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PITTORI: Jan van der Straet

Vergine in trono con i santi Agostino, Anna e Bernardino da Siena

Vergine in trono con i santi Agostino, Anna e Bernardino da Siena

 

 

JAN VAN DER STRAET

1592-1600

Madrid, Biblioteca Nazionale di Spagna

 

Vergine in trono con i santi Agostino, Anna e Bernardino da Siena

 

 

 

Questo disegno delle dimensioni di 20x18 cm circa raffigura la Vergine in trono con il Bambino, con alle spalle sant'Anna e, ai lati, vicini tra loro, San Bernardino da Siena a sinistra e sant'Agostino a destra. In alto due angioletti volteggiano al di sopra del trono della Vergine.

San Bernardino è riconoscibile per la tonaca francescana e per il simbolo HIS

che fa mostra di sé sul petto del santo.

Agostino è invece vestito con i paramenti episcopali, la mitra in testa ed un elegante bastone pastorale. Indossa i suoi paramenti da vescovo, con la mitra in testa. Con la mano sinistra regge il bastone pastorale, mentre con il palmo della mano destra sorregge un libro chiuso. Sotto il piviale si nota facilmente la tonaca nera dei monaci agostiniani, che spesso hanno voluto così esprimere il santo per rimarcare la loro adesione alal regola agostiniana, di cui si sentivano i naturali eredi.

 

 

Jan van der Straet

Questo pittore fiammingo, nato a Bruges nel 1523, è più noto col nome italianizzato di Giovanni Stradano.

Attivo soprattutto a Firenze, dove morì nel 1605, Straet ebbe la sua prima formazione artistica nella bottega paterna. Dal 1537 lavorò ad Anversa presso Pieter Aertsen e nel 1545 entrò nella locale corporazione di San Luca. Nel 1550 parte per Lione, poi raggiunge Venezia e infine si stabilisce a Firenze alla corte del granduca Cosimo I nella cerchia di Giorgio Vasari. Fra il 1550 e il 1553 disegnò tappezzerie e, dopo il suo trasferimento a Roma, lavorò con Francesco Salviati alla decorazione del Belvedere vaticano. Ritornato a Firenze, fra il 1567e il 1577, disegnò i cartoni per gli arazzi d Palazzo Vecchio e della villa di Poggio a Caiano. Probabilmente disegnò circa 130 cartoni per arazzi. Dopo un viaggio a Napoli nel 1576, decorò con due pannelli lo Studiolo di Francesco I a Palazzo Vecchio. Decorò altre numerose sale e in particolare gli appartamenti di Eleonora di Toledo, meglio conosciuti come la Sala della Gualdrada. In alcune chiese fiorentine sono conservate alcune sue pregevoli pale d'altare mentre i suoi numerosi disegni furono usati per realizzare incisioni che conobbero una larga diffusione.