Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Alberti AntonioPITTORI: Alberti Antonio
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
ANTONIO ALBERTI da FERRARA
1437
Talamello, Cella della Madonna o del Cimitero
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
L'affresco si trova nella Cappella votiva costruita dal vescovo Giovanni Seclani nel 1437. Questa Cappella o Cella della Madonna è stata completamente affrescata da uno dei più famosi pittori del tempo, Antonio Alberti, originario di Ferrara ma da tempo residente ad Urbino. Nella parete di fondo dipinse scene dell'Annunciazione e della Madonna in Trono. Attorno alla scena centrale troviamo l'Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio e due schiere di Santi. Nelle volte a crociera Alberti ha raffigurato i quattro Evangelisti e negli angoli i quattro Dottori della Chiesa a mezzo busto. L'immagine di Agostino è accostata a quella di san Gerolamo. Agostino ha un viso ancora piuttosto giovanile, il capo coperto dalla mitra e la mano sinistra che indica un passo di uno scritto oggi non più leggibile.
In pochi metri quadrati Alberti è riuscito a dare una sintesi della storia teologica della Chiesa universale, in uno straordinario documento iconografico, realizzato in uno stile che rivela già la fine dell'arte gotica e l'inizio della pittura rinascimentale.
Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.
Antonio Alberti
Rare sono le informazioni relative alla sua nascita e agli anni giovanili. E' noto che nel 1423 si sia trasferito a Perugia per eseguire alcuni lavori che gli furono commissionati da Braccio da Montone. L'anno seguente lo troviamo ad Urbino, dove dimorò a lungo e dove realizzò pregevoli opere. Tra queste ricordiamo gli affreschi nella chiesa di san Francesco, che meritarono la citazione di Vasari. All'anno 1437 risale la realizzazione degli affreschi della Cella del cimitero a Talamello, al 1439 un notevole polittico e successivamente produsse la tavola di Sant'Agata e la Madonna del Latte (oggi museo diocesano di Urbania). Lo stile artistico di Alberti sembrerebbe ispirarsi all'opera di Gentile da Fabriano e di Ottaviano Nelli. Questa dipendenza traspare efficacemente nelle Storie di san Giovanni, nelle Storie di san'Antonio Abate e nelle Madonne col Bambino.