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PITTORI: Niccolò di Pietro

Sant'Agostino vescovo e Sant'Agnese

Sant'Agostino vescovo e Sant'Agnese

 

 

NICCOLO' DI PIETRO

1390-1399

Collezione Privata

 

Sant'Agostino vescovo e Sant'Agnese

 

 

 

La tavola, qui riprodotta assieme a quella di sant'Agnese, costituisce un elemento d'insieme di una pala di grandi dimensioni. Il pannello che raffigura sant'Agostino, così come quello della santa, misura cm 37 × 18.

Per quanto non si conosca con certezza l'autore del dipinto, indicandolo genericamente come un anonimo pittore perugino o veneziano quattrocentesco, la critica ha proposto una identificazione con Nicolò di Pietro, noto anche come Nicolaus Paradixi.

In relazione alla attribuzione cambia anche la data di esecuzione che oscilla fra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento. L'opera presente nella Collezione Gozzadini di Bologna, è stata messa all'asta nel 1906 a Bologna nel corso dell'Asta Rambaldi.

Agostino indossa il piviale episcopale, ma è quasi nascosto dalla tonaca nera monacale degli agostiniani. In testa porta la mitra e un'aureola gli avvolge il capo e il viso. Il volto è austero con una folta barba che gli scende dal mento fin sul petto. La mano sinistra è alzata quasi in segno di benedizione, mentre la destra regge un libro aperto dove si riesce a leggere la scritta: "Sponsa Christi adest vita in cruce semper vita".

Il pittore ha realizzato alle spalle di entrambi i santi uno straordinario scenario con immagini floreali che sembrano altrettanti merletti,

 

 

Niccolò di Pietro

Niccolò di Pietro o Niccolò Paradiso fu seguace di Lorenzo Veneziano e Stefano di sant'Agnese e assai prossimo allo stile di Jacobello del Fiore. Le opere sono firmate e datate dal 1394 al 1416.

Documentato a Venezia dal 1394 al 1427, Niccolò ha un ruolo di rilievo nel periodo di transizione dal Trecento al Quattrocento. Il suo linguaggio trae spunto dalla lezione di Paolo e Lorenzo Veneziano, e di Jacobello del Fiore, e si arricchisce di nuovi spunti coloristici e di una ricerca volumetrica per lo più espressa nella costruzione del trono del dipinto della "Madonna in trono con angeli musicanti e il committente Vulciano Bergarzone di Zara".

Un chiaro interesse verso Altichiero, Tommaso da Modena e la pittura bolognese in genere, porta Niccolò di Pietro verso una interpretazione più sciolta e più serena dei personaggi dei suoi dipinti.

Niccolò di Pietro mostra nei suoi dipinti una pronunciata tendenza ad adattarsi alla pittura tardogotica, tanto da essere considerato uno fra i principali promotori dell'influenza gotica proveniente dal nord nell'arte veneziana. Va altresì ricordato che Nicolò di Pietro era un contemporaneo del famoso maestro Gentile da Fabriano, probabilmente il migliore artista italiano del gotico internazionale. Tra le altre cose Gentile si trovava a Venezia nel 1408 per eseguire lavori nel Palazzo Ducale e i suoi modi raffinati appresi da Nicolò sicuramente ne influenzarono le successive opere.