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Estasi di sant'Agostino
ANTON VAN DICK
1628
Collezione Privata
Estasi di sant'Agostino
La tavola di van Dyck è di proprietà privata ad olio di dimensioni 44,5x28 e fu esposta alla mostra "Van Dick as Religious Artist" tenutasi a Princeton dove fu elencato al numero 37. Probabilmente si tratta del vero primitivo bozzetto poichè è sfumato e diafano, più simile a un disegno che a un bozzetto. Potrebbe trattarsi di un primo tentativo di impostazione dell'opera che van Dick in seguito scartò.
L'opera è databile verso il 1628. Il tema segue un filone diffuso nel primo Seicento: Agostino, in compagnia della madre, rivolge lo sguardo al cielo, aiutato da alcuni angeli che lo prendono per mano. In alto appare la visione di Cristo e della Trinità in un festoso movimento di angeli.
D. Augustinus in intentissimo Dei amore positus ter a Domino interrogatur: 'Augustine amas me ? ' Cum ille: ita amo Te, ut si ego Deus forem, vellem ego fieri. Il dialogo è tratto da Giovanni XXI e ricorda l'interrogatorio di Pietro.
Si legge anche che un uomo di molta pietà in un'estasi vide tutti i santi, ma per quanto cercasse, non riusciva a vedervi S. Agostino. Ne domandò la ragione ed il santo cui si era rivolto gli disse: - Agostino è nel più alto dei cieli e contempla la Santissima Trinità.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, 9
CORNELIUS LANCELOTZ, Vita Augustini, Anversa 1616
Anton Van Dick (1599-1641)
Allievo e poi collaboratore di Rubens, van Dick nasce ad Anversa nel 1599. Qui operò così bene da venire invitato nel 1620 alla corte inglese di Giacomo I. Sceso in Italia nel 1621, lavorò a Genova. Alla prepotente vitalità di Rubens, Van Dick sostituisce un'eleganza raffinata e nervosa. Ritornò in patria nel 1626 e dal 1632 si trasferì a Londra, dove morì nel 1641. Pittore di Carlo I e dell'aristocrazia, nell'ultimo decennio accentuò la sapiente eleganza del suo stile e lasciò alla pittura inglese il modello del ritratto aulico che fu vitale fino all'Ottocento.