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PITTORI: Francesco di Stefano

Sant'Agostino

Sant'Agostino

 

 

FRANCESCO DI STEFANO detto PESELLINO

1440-1447

Parigi, Museo del Louvre, Fondo Disegni

 

Sant'Agostino

 

 

 

Questo disegno viene attribuito a Francesco Di Stefano soprannominato il Pesellino. L'opera è conservata a Parigi nel Museo del Louvre, Sezione dei Fondi dei Disegni e delle miniature di Piccolo Formato.

L'opera raffigura sant'Agostino, che indossa l'abito monacale, ma in testa porta la mitra episcopale. Nella mano destra impugna un bastone incompleto, ma che sembra essere quello pastorale. Nella mano sinistra regge un libro chiuso contro il fianco.

Il viso del santo esprime una grande forza interiore che non trova forma in una qualsiasi aspetto, se non in modo generico. Una modesta barba gli copre il mento: la fronte, ampia e libera, conferisce maggiore profondità allo sguardo del santo, che sembra volersi introdurre in una profonda intimità spirituale.

 

 

 

Francesco di Stefanoo

Noto anche con il soprannome di Pesellino, Francesco di Stefano nacque a Firenze verso il 1422. Fu pittore e miniatore. lo stile delle sue opere risente dell'influenza di Filippo Lippi e del Beato Angelico. Il soprannome Pesellino gli derivò dal nonno materno, che lo allevò dopo la morte del padre. Il nonno infatti si chiamava Giuliano d'Arrigo detto il Pesello, presso la cui bottega lavorò dal 1447, costruendo la sua formazione professionale. Nel 1453 aprì una propria bottega con Pietro di Lorenzo del Pratese e Zanobi del Migliore. Fra le sue opere ricordiamo i cassoni dipinti con i Trionfi di Petrarca che si trovano nell'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, che vennero realizzati probabilmente per il matrimonio tra Piero de' Medici e Lucrezia Tornabuoni nel 1444. Alcuni suoi fogli miniati si trovano all'Ermitage e alla Biblioteca Marciana di Venezia: tutti appartenevano a un codice dei Punica di Silio Italico che era di proprietà di Tommaso Parentuccelli, futuro Niccolò V. Altri pannelli di cassone che illustrano Storie di David, oggi conservate alla National Gallery di Londra, furono ordinati dai Medici. Solo un'opera tuttavia è pienamente documentata come sua ed tra l'altro l'ultima di cui si abbia notizia. Si tratta della Pala della Trinità, datata 1455, che si trovava nello scomparso oratorio della compagnia della Santissima Trinità di Pistoia, i cui frammenti furono riuniti nel Novecento alla National Gallery di Londra. Nel 1457 il pittore si ammalò e la pala venne completata nella bottega di Filippo Lippi. Pesellino morì quello stesso anno.