni '80, sono stati fatti dei saggi sulle pareti che hanno rivelato la presenza di decorazioni pittoriche sotto lo spesso strato di calce che era stato applicato alle lunette. Il Vasoli attribuisce l'opera a Michele Angelo da Fivizzano, pittore del luogo, attivo verso la fine del XVI secolo.

Questo dev'essere stato uno dei momenti di maggior splendore del convento, visto che sempre in quegli anni, veniva commissionato un'altra opera molto importante quale il trittico-reliquiario. Uno degli episodi inseriti nel ciclo di affreschi del chiostro rappresenta l'estasi di Ostia, soggetto che compare anche nel trittico, sottolineando una vicinanza tra le due opere, non solo cronologica ma anche spirituale. Grazie alle Memorie del Vasoli abbiamo anche informazioni su alcune opere pittoriche che si trovavano all'interno della chiesa di San Giovanni Battista, la maggior parte delle quali non è sopravvissuta ai danni del terremoto del 1920. Due dipinti però sono arrivati sino a noi. Uno raffigura San Nicola da Tolentino con tra le mani i classici attributi del giglio e del libro opera toscana del secondo Quattrocento, attribuita dal Vasoli a Zanobi Macchiavelli, ricordato dal Vasari come uno dei collaboratori di Benozzo Gozzoli. L'altra opera rimasta è una tela raffigurante San Filippo Neri ed altri Santi in adorazione della Trinità.

Si tratta di un'opera riconducibile al XVII secolo che rispetta pienamente i precetti usciti dal Concilio di Trento in materia di opere d'arte. Fortemente compromessa dai danni del tempo e da una gestione sconsiderata da parte dell'uomo, l'antica bellezza del convento emerge solo a tratti. Per chi si reca oggi sul posto, non è facile immaginare il glorioso passato di questo convento, quando all'ombra del chiostro, passeggiavano teologi e grandi predicatori in grado di tener testa al Savonarola, come Leonardo Vallanzana, persone capaci di prendere decisioni tali da comportare la trasformazione della realtà cittadina come Alessio Casani oppure monaci dall'enorme spessore intellettuale, in diretto contatto con i Palazzi Apostolici del Vaticano, come Agostino Molari.

Questa scena del ciclo pittorico del chiostro di Fivizzano ci è stata comunicata da Paolo Bruni che ne ha fatto oggetto di studio per la sua tesi PER VISIBILIA AD INVISIBILIA.

 

L'episodio riprende le parole di Isaia Et erit Iustitia cingolum lomborum eius et Fides cingolum renum eius, che formano il riferimento teologico del culto della cintura, soprattutto in ambito agostiniano. Il culto mariano ha origini piuttosto antiche: già sant'Ambrogio nel IV sec. promosse un grande sviluppo della marianologia soprattutto in relazione alla Verginità della Madonna. L'eredità teologica mariana ambrosiana fu raccolta da Agostino e dai movimenti religiosi che a lui si ispirarono nei secoli successivi. Il culto mariano costituì un elemento unificante e di resistenza per occidentali e bizantini durante le fasi di espansione araba.

Sarà nel corso del VII secolo che i Franchi assumeranno su di sé questa missione riportandola ad esperienze puramente occidentali, grazie all'aiuto dei missionari delle isole britanniche e dell'Irlanda. Nei secoli precedenti era stato l'accordo tra Longobardi e Roma e diffonderne il culto in ogni città. Dal V secolo la Chiesa di Costantinopoli influì notevolmente sul culto mariano in Lombardia, soprattutto attraverso i monaci che hanno lasciato numerose testimonianze. All'epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana.

Fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum. Proprio per l'influsso degli agostiniani, largamente presenti nel XVI secolo a Milano, tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre. La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione. Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento.

Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino. Nel 1700 è nota l'esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonché a Tagaste.