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PITTORI: Carlo Crivelli

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

CARLO CRIVELLI

1488-1489

Utrecht, Museo Arcivescovile

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La tavola conservata ad Utrecht apparteneva in origine a un polittico disperso noto come Polittico di San Lorenzo in Castel San Pietro. Si tratta di una pala d'altare a tempera e oro su tavola di Carlo Crivelli e bottega, databile al 1488-1489 che oggi si ritrova smembrata tra musei europei ed americani.

La ricostruzione ipotizzata dal critico d0arte Federico Zeri parte dalla chiesa di San Lorenzo in Castello nella frazione di Castel San Pietro, oggi comune di Palmiano, dove esistono alcuni documenti che attestano l'esistenza di un polittico di Crivelli. In un documento del contratto si parla di un "famulo", ovvero di un garzone di bottega chiamato "Michele greco", un episodio che è in pieno accordo con la stesura dei pannelli dove si riconosce la presenza di aiuti.

Di questo polittico oggi se ne conoscono quattro scomparti di santi, riconoscibili per la tenda che cala dietro di essi. Si tratta di un San Giovanni Battista (frammento di 73x35 cm) all'Ashmolean Museum di Oxford, un sant'Agostino (132x35 cm di dimensioni) al Museo nazionale d'arte occidentale di Tokyo, un san Lorenzo (frammento di 58x38 cm) in una collezione privata e un santo vescovo frammentario (57x38 cm di dimensioni) al Museo arcivescovile di Utrecht, identificato spesso come un sant'Agostino.

La ricostruzione dei quattro santi sui lati destro e sinistro di un'ipotetica Madonna centrale presenta alcune perplessità importanti, sia riguardo alla identificazione dei santi sia al loro ruolo nella composizione.

Tra i santi, il Battista è molto danneggiato, mentre il Santo vescovo di Tokyo è l'unico a figura intera e nelle migliori condizioni, con una ricca decorazione nel pallio e nella mitria. Proviene dalla collezione Butler di Londra dalla quale passò in quella Matsukata nel 1962.

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

 

 

Figlio del pittore Jacopo, Carlo nasce a Venezia e segue la lezione di Bellini e dei Vivarini. Frequentando a Padova la bottega dello Squarcione si avvicina alle novità decorative che seguiranno anche Mantegna, Giovanni Bellini e i ferraresi. Per motivi giudiziari emigra in Dalmazia e poi dal 1468 si trasferisce nel marchigiano tra Fermo e Ascoli, dove svilupperà il meglio della sua arte.