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PITTORI: Jan van der Straet

Sant'Agostino battezzato da Sant'Ambrogio a Milano

Sant'Agostino battezzato da Sant'Ambrogio a Milano

 

 

JAN VAN DER STRAET

1590

Venezia, Galleria dell'Accademia

 

Sant'Agostino battezzato da Sant'Ambrogio a Milano

 

 

 

Questo disegno di jan Van der Straet, delle dimensioni di 28 x 20 cm, ci dona una interpretazione del battesimo di sant'Agostino.

Ambrogio, anziano vescovo, sta in piedi sui gradini che scandiscono la scena in profondità. Accompagnato da alcuni chierici, di cui uno a destra solleva un lembo del suo ricco piviale, Ambrogio impartisce il battesimo versando con la coppa l'acqua lustrale sul capo di Agostino, che è prono sui gradini innanzi a lui. Una folla di persone assiste all'avvenimento, assiepate per ogni dove all'interno della chiesa di cui risaltano le belle e proporzionate architetture. Sulla sinistra, fra i fedeli, si può notare Monica che prega in ginocchio e sopra di lei, a figura intera, Simpliciano che con l'indice della mano sinistra indica Agostino ad un suo vicino.

Nella primavera del 386 dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti.

Era venuta intanto la primavera; al principio della quaresima, Agostino ritornò dunque a Milano, con Alipio e Adeodato, per ottenere l'iscrizione tra i competentes, i catecumeni cioè ritenuti maturi che avrebbero ottenuto il battesimo per la Pasqua successiva. A Milano partecipò con il vescovo Ambrogio a una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino seguì con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. E nella notte sul 25 aprile 387, giorno di Pasqua, egli otteneva il lavacro rigeneratore, per mezzo di Ambrogio. Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

Si tratta di una leggenda tardiva che attribuisce ai due santi, uniti in questa circostanza solenne, la composizione del Te Deum, di cui ciascuno avrebbe cantato, improvvisandola, una strofa.

 

 

Jan van der Straet

Questo pittore fiammingo, nato a Bruges nel 1523, è più noto col nome italianizzato di Giovanni Stradano.

Attivo soprattutto a Firenze, dove morì nel 1605, Straet ebbe la sua prima formazione artistica nella bottega paterna. Dal 1537 lavorò ad Anversa presso Pieter Aertsen e nel 1545 entrò nella locale corporazione di San Luca. Nel 1550 parte per Lione, poi raggiunge Venezia e infine si stabilisce a Firenze alla corte del granduca Cosimo I nella cerchia di Giorgio Vasari. Fra il 1550 e il 1553 disegnò tappezzerie e, dopo il suo trasferimento a Roma, lavorò con Francesco Salviati alla decorazione del Belvedere vaticano. Ritornato a Firenze, fra il 1567e il 1577, disegnò i cartoni per gli arazzi d Palazzo Vecchio e della villa di Poggio a Caiano. Probabilmente disegnò circa 130 cartoni per arazzi. Dopo un viaggio a Napoli nel 1576, decorò con due pannelli lo Studiolo di Francesco I a Palazzo Vecchio. Decorò altre numerose sale e in particolare gli appartamenti di Eleonora di Toledo, meglio conosciuti come la Sala della Gualdrada. In alcune chiese fiorentine sono conservate alcune sue pregevoli pale d'altare mentre i suoi numerosi disegni furono usati per realizzare incisioni che conobbero una larga diffusione.