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Madonna con Bambino, San Girolamo, Sant'Agostino, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista
CARLO CRIVELLI
1481
Vaticano, Pinacoteca
Madonna con Bambino, San Girolamo, Sant'Agostino, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista
Questo polittico ha conosciuto diverse attribuzioni, che abbracciano la cerchia della bottega dei Crivelli:Carlo in primis. ma anche Vittore, Rodolfo e anche Pietro Alemanno. La tavola ha una bella cornice intagliata e dorata con cinque pannelli, di cui quello centrale presenta una larghezza doppia degli altri. Il polittico, che si trova nella Pinacoteca dei Musei vaticani, venne acquistato all'epoca del pontificato di Gregorio XVI (1831-1836). L'acquisizione faceva parte di un progetto che tendeva a incrementare le collezioni pontificie nell'ambito particolare dei cosiddetti "pittori primitivi" italiani.
La superficie pittorica del dipinto è coperta da un velame di vernici, che limitano la percezione complessiva dell'opera e una conseguente possibilità di meglio attribuire la paternità del polittico. A centro della struttura il pittore ha raffigurato la Madonna con il Bambino, mentre ai suoi lati trovano posto quattro santi: a sinistra scopriamo San Girolamo e sant'Agostino, mentre a destra sono riconoscibili San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.
Agostino vi è raffigurato nelle sue vesti episcopali con in testa la mitra, nella mano destra il bastone pastorale e nella mano sinistra un grosso libro chiuso. Il suo volto mostra le rughe e i segni del tempo che passa tanto che la riccioluta e abbondante barba è grigiastra e quasi bianca. Il polittico risale alla fine del sec. XV e probabilmente all'anno 1481. Attualmente il dipinto si trova in Vaticano, tuttavia in origine era collocato nella regione Marche e precisamente a Grottammare dove era pur presente un monastero agostiniano.
Carlo Crivelli
Carlo Crivelli nacque a Venezia nel 1430 circa.
Un documento del 13 ottobre 1444 attesta che Carlo Crivelli è figlio del pittore Iachobus de Chriveris, abitava a Venezia nella parrocchia di San Moisè e aveva un fratello minore di nome Vittore.
Nel 1457 fu condannato a sei mesi di carcere e a duecento libre di multa, perché, innamoratosi di Tarsia, moglie di un marinaio veneziano di nome Francesco Cortese, la rapì dalla casa del fratello del marito e la tenne nascosta per molti mesi, avendo con lei rapporti carnali.
Carlo probabilmente fu apprendista di Antonio Vivarini, Giovanni d'Alemagna e Bartolomeo Vivarini. Quest'ultimo era ben informato della contemporanea cultura pittorica padovana, fondata sulla scuola di Francesco Squarcione.
Lavorò quindi a Padova, nella bottega dello Squarcione al tempo in cui vi lavorava anche Mantegna. La sua prima opera, la Madonna della Passione (a Verona nel museo Civico d'arte), evidenzia una pittura ancora legata ai modi rinascimentali, tardo-gotici veneziani che rievocano lo smalto delle icone e dei mosaici bizantini.
Lo storico veneziano Carlo Ridolfi (1648) elenca le prime opere di Crivelli, oggi perdute, nelle chiese veneziane di San Sebastiano (san Fabiano e le Nozze mistiche di santa Caterina) e di san Lorenzo (storie di san Leone Bembo).
Fra le opere giovanile rimaste è importante la Madonna col Bambino di San Diego, datata intorno al 1460 e firmata OPUS. KAROLI. CRIVELLI. VENETI., che conferma gli influssi padovani.
La Madonna col Bambino e putti di Verona (firmata OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI), realizzata per il Monastero veneziano di San Lorenzo e databile ancora al 1460, rivela un complesso di influssi, riferibili tanto direttamente allo Squarcione quanto allo Schiavone. Per motivi che non conosciamo Crivelli seguì Schiavone a Zara e due atti notarili del 23 giugno 1463 e dell'11 settembre 1465 lo citano come maestro pittore, cittadino e abitante della città dalmata. Testimonianze della sua presenza in Dalmazia, insieme anche con il fratello Vittore, a cui fa da maestro, sarebbero due Madonne col Bambino e due angeli.
Un'altra opera considerevole è il grandioso Polittico di Ascoli Piceno realizzato nel 1473, nel quale le figure sono dipinte su un fondo in oro il tutto racchiuso in una sfarzosa cornice dorata. Nel 1486, sempre ad Ascoli Piceno, dove si era trasferito, dipinse una Annunciazione che si ispira fortemente a Mantegna. Tra le altre sue opere vanno certamente ricordate una Pietà presso la Pinacoteca di Brera, e una Madonna col Bambino al Metropolitan Museum di New York. Il pittore morì ad Ascoli Piceno nel 1493 circa.