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Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
CAVALLERI GIOVANNI
1880-1890
Osio Sopra, chiesa di san Zenone vescovo
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Questa raffigurazione di sant'Agostino appartiene ad una serie di motivi decorativi geometrici che Cavalleri dipinse verso la fine del XIX secolo per la chiesa parrocchiale di Osio di Sopra. In questa decorazione pittorica ad affresco compaiono i quattro Dottori della Chiesa, San Gregorio, Sant'Ambrogio, Sant'Agostino e San Girolamo. L'immagine si presenta di notevoli dimensioni, per circa cm 500x60 ed è ancora in buono stato di conservazione. il santo è stato raffigurato a mezzo busto nelle sue consuete vesti episcopali con la mitra in testa. Il viso è coperto da una folta barba grigiastra che scende fino al petto.
Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.
Giovanni Cavalleri
Cavalleri nacque a Sabbio il 12 aprile del 1858 da Faustino e da Giovanna Bona. Nel 1871 s'iscrive all'Accademia Carrara e vi rimane fino al 1880. In questo periodo compie due viaggi di studio a Roma in compagnia dell'amico Rinaldo Agazzi.
Allievo dello Scuri, ha con questo maestro una burrascosa convivenza fatta di giudizi critici e risposte sprezzanti per una pittura, quella del Cavalleri, troppo verista anche se talentuosa. Nel 1885 è coinvolto, con altri artisti, nel processo per il danneggiamento di certi cartoni dello Scuri. Tra il 1888 e il 1890 inizia la sua attività di freschista che lo porterà a dipingere in molte chiese tra cui Sovere, Seriate, Pianca (frazione di San Giovanni Bianco), Parre, Olda in val Taleggio, Cassiglio, Sedrina, Mapello, San Pellegrino, Osio Sopra, e altre. Cavalleri svolge il suo lavoro più importante a Bracca e Ponte Nossa dove l'artista raggiunge il massimo della sua espressione artistica e dove traspare l'influenza dei pittori del cinquecento e del settecento. In effetti Cavalleri è più noto come grande pittore di affreschi, ma non disdegnò la ritrattistica con pregevoli risultati, dipingendo amici, parenti ed estimatori. Il suo ritratto maturo è quello di un vecchio gentiluomo amabile con capelli a spazzola, fronte larga e superbi baffi, colletto inamidato e cravatta bianca, il tutto con un cappello color tortora. Giovanni Cavalleri muore a Bergamo nel 1934.