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PITTORI: Fredeau Ambrogio

Apoteosi di sant'Agostino

Apoteosi di sant'Agostino

 

 

FREDEAU AMBROGIO

1655-1657

Tolosa, Museo des Augustins

 

Apoteosi di sant'Agostino

 

 

 

Questa tela, piuttosto malconcia, di Ambroise Frédeau fu dipinta fra il 1655 e il 1657, dopo che il pittore aveva preso i voti nel monastero agostiniano di Tolosa. L'opera che raffigura l'apoteosi di sant'Agostino risente del nuovo stato d'animo del pittore, la cui sensibilità cerca di rendere appieno la sua condizione spirituale di monaco agostiniano. Dipinta a olio su tela, la scena presenta alcuni monaci, di cui distingue la tonaca nera.

La scena rappresenta un riconoscimento alla grandezza di Agostino e della sua vita, che si ispira al passo di Timoteo: "Non coronabitur nisi qui legitime certaverit." Tre corone sono solitamente utilizzate per esprimere la gloria del santo, il cui significato è da riconoscere in tre simboli: la verginità, la scienza e il martirio.

L'episodio riprende passi della Epistola XVIII ad Cyrillum Jerosolymitanum episcopum dello Pseudo Agostino.

 

Fu sepolto nella Cattedrale di S. Stefano, ed è fama comune, che il Santo Padre nel punto della sua morte apparisse a un suo Religioso, vestito alla Pontificale, assiso in cielo sopra le Nubi, circondato di splendori; con occhi luminosi come i raggi del Sole, e che tramandava una gran fragranza di odori.

Grandi Vittore Silvio, VITA DELL' DOTTOR DELLA CHIESA S. AURELIO AGOSTINO, VESCOVO DI BONA IN AFRICA. VNITEVI LE CONFESSIONI E REGOLA DEL MEDESIMO S. PADRE, COLLA STORIA E CONFUTAZIONE DOGMATICA DELLE ERESIE MANICHEA, DONATISTA E PELAGIANA; E COLL'INDICE DELLE CONGREGAZIONI MILITANTI SOTTO IL SUO INSTITUTO E DI TUTTI GLI LIBRI DA LUI DATI ALLA LUCE, pag. 293-294, Venezia 1712

 

 

Ambroise Frédeau

Ambroise Frédeau era figlio di Antoine Frédeau, pittore e di Marie de Villain. Aveva tre fratelli: Michelle sposata con Simone Camp, Jean architetto e maestro scultore, sposato con Antoinette Morizot e Mathieu pittore, sposato con Clémence Legrand.

Nacque verso il 1589 a Tolosa dove morì nel 1673. Studiò pittura presso Simon Vouet. Nel 1640 prese l'abito agostiniano e l'anno seguente fece la sua professione in qualità di frate laico nel convento degli Agostiniani di Tolosa.

Secondo quanto attestano i Padri Duchesne e Salinge egli aveva decorato le cappelle e le sale del monastero, dove dipinse, nella Cappella di S. Anna, un sant'Agostino che riceve l'abito dei monaci, e, nel Convento degli Agostiniani di Tolosa (attualmente adibito a Museo), un sant'Agostino che offre il suo cuore a Gesù Cristo in braccio alla Vergine Maria.

Quest'ultima opera si trova nella chiesa parrocchiale di Grenada. Fra le altre sue opere conosciute ricordiamo un San Guglielmo di Tolosa (755-812) tormentato da demoni conservato nel Museo des Augustins di Tolosa; la Visita del Cristo risorto ai Padri prigionieri in un limbo nella chiesa certosina di San Pietro sempre a Tolosa e infine un san Nicola da Tolentino confortato dagli angeli in mezzo a un concerto musicale (1650). Questa tela, che si trova nel Museo di Tolosa, è assai luminosa, con una composizione piuttosto popolosa e senz'altro più ordinata rispetto alle più complesse opere di Herrera o di Espinosa. Fra il 1643 e il 1644 ebbe come allievo Jean-Pierre Rivalz.