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PITTORI: Alessandro Moretto

Sant'Agostino

Sant'Agostino

 

 

BONVICINO ALESSANDRO detto il MORETTO

1498-1554

Berlino, Staatliche Museen

 

Sant'Agostino

 

 

 

La tavola, 85 x 62 cm, di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (Brescia, 1498 circa - 1554), si trova a Berlino al Museo di Stato.

Agostino vi appare vestito da vescovo, ha un aspetto abbastanza maturo, una folta barba nera e impugna il bastone pastorale e un libro.

Un magnifico piviale, riccamente decorato gli copre le spalle: dalle maniche della tunica bianca emergono le maniche del saio nero degli agostiniani. Questo particolare evidenzia l'urgenza dei monaci di marcare la loro stretta discendenza dal monachesimo agostiniano, di cui non solo seguono la regola, ma si sentono i naturali prosecutori spirituali. Fa da sfondo un panorama campestre che si perde fra le montagne.

 

La formazione del Moretto si svolse a Brescia, alla scuola del maestro, ormai anziano, Vincenzo Foppa. Moretto tuttavia seppe accogliere i nuovi influssi veneti, rappresentati dal Lotto e da Tiziano. Verso il 1511 esegue la lunetta con l'Incoronazione della Vergine con Santi e donatori, nella chiesa di san Giovanni Evangelista a Brescia. Nel 1514 l'artista eseguì la decorazione, oggi perduta, per una cappella nella chiesa del monastero di Santa Croce a Brescia con Storie della Maddalena.

Nel 1522 fu a Padova e l'anno successivo stipulò il contratto per lo stendardo del Collegio della Mercanzia. Del 1524-26 è l'Assunzione della Vergine per l'altare maggiore del Duomo vecchio.

Nel 1528 Lorenzo Lotto scrive al «molto carissimo suo Honorato meser Alexandre Moreto pittore excellentissimo» per chiedergli di collaborare alla realizzazione della decorazione del coro di Santa Maria Maggiore a Bergamo, dove il Moretto si recherà nel gennaio del 1529.

Tra il 1530-35 inizia la decorazione della cappella del Sacramento nel Duomo vecchio, portandola a termine solo nel 1553-54 con l'ampio concorso dell'allievo Luca Mombello. Nel 1535 fu a Solarolo in Romagna al seguito di Isabella d'Este, marchesa di Mantova.

Dai primi anni '40 l'artista è uno dei primi ed efficaci interpreti delle istanze artistiche controriformistiche: tema ricorrente delle sue pale diventa il sacrificio eucaristico. Appartengono a questo periodo le ante d'organo per san Giovanni Evangelista a Brescia e la Caduta di san Paolo per Santa Maria presso San Celso a Milano.

Fra gli ultimi capolavori ricordiamo il Presepe per Santa Maria delle Grazie e il Cristo e l'angelo, entrambi nella Pinacoteca Tosio Martinengo, quest'ultimo databile tra il 1550-54 circa, e impostato su una gamma di toni smorzati che accentua il tono patetico della composizione articolata lungo i gradini della Scala Santa.