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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
JOHANNES DE CAMPO
1486
Isola di san Giulio, Basilica di San
Giulio
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Nelle vele della prima volta sono rappresentati i Dottori della Chiesa: sant'Agostino, san Gerolamo, san Gregorio e sant'Ambrogio. Tutti e quattro sono raffigurati allo scrittoio nell'atteggiamento dello studioso e come Padre della Chiesa. A eccezione di san Gerolamo, che qui è dipinto nella sua dignità cardinalizia, gli altri tengono in una mano il pastorale, simbolo della loro nomina a vescovi. Gregorio è stato affrescato su un trono in stile gotico fiorito, Gerolamo, su uno di legno semplice in stile ancora gotico, Agostino seduto su un trono rinascimentale a tre absidi adornati con conchiglie e Ambrogio, seduto ugualmente su un trono rinascimentale, ma con i soli braccioli ad abside. Nel caso di Agostino il santo mostra anche sulle spalle la nera cocolla dei monaci agostiniani. Questo particolare è abbastanza diffuso nella sua iconografia ed ha lo specifico significato di ricordare che l'Ordine agostiniano deriva proprio dal santo vescovo di Ippona.
Gli affreschi di questa cappella, probabilmente dedicata a santa Caterina di Alessandria patrona degli Studi agostiniani, vengono attribuiti a Johannes de Campo. L'intera cappella è stata affrescata nel 1486. I santi che circondano Caterina sono san Sebastiano, Rocco e Giacomo a destra della Santa e san Biagio a sinistra. L'immagine di santa Caterina presenta tratti dolci, occhi tranquilli e pacifici, colori vividi negli abiti.
L'affresco si trova nella terza cappella di destra della basilica di san Giulio sulla omonima isola di fronte a Orta. Giulio è il santo costruttore di chiese, che, originario di Egina, edificò qui la sua centesima chiesa verso il 390. Nel 553 in questa chiesa venne sepolto il vescovo Filacrio di origine greca. Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum, ricorda che quando nel 568 i Longobardi invasero il nord Italia, il duca longobardo Mimulfo, dux de insula Sancti Julii, tradì il re Agilulfo permettendo ai Franchi di penetrare nei territori longobardi. L'isola in età longobarda era dunque una residenza ducale fortificata che, con l'arrivo dei Franchi nel 774, divenne parte del Comitato di Pombia. Alla fine del IX secolo è attestata la presenza di canonici con giurisdizione su tutte le chiese della Riviera. Danneggiato dagli assedi del X secolo, l'edificio basilicale fu ricostruito tra l'XI e il XII secolo e venne affrescata a partire dal Duecento. Di questa originaria decorazione resta pochissimo, recentemente riscoperto e restaurato. La maggior parte degli affreschi delle pareti delle cappelle laterali risalgono ai lavori quattrocenteschi e cinquecenteschi. I numerosi affreschi raffigurano soprattutto immagini di santi ed episodi della vita di san Giulio. La prima descrizione delle trasformazione barocche sono successive al 1661, anno della visita pastorale del vescovo Odescalchi e sono raccontate da Lazzaro Agostino Cotta nella settecentesca Corografia o sia Descrittione della Riviera di San Giulio.