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Madonna che offre la cintura alle Suore Agostiniane
GIROLAMO DONNINI
1725-1730
Camerano, chiesa dell'Immacolata
Madonna che offre la cintura alle Suore Agostiniane
La tela che raffigura la Vergine che distribuisce il sacro cingolo alle monache agostiniane è opera di Girolamo Donnini. La tela invece che raffigura la Vergine e i santi Monica, Agostino e Domenico è opera di Carlo Maratta o Maratti, pittore nato a Camerano nel 1625, che in questa città ha lasciato questa splendida opera nella chiesa dell'Immacolata. La tela raffigura la Madonna con il Bambino in grembo, che accetta la devota adorazione di santa Monica, Agostino e san Domenico.
Questa pala d'altare venne realizzata probabilmente verso il 1643-1650.
Sant'Agostino è ritto in piedi con i suoi attributi episcopali e conversa con san Domenico. Monica invece, vestita da monaca, è inginocchiata e bacia i piedi al bambino.
Originariamente la chiesa dell'Immacolata era di modeste dimensioni. Venne radicalmente trasformata nel 1676, con l'aggiunta della navata principale. In quella occasione la facciata fu spostata su Via Maratti. Nel 1744 Benedetto XIV la promosse a sede arcipreturale e pertanto venne incorporata alla nuova Insigne Collegiata, con tutti i privilegi e benefici annessi. Nel 1810 fu soppressa con decreto napoleonico. Ma nel 1842 un nuovo restauro voluto dall'arciprete Don Luigi Petrelli la ripristinò al culto.
Questa chiesa viene considerata la più antica di Camerano. Sorta come Pieve fuori dalla primitiva cinta muraria, fu dedicata a San Pietro Apostolo. Lo attesta una Bolla di Alessandro III datata Venezia 1177 e diretta all'Abate Rustico ed ai Monaci di Portonovo, dove è nominata una "ecclesiam S. Petri in Castro Camurani cum Parochianis suis'.
Una bolla del 1478 di mons. Antonio Fatati, Vescovo di Ancona, che regola l'istituzione del giuspatronato sulla chiesa di S. Germano nomina la chiesa di Camerano con il titolo di "Paroeciae Beatae Mariae Virginis sub Titulo Sanctissimae Conceptionis". E' lo stesso titolo che conserva ancora oggi.
All'interno della chiesa sono conservate numerose opere d'arte, fra cui ricordiamo: una Madonna di Carlo Maratta, la Traslazione della Santa Casa di Loreto (sec. XVIII), una Madonna che offre la cintura alle Suore Agostiniane di Girolamo Donnini (1725-1730), l'Apparizione della Madonna a S. Filippo Neri (sec. XVII), l'Immacolata Concezione, la Madonna della Speranza, una Madonna con il Bambino e i Santi Giuseppe, Pietro, Nicola da Tolentino ed altri, un'altra Madonna con Bambino e i Santi Giuseppe, Anna, Giovanni Battista ed altri. Nell'abside si trova un coro ligneo con undici scanni che presumibilmente risale al periodo della Collegiata di fine Settecento.
L'interno della chiesa è illuminata da otto piccole finestre circolari e da due finestroni all'inizio dell'abside. Il pavimento rifatto nel 1971 ha evidenziato numerose sepolture antiche nei sotterranei.
Girolamo Donnini
Pittore del tardo barocco italiano, Girolamo Donnini nacque a Correggio nel 1681. Suo maestro fu Francesco Stringa a Modena e successivamente studiò con Giovanni Gioseffo dal Sole a Bologna e con Carlo Cignani a Forlì. Quest'ultimo ebbe un forte influsso sul suo stile artistico. A Torino realizzò i dipinti nella cappella di S. Giuseppe nella Basilica del Corpus Domini. Altri lavori furono eseguiti a Pescia nella chiesa delle Salesiane, a Rimini nella chiesa di S. Francesco e di S. Eufemia, a Bergamo, a Faenza, a Tivoli, a Reggio Emilia e in molti altri centri della Romagna, oltre che nella sua città natale di Correggio. Donnini conobbe un notevole successo soprattutto fra la nobiltà bolognese, specializzandosi nella produzione di dipinti di genere profano. Suo allievo fu Francesco Boni, noto anche come 'il Gobbino de' Sinibaldi'. Donnini morì a Bologna nel 1743.