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PITTORI: Bartolomeo di Giovanni

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

BARTOLOMEO DI GIOVANNI

1488-1499

Fiesole, Collezione Martello

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

La piccola tavola che raffigura sant'Agostino vescovo è uno scomparto di predella di un polittico. Dipinto con la tecnica a tavola il soggetto misura cm 20.3 in altezza e altrettanti in larghezza. Autore del dipinto, secondo le indicazioni bibliografiche, è Bartolomeo di Giovanni, che lo realizzò probabilmente fra il 1488 e il 1499. La tavola si trova attualmente conservata a Fiesole nella Collezione Martello, ma nel passato la troviamo a Cambridge nel Massachusetts nell'ambito della Collezione W. Kaiser. Prima ancora fu battuto a Londra all'Asta Christie's il 21 giugno 1968, n. 51, dopo essere stata ospitata a Warwick nell'omonimo castello inglese.

Agostino è stato raffigurato come vescovo, con la mitra in testa, coronata da un nimbo di santi, e il bastone pastorale nella mano destra che appoggia con delicatezza alla spalla. Nella mano sinistra regge un grande libro chiuso. Il viso del santo è inaspettatamente alquanto giovanile e senza barba. Sulle spalle si può agevolmente notare la cocolla dell'abito nero dei frati agostiniani. Questo particolare è comune nella iconografia del santo, specialmente quella di derivazione agostiniana, che così voleva sottolineare la vita monastica del santo, la cui regola coincideva con quella dell'Ordine e che pertanto veniva considerato il vero fondatore degli Agostiniani.

 

 

 

Bartolomeo di Giovanni

Bartolomeo di Giovanni, attivo fra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, è documentato in un contratto del 30 luglio 1488. Il pittore è conosciuto talvolta come l'Alunno di Domenico. Nato a Firenze verso il 1458, vi morì nel 1501, rappresentando un importante esponente della scuola fiorentina rinascimentale. Fu uno stretto collaboratore di Domenico Ghirlandaio, di cui contribuì a divulgarne lo stile. Lavorò con Ghirlandaio in varie occasioni come nel caso della realizzazione della predella dell'Adorazione dei Magi degli Innocenti. La sua cifra stilistica si è espressa tra gli esempi del maestro e quelli delle altre principali botteghe fiorentine dell'epoca, in particolare quelle di Sandro Botticelli e Filippino Lippi.