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PITTORI: Niccolò di Liberatore

Incoronazione della Vergine, Cristo deposto con Agostino e Santi

Incoronazione della Vergine, Cristo deposto con Agostino e Santi

 

 

NICCOLO' DI LIBERATORE

1466

Vaticano, Musei vaticani

 

Incoronazione della Vergine, Cristo deposto e Santi con Agostino e i Dottori della Chiesa

 

 

 

L'Incoronazione della Vergine con il Cristo deposto e Santi è un'opera dell'Alunno, una tempera su tavola delle dimensioni di cm 291 x 280, che è nota come polittico di Montelparo (Ascoli Piceno). Questa definizione le deriva dal luogo di provenienza e probabilmente venne eseguita per la chiesa conventuale di sant'Agostino. Il Polittico fu quindi trasferito nella chiesa di S. Michele Arcangelo in Castello di Montelparo in seguito al terremoto del 1703. Il dipinto è firmato alla base del trono della Vergine con il nome di "Nicholas Fulginas" ed è datato 1466. La cornice, intagliata e dorata con 72 scomparti, è opera di Giovanni Stefano da Montelparo.

L'autore è Niccolò di Liberatore, detto l'Alunno, artista attivo in Umbria e nelle Marche nella seconda metà del Quattrocento. La complessa composizione, articolata entro una ricchissima cornice gotica, testimonia l'evidente influsso della cultura veneta.

Il polittico ha una struttura compositiva piuttosto complessa, costituita da due ordini orizzontali di sette scomparti ciascuno, oltre a due paraste laterali con diciotto figure di santi e una predella composta di ventisette immagini di angeli e santi. L'intera struttura è sormontata da sei pinnacoli, che contengono una doppia serie di formelle dipinte con cherubini e serafini nel primo ordine e santi nel secondo: in queste ultime sei formelle sono raffigurati agli estremi san Pietro e san Paolo, mentre quelle centrali raffigurano i quattro Dottori della Chiesa. Da sinistra verso destra si riconoscono sant'Ambrogio, san Gregorio Magno, san Gerolamo e infine sant'Agostino.

Nel 1844 fu acquistato da Gregorio XVI (pontefice dal 1831 al 1846) e sistemato alla Pinacoteca Lateranense, da dove fu trasferito alla Vaticana sotto il pontificato di Pio IX.

 

 

Nicolò di Liberatore

Nicolò di Liberatore, soprannominato l'Alunno, in alcuni casi ricordato anche come Niccolò di Liberatore nacque e morì a Foligno (1430-1502).

E' uno dei pochi artisti del rinascimento umbro, che insieme al Perugino e al Pinturicchio, viene ricordato nelle Vite dei Pittori del Vasari. A proposito di Nicolò Alunno si legge: "faceva alle sue figure teste ritratte dal naturale e che parevano vive".

Nato in una agiata famiglia di speziali manifesta ben presto la sua spiccata attitudine alla pittura. Lo pseudonimo "l'Alunno" gli è stato attribuito dal Vasari, che male interpretò un'iscrizione dell'artista apposta sulla predella del polittico della Natività del 1492. L'autore vi scrive Alumnus Fulginie, ovvero allevato a Foligno, ma il Vasari lo scambia per un soprannome: l'Alunno di Foligno. Nel 1452 si sposa con Caterina l'unica figlia di Pietro di Giovanni "Mazzaforte" con cui entrerà in società qualche anno più tardi. Con il suocero  realizza nel 1458 la Madonna dei Consoli di Deruta, dove si rivelano i caratteri peculiari del suo stile che segue il filone angelichiano. Nella maturità sarà invece l'espressionismo a prevalere nella sua produzione, sotto l'influenza di Bartolomeo di Tommaso, un altro grande maestro folignate. Nella sua bottega di Foligno furono realizzate molte pale d'altare, polittici a sportelli, gonfaloni processionali, quadri da devozione e anche opere a soggetto profano che si diffusero in tutta l'Umbria orientale e in buona parte delle Marche. Sue opere si trovano a Foligno nell'ex chiesa di San Domenico; nella parrocchiale di San Matteo, a Cannara, dove è presente una interessante pala raffigurante la Madonna in trono con Gesù Bambino tra san Francesco d'Assisi e san Matteo evangelista; ancora a Cannara, nella chiesa di San Giovanni Battista, si trova una bella tempera su tavola con la Madonna con Gesù Bambino tra san Giovanni Battista e san Sebastiano, eseguita nel 1482.

Fondamentali per la sua formazione furono i pittori folignati della prima metà del XV secolo, un gruppo denominato scuola folignate. Ebbero grande importanza per la sua formazione alcuni capolavori e artisti del Rinascimento fiorentino presenti in Umbria come il Polittico di San Domenico del Beato Angelico a Perugia e gli affreschi di Benozzo Gozzoli con le Storie di San Francesco a Montefalco. Successivamente i viaggi nelle Marche arricchirono il suo linguaggio di nuovi apporti culturali ed artistici, particolarmente veneti. L'ultima fase della sua produzione è influenzata dall'opera di Perugino e Pinturicchio, e in particolare dall'opera di Luca Signorelli, il cui stile era si sposa con il gusto drammatico dell'Alunno.