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PITTORI: Marco Palmezzano

La Vergine in trono fra sant'Agostino e sant'Antonio

La Vergine in trono fra sant'Agostino e san Francesco

 

 

PALMEZZANO MARCO

1500

Castrocaro Terme, chiesa dei Santi Nicolò e Francesco

 

La Vergine in trono fra sant'Agostino e san Francesco

 

 

 

La tavola di Palmezzano è conservata nella chiesa dei santi Nicolò e Francesco a Castrocaro Terme. In origine questo edificio costituiva la chiesa del convento dei frati francescani locali e solo nel 1873 divenne Parrocchia in seguito alla soppressione del convento dei Frati Minori. Il convento viene menzionato il 23 aprile 1280 nel testamento di un certo Raniero da Calboli. La chiesa tuttavia è alquanto posteriore, almeno di cento anni, dato che risale al 1398: il precedente edificio sacro era stato infatti distrutto nel corso di eventi bellici. L'edificio ha subito varie trasformazioni e una ristrutturazione radicale nel 1520.

L'interno si snoda su tre navate e conserva questa notevole opera del pittore forlivese Marco Palmezzano dipinta nel 1500 e che raffigura la Beata Vergine Maria in trono con il bambino in braccio mentre succhia il latte. Ai suoi piedi, uno di fianco all'altro si ergono in piedi i santi Agostino a destra ed Antonio a sinistra.

Agostino è vestito da vescovo, con la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano destra. Nella mano sinistra regge invece un voluminoso libro chiuso a simboleggiare la sua vastissima produzione letteraria. La presenza della veste nera indossata da Agostino, ben in evidenza sotto il piviale, induce a credere che l'ideazione e la realizzazione di questa iconografia sia avvenuta nell'ambito dell'ordine eremitano, sempre attento alla diffusione di concetti, in questo caso la diretta discendenza dell'ordine agostiniano da Agostino stesso, attraverso le immagini sin dalla sua fondazione. San Francesco indossa il saio francescano a piedi nudi e reca in mano un libro rosso chiuso.

 

Nella navata di sinistra della chiesa si trovano nella prima cappella due affreschi di scuola romagnola fine secolo XV che raffigurano l'uno la Beata Vergine con i santi Sebastiano e Rocco e l'altro san Sebastiano. Nella seconda cappella si può ammirare una pala d'altare con la Madonna del Carmine, opera del bolognese Carlo Cignani (1628-1719). Nella terza cappella si scopre infine una tela raffigurante sant'Antonio, opera del pittore forlivese Giuseppe M. Galleppini (1625-1650). Nella navata di destra sono visibili nella seconda cappella una pala d'altare che mostra la Visitazione di Maria Vergine a Santa Elisabetta, opera del pittore ravennate Francesco Longhi (1611). Nella terza cappella si ammira uno stucco quattrocentesco a bassorilievo della Beata Vergine col Bambino, detta Madonna dei Fiori, che è venerata come protettrice del paese.

 

Marco Palmezzano

Grazie ad un'attività artistica eccezionalmente longeva (dal 1484 al 1539), Marco Palmezzano fu un indiscusso protagonista dell'erte pittorica in Romagna. Fra le sue qualità scopriamo una matura pittura prospettica, che lo rende caposcuola a partire dalla fine del Quattrocento. Agli inizi della sua carriera artistica, nelle sue pale di grandi dimensioni, amò firmarsi "Marcus de Melotiis", cioè Marco di Melozzo, esprimendo in questo modo apertamente i suoi riconoscimenti nei confronti del concittadino illustre che gli era stato maestro. A parte il breve periodo veneziano, Palmezzano condusse la propria esistenza in Romagna, divenendo l'artista di riferimento per la piccola aristocrazia locale che gravitava intorno alla corte di Caterina Sforza, signora di Forlì. Nel forlivese si trovano numerose sue opere di pubblico dominio: a Forlì, sua città natale, a Castrocaro Terme, a Forlimpopoli e a Meldola. Altre sono poi conservate nella Chiesa della Collegiata e nella Chiesa dell'Osservanza a Brisighella (Ra).