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PITTORI: Nicolò di Pietro Gerini

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

NICOLO' DI PIETRO GERINI

1400-1410

Firenze, chiesa di Orsanmichele

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa raffigurazione quattrocentesca si trova a Firenze nella chiesa di Orsanmichele a Firenze. L'opera viene attribuita al pittore fiorentino Nicolò di Pietro Gerini. Il santo è raffigurato con le vesti pontificali di un vescovo con la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano sinistra. La mano destra è alzata in segno di benedizione al fedele che lo guarda. Il volto esprime un Agostino maturo d'anni con una foltissima barba grigiastra che gli copre tutte le guance. Il santo, che porta l'aureola sopra il capo, è raffigurato in piedi all'interno di una nicchia che ne segue il profilo. La veste, semplice e ricca di piccoli simboli, ha un aspetto gentile e ricco di movimento.

La chiesa di Orsanmichele, che era nota nel passato anche come chiesa di San Michele in Orto, a metà Duecento era in realtà una loggia per il mercato delle granaglie, costruita sull'area di una vecchia chiesa alto medioevale. Solo in seguito venne trasformata in chiesa delle antiche corporazioni fiorentine delle Arti.

A metà del trecento la costruzione fu nuovamente adibita al culto religioso.

 

 

Niccolò di Pietro

Niccolò di Pietro Gerini nasce in Toscana nella seconda metà del Trecento e muore a Firenze nel 1415. la sua attività pittorica è documentata a partire dal 1368.

Fu un prolifico seguace della scuola di Giotto e operò nella tradizione artistica dell'Orcagna e di Taddeo Gaddi. La sua opera pittorica si colloca nel periodo in cui a Firenze l'arte non seppe riprendere gli stimoli e le innovazioni inventive introdotte da Giotto, ma conobbe piuttosto una involuzione a forme di gusto più arcaizzanti e ad una produzione più ripetitiva. Gerini è registrato come collaboratore di Jacopo di Cione nella realizzazione degli affreschi per la sala della corporazione dei Giudici e Notai a Firenze nel 1366. Egli è anche quel "Niccolaio dipintore" che ha lavorato con Jacopo di Cione sulla pala d'altare del Incoronazione della Vergine commissionato dal Albizzi famiglia per San Pier Maggiore a Firenze nel 1370.

Gerini collabora ancora con Jacopo di Cione per la realizzazione di una seconda Incoronazione della Vergine (Accademia, Firenze) nel 1372. L'opera fu commissionata dalla Zecca Vecchia di Firenze quello stesso anno. Nel 1383 Gerini lavora di nuovo con Cione su un affresco dell'Annunciazione nel Palazzo dei Priori a Volterra.

Fra le opere di Niccolò Gerini meglio conosciute, si può ricordare la decorazione della sacrestia della basilica di Santa Croce a Firenze con la descrizione di Scene della vita di Cristo che risale al 1380 circa. Al 1386 risale il lavoro di affrescatura della loggia del Bigallo. Fu certamente un pittore molto attivo, soprattutto nella decorazione ad affresco secondo il gusto che allora predominava. Gerini va annoverato nella cerchia dei tanti pittori che coprirono le chiese di Firenze e del circondario di affreschi, che poi vennero in larga parte coperti nei secoli successivi e a volte ritrovati solo nel Novecento.

Tra le sue opere nell'area fiorentina va ricordato l'affresco visibile nel Tabernacolo di Rimaggino, nella omonima località del comune di Bagno a Ripoli. Tra il 1391 e il 1392 lo troviamo a lavorare a Prato dove affresca il Palazzo Datini e la Sala Capitolare, nota anche come Cappella Migliorati, della chiesa di San Francesco. L'opera fu realizzata con l'aiuto del figlio Lorenzo e di Agnolo Gaddi. In seguitò affrescò anche la Sala Capitolare della chiesa di San Francesco a Pisa. Di una certa importanza si rivela anche il Battesimo dei Santi Pietro e Paolo (1397) alla National Gallery di Londra.

Come è tipico delle raffigurazioni gotiche, Gerini preferisce dipingere i visi con il mento di grandi dimensioni, la fronte spiovente, il naso affilato: i corpi dei personaggi sono per lo più sono tozzi e frontalmente sfollati.