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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Palma il GiovanePITTORI: Palma il Giovane
Particolare di sant'Agostino
JACOPO NEGRETTI detto PALMA IL GIOVANE
1544-1628
Lubiana, chiesa delle Orsoline
Madonna col Bambino in gloria e Santi
Di Palma il Giovane sono note due rappresentazioni di Agostino, una nella cattedrale di Traù e un'altra nella chiesa delle Orsoline a Lubiana che è riprodotta a fianco. In una scenografia piuttosto movimentata, con la presenza di diversi santi, fra cui san Giovanni, il Battista, san Francesco, sul lato destro sono stati raffigurati Agostino e sua madre Monica.
Agostino è presentato nelle abituali vesti di vescovo, ha un viso attentissimo a quanto gli accade sopra la testa, mentre Monica volge lo sguardo con delicatezza al centro della scena dove si muovono gli altri santi che glorificano il bambino. Monica è vestita da suora e reca in mano con grande fervore una pisside che contiene l'ostia sacra.
La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.
Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.
Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)
Iacopo Negretti
Iacopo Negretti viene detto Palma il Giovane per distinguerlo dal prozio Jacopo da Palma il Vecchio. Nato da Antonio e Giulia de' Pitati, appartenenti ad una famiglia di artisti e pittori, fu subito iniziato agli studi d'arte sulle orme dello zio del padre, Palma il Vecchio e del fratello della madre, Bonifacio de' Pitati, detto Bonifacio Veronese. Il suo stile risente della influenza di Raffaello e Tintoretto, ma pure di Tiziano, suo vero maestro, col quale in seguito collaborò portandone anche a termine il celebre dipinto La Pietà. L'inizio della sua produzione artistica data verso il 1565. Nel 1582 si sposò con Andriana Fondra, che tuttavia gli fu motivo di molte preoccupazioni. Ebbe grande fortuna nel bergamasco, terra d'origine del padre. Morì "oppresso dal catarro" nel 1628, senza che nessuno tra i suoi eredi continuassero le gesta pittoriche dei Palma.