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Sant'Agostino vescovo
GIOVANNI DE CAMPO
1463
Briona, Oratorio di san Bernardo
Agostino vescovo
L'immagine di S. Agostino viene qui raffigurata, nell'Oratorio di san bernardo a Briona nel Novarese, in una classica iconografia che accompagna la rappresentazione del santo come vescovo con mitra, pastorale e libro. Altrettanto significativa è la presenza ben visibile dell'abito nero dei monaci agostiniani che ricorda lo stretto legame fra Agostino e il nuovo ordine monastico degli Eremitani sorto nel 1256 per volontà papale.
L'oratorio campestre di San Bernardo, detto anche della Mora, è situato sulla antica strada che da Novara portava in Valsesia, prima del ponte che attraversa la Roggia Mora, sulla via che dal centro del paese porta al cimitero di Briona. Questo oratorio è di piccole dimensioni ma è certamente il complesso architettonico di maggior pregio di Briona. Al suo interno presenta un superbo esempio di pittura di gusto francese della seconda metà del Quattrocento.
Gli affreschi della parete dietro l'altare, opera di un pittore anonimo, rappresentano la Madonna del Latte, i santi Bernardo da Mentone, Stefano e Sebastiano, sovrastati dalla Crocefissione. Quelli della volta a botte con i dodici profeti e delle pareti laterali con diversi Santi sono un interessante e significativo esempio di pittura tardogotica, datati 1 settembre 1463. Gli affreschi sono stati attribuiti a Giovanni e Luca De Campo. Tra i santi della parete destra si trova una delle rare rappresentazioni di san Gaudenzio, primo Vescovo di Novara. Di grande pregio sono anche le raffigurazioni della Beata Panacea, della Maddalena, ricoperta dalle sole chiome e dell'Arcangelo Michele in atto di colpire un diavolo che regge una bilancia con un maschio e una femmina e la fa pendere verso la donna.
Sulle pareti laterali sono dipinte le ampolline e le altri suppellettili della santa messa, con delicata suggestione naturalistica. Un'iscrizione gotica, sovrastata dai resti di un'aquila dei Tornelli, indica che gli affreschi furono commissionati ad uno o più "magistris pictoribus".
Pochi sono i documenti riguardanti la vita di Giovanni de Campo. E' noto che nel 1440 firmò il ciclo di affreschi per la chiesa di Santa Maria Assunta ad Armeno. Da un atto notarile del 1483 riguardante il figlio Luca, anch'egli pittore presso la bottega paterna, si apprende che, a quella data, Giovanni risultava deceduto. L'importanza assunta dalla sua bottega già nella quinta decade del Quattrocento è attestata, oltre che dagli affreschi di Armeno, da almeno altre due opere di rilievo: il Giudizio Universale realizzato nella chiesa di San Colombano a Biandrate (1444), e un secondo Giudizio Universale realizzato nel tiburio del Battistero del Duomo di Novara (ca. 1450). L'ultima opera datata (1476) attribuitagli è il ciclo della cappella di San Pantaleone a Oro di Boccioleto (contenente, tra le altre cose, tre riquadri dedicati alla Vita della Beata Panacea).