Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Fredeau AmbrogioPITTORI: Fredeau Ambrogio
Agostino riceve l'abito monastico da sant'Ambrogio e san Simpliciano
FREDEAU AMBROGIO
1657
Tolosa, Museo des Augustins
Agostino riceve l'abito monastico da sant'Ambrogio e san Simpliciano
Questa importante tela di Ambroise Frédeau fu dipinta nel 1657, dopo che il pittore aveva preso i voti nel monastero agostiniano di Tolosa. L'opera che raffigura la vestizione di sant'Agostino risente del nuovo stato d'animo del pittore, la cui sensibilità cerca di rendere appieno la sua condizione spirituale di monaco agostiniano.
Il quadro presenta un leggendario episodio della vita di Agostino. Secondo questa leggenda che si diffuse nel medioevo, dopo la fondazione dell'Ordine agostiniano, Agostino in occasione del suo battesimo a Milano avrebbe ricevuto l'abito monastico dalle mani di sant'Ambrogio e san Simpliciano.
Il dipinto fu eseguito nel 1657 Ambroise Fredeau, un pittore francese di metà Seicento. Dipinto ad olio, il quadro misura 224 cm in altezza e 168 in larghezza. L'opera fu eseguita sicuramente per uno dei refettori del convento, il cui programma iconografico fu molto probabilmente dettato da Simplicien Padre Saint Martin. Il quadro riporta in basso a sinistra la scritta lacunosa ... FR. FRDEAU ...ET... 57 che indica autore e data. L'opera è affollata da molti personaggi sia principali che secondari. In primo piano troviamo la figura di Agostino inginocchiato davanti al vescovo Ambrogio che gli offre l'abito monacale. Al suo fianco vediamo Simpliciano in abiti monacali agostiniani che offre ad Agostino la cintura di cuoio. A sinistra, leggermente discosta, si intravede Monica anch'essa in abiti monacali agostiniani. Attorno a questi personaggi si affollano altri attori: sono chierici, ragazzi, chierichetti e gente comune, che si affaccia dai balconi della straordinaria architettura interna della chiesa dove si svolge la cerimonia, in un tripudio cromatico di colori.
Nel 1309 gli Eremitani di sant'Agostino fondarono un convento nel centro di Tolosa. Con l'autorizzazione di papa Clemente V, i lavori furono rapidamente avviati sotto la direzione di Jean de Lobres, capomastro della cattedrale di Santo Stefano. Nel 1341, quando nel convento si riunì l'assemblea generale dell'ordine, erano sicuramente già realizzate le quattro campate della chiesa, il campanile e le sale capitolari, nonché la prima galleria del chiostro. Le gallerie del chiostro grande furono completate alla fine del Trecento, quando nel convento vivevano, lavoravano e pregavano ormai quasi duecento monaci. La chiesa è organizzata attorno ad un'unica grande navata, senza transetto, aperta su un'abside con tre sole cappelle. La sua costruzione, rallentata dal grande incendio che devastò Tolosa nel 1463, fu terminata e consacrata nel 1504.
Nel 1626 fu costruito un piccolo chiostro di ispirazione rinascimentale adibito a parlatorio per i monaci. Sebbene il convento, con la sua biblioteca di prim'ordine, rimanesse un importante centro di studi e commissioni artistiche, la diminuzione delle risorse portò al declino della comunità: dai 200 monaci nei secoli XIV e XV, si passò a soli 31 nel 1680 e pochissimi al tempo della Rivoluzione.
La Rivoluzione Francese fermò definitivamente le attività religiose del convento, che fu dismesso e poi smembrato nel 1790 all'epoca della soppressione degli ordini monastici. Il consiglio dipartimentale decretò infine la creazione di un “Museo Provvisorio del Sud della Repubblica”, che fece del Musée des Augustins uno dei musei più antichi di Francia, dato che fu inaugurato nell'agosto del 1795, subito dopo il Louvre.
PSEUDO AGOSTINO, Ad fratres in heremo, Sermo XXVII
PSEUDO AMBROGIO, Sermo de baptismo et conversione s. Augustini, 1623
Ambroise Frédeau
Ambroise Frédeau era figlio di Antoine Frédeau, pittore e di Marie de Villain. Aveva tre fratelli: Michelle sposata con Simone Camp, Jean architetto e maestro scultore, sposato con Antoinette Morizot e Mathieu pittore, sposato con Clémence Legrand. Nacque verso il 1589 a Tolosa dove morì nel 1673. Studiò pittura presso Simon Vouet. Nel 1640 prese l'abito agostiniano e l'anno seguente fece la sua professione in qualità di frate laico nel convento degli Agostiniani di Tolosa.
Secondo quanto attestano i Padri Duchesne e Salinge egli aveva decorato le cappelle e le sale del monastero, dove dipinse, nella Cappella di S. Anna, un sant'Agostino che riceve l'abito dei monaci, e, nel Convento degli Agostiniani di Tolosa (attualmente adibito a Museo), un sant'Agostino che offre il suo cuore a Gesù Cristo in braccio alla Vergine Maria.
Quest'ultima opera si trova nella chiesa parrocchiale di Grenada. Fra le altre sue opere conosciute ricordiamo un San Guglielmo di Tolosa (755-812) tormentato da demoni conservato nel Museo des Augustins di Tolosa; la Visita del Cristo risorto ai Padri prigionieri in un limbo nella chiesa certosina di San Pietro sempre a Tolosa e infine un san Nicola da Tolentino confortato dagli angeli in mezzo a un concerto musicale (1650). Questa tela, che si trova nel Museo di Tolosa, è assai luminosa, con una composizione piuttosto popolosa e senz'altro più ordinata rispetto alle più complesse opere di Herrera o di Espinosa. Fra il 1643 e il 1644 ebbe come allievo Jean-Pierre Rivalz.