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PITTORI: Schelte Adamsz Bolswert

Agostino cardioforo

Agostino cardioforo

 

 

SCHELTE ADAMSZ BOLSWERT

1625-1640

Utrecht, Museum Catharijneconvent

 

Agostino cardioforo

 

 

 

L'incisione è dell'artista Schelte Adamsz Bolswert che ha segnato in pedice all'immagine l'indicazione dell'autore: "S. à Bolswert fecit et excudit cum privilegio".

Sant'Agostino qui è stato raffigurato a mezza figura dando un grande rilievo all'immagine del viso del santo, non trascurando di visualizzare alcuni attributi iconografici tipici del santo. Nella mano sinistra Agostino regge un cuore fiammante trafitto da una freccia da cui sgorga una goccia di sangue. nella mano sinistra regge un grosso libro chiuso.

Molto efficace e significativa l'immagine del volto di Agostino che ci restituisce un giovane dal volto molto espressivo e dallo sguardo intenso. Agostino porta la mitra episcopale, ma indossa l'abito dei monaci eremitani agostiniani.

Bolswert incise una celebre Vita illustrata di Agostino che apparve a Parigi nel 1624 e fu pubblicata dall'editore Bonenfant sotto il titolo "Magni Patris Avrelii Avgvstini". IAdams Schelte da Bolswert era a quell'epoca uno dei migliori incisori della scuola di Anversa, che in quegli anni stava producendo l'illustrazione di numerose Vite di Santi. Questa vita di Agostino fu ordinata dal priore degli Eremitani di Malines, il frate Giorgio Maigret, che scrisse le note esplicative in fondo alle stampe. L'opera che consta di 28 incisioni, assai curate, è caratterizzata dal tratto nitido e sicuro. Il soggetto principale è ben visibile il che accresce la leggibilità delle scene e dei paesaggi, belli e luminosi. I costumi sono quelli del Seicento: sono stati omessi gli episodi dell'infanzia, cosicché la vita inizia dalla conversione. Queste incisioni ebbero una influenza notevole sulla iconografia agostiniana successiva.

 

 

Vita e opere di Schelte a Bolswert (1586 - 1659)

Lo strano nome di questo artista, il più noto ed il più raffinato fra gli incisori a bulino che lavorarono per Rubens, è riportato come Schetleon negli archivi della gilda dei pittori di Anversa e viene interpretato come Schelderic o Childeric. Nacque a Bolsward, in Frisia, verso il 1586 circa e morì ad Anversa nel 1659. Fratello cadetto di Boetius a Bolswert, fu ammesso nella gilda solo nel 1625. Prima lavorò probabilmente con il fratello Boetius ad Amsterdam ed Haarlem prima di stabilirsi ad Anversa e intrattenne apparentemente rapporti di amicizia con Rubens. Il fratello, Bolswert o Bolswart, Boetius Adam anch'egli incisore fiammingo (Bolsward 1580-1633) fu attivo ad Haarlem, Bruxelles e, dal 1620, ad Anversa, incidendo molte tavole da opere di A. Bloemaert, di Rubens (l'Annunciazione, Cristo colpito dalla lancia), di Van Dyck e altri pittori (Jordaens, Seghers, ecc.). Negli ultimi cinque anni della sua vita Boezio ha lavorato esclusivamente a incisioni su disegni di Rubens. Dopo la morte di Boezio nel 1633, Schelte venne impiegato da Rubens al posto del fratello e lavorà in stretta collaborazione con il pittore, che a volte ha ritoccato le sue prove. Ottimo incisore Schelte (Bolsward ca. 1581 - Anversa 1659) dal 1611 lavorò ad Amsterdam, poi ad Anversa e dal 1628 a Bruxelles. Le sue incisioni sono generalmente tratte da opere di J. Jordaens, T. Rombouts e soprattutto da Rubens. Se alcune incisioni ispirate da Abraham Bloemaert, Gillis van Conixloo o David Vinckboons sono opere giovanili, la parte più importante della sua produzione è senz'altro di ispirazione rubensiana. Dopo la morte di Rubens, egli perpetuò del resto lo stile grafico voluto dal maestro e ha continuato a incidere le sue opere. E' grazie a lui che i paesaggi di Rubens, opere molto personali, conosceranno una grande popolarità ed eserciteranno una profonda influenza sulla paesaggistica del Settecento e dell'Ottocento. Egli fu inoltre un felice interprete dei maestri vicini a Rubens, Antoon van Dyck, Jacob Jordaens, ma anche di Abraham van Diepenbeck ed Erasmus Quellyn. Da segnalare alcune lastre incise da opere di Theodor Rombouts e Gérard Seghers, pittori caravaggeschi di Anversa. Bolswert lavorava esclusivamente con il bulino e sembra che non abbia mai fatto uso di puntasecca. La libertà di esecuzione che questo eccellente artista ha gestito è fantastica, la pittoresca rugosità di incisione, che poteva ottenere senza alcun altro strumento di assistenza, e la capacità che possedeva nel distinguere differenti masse di colore, sono sempre stato ammirati dagli intenditori. Joseph Strutt aggiunge che le stampe di Bolswert "sono le esatte trascrizioni delle immagini incise e che questo autore ha ottimamente reso il disegno, senza alcuna intromissione".