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PITTORI: Pedro Berruguete

Santa Monica di Pedro Berruguete

Santa Monica

 

 

PEDRO BERRUGUETE

1450-1504

Avila, Convento dei Domenicani

 

Santa Monica

 

 

 

 

Qui il pittore ha raffigurato la madre di Agostino, santa Monica, secondo un cliché che si ripresenta a lungo dal Quattrocento in poi abbastanza comunemente. La santa è raffigurata come una suora agostiniana: indossa il saio delle monache ed è intenta a leggere con grande trasporto mentre con la mano sinistra sgrana un rosario. Il viso della santa è abbastanza giovanile: l'intera scena si svolge all'interno di un piccolo locale dalle piastrelle nere.

 

 

Pedro Berruguete

Pedro Berruguete nacque a Paredes de Nava, in provincia di Palencia, verso il 1450 e  morì ad Avila nel 1504 circa. Berruguete si formò nella cerchia di Fernando Gallegos, dimostrando fin dalle prime opere un influsso fiammingo, legato al realismo di Jan van Eyck. Nel 1474 Pedro Berruguete si trasferì in Italia, trovando lavoro alla corte di Federico da Montefeltro a Urbino, dove collaborò col fiammingo Giusto di Gand alla decorazione del Palazzo Ducale. Con Giusto di Gand si occupò della decorazione dello Studiolo, dove aveva dipinto usa serie di ritratti a mezzobusto di uomini illustri. Opera interessante fu il ritratto di Federico da Montefeltro col figlio Guidobaldo (1475 circa). Più controversa è l'attribuzione delle Allegorie delle Arti Liberali, raffigurate su troni sontuosi decorati da gemme e perle, che erano state dipinte per la Biblioteca Ducale. A Urbino fu amico e collaboratore di Melozzo da Forlì. Partì da Urbino nel 1482 ed arrivò in Spagna l'anno successivo, dove dipinse in diverse città come Siviglia, Toledo e Avila.

 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

 

Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 22

 

Riposi dunque in pace con l'uomo di cui fu sposa, il solo di cui lo fu, e che servì portandoti il suo frutto con pazienza, per guadagnare anche lui a te. E tu ispira, mio Signore e Dio mio, ispira tu i tuoi servi e miei fratelli, i tuoi figli e padroni miei, che io servo col cuore e la voce e la penna: e ogni volta che leggeranno queste pagine si ricorderanno davanti al tuo altare di Monica, tua ancella, con Patrizio che fu un tempo suo sposo. Attraverso la loro carne mi hai fatto entrare in questa vita - come, non so. Con devozione si ricorderanno di loro: genitori miei in questa luce provvisoria, e miei fratelli in te che ci sei Padre e nella madre cattolica, e miei concittadini nella Gerusalemme eterna, a cui sospira il tuo popolo lungo tutto il suo cammino dall'inizio al ritorno. Così sia meglio appagato in virtù di queste confessioni il suo estremo desiderio: lo sia nella preghiera di molti, piuttosto che nella mia soltanto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 37