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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Ubaldo GandolfiPITTORI: Ubaldo Gandolfi
Agostino con i santi Antonio abate e Nicola da Tolentino: particolare di Agostino
UBALDO GANDOLFI
1769
Pieve di Budrio, chiesa dei SS. Gervasio e Protasio
Agostino con i santi Antonio abate e Nicola da Tolentino
La pala è sicuramente di committenza agostiniana, sia pure con la presenza di sant'Antonio abate ed eremita. L'opera è stata attribuita a Ubaldo Gandolfi che dovrebbe averla realizzata verso i primi anni sessanta del Settecento, poichè lo stile mostra un certo indugio tradizionale, per quanto riscattato da una pittura ariosa e da un ricco impasto cromatico.
A destra è riconoscibile san Nicola da Tolentino con il giglio nella mano destra e la stella raggiata sul petto. L'espressione del santo ha una certa intonazione realistica in conformità all'interesse da ritrattista del pittore. Al centro in cattedra troviamo sant'Antonio connotato da un forte realismo, che si estrinseca nell'inserzione di un cinghiale in primo piano, simbolo di sant'Antonio abate, raffigurato con crudo realismo.
A sinistra giganteggia la figura di Agostino che si rivolge ad Antonio e con la mano destra sembra indicare un passo della scrittura che sta leggendo su un grande libro aperto. Ai suoi piedi è deposto il bastone pastorale. Il suo volto, arricchito da una folta barba, esprime bene la capacità di introspezione del pittore, che è poi una delle ragioni della modernità della sua arte.
Ubaldo Gandolfi
Nato a San Matteo della Decima nel 1728 fu attivo principalmente a Bologna e dintorni. All'età di diciassette anni fu ammesso all'Accademia Clementina, dove fu allievo di Ercole Graziani il giovane, Felice Torelli e Ercole Lelli. La sua era una grande famiglia di prolifici artisti, tra i quali si possono ricordare i suoi figli Giovanni Battista e Ubaldo Lorenzo, il fratello Gaetano e i nipoti Mauro, Democrito e Clementina. Lo stile artistico di Ubaldo Gandolfi si sviluppa a cavallo fra il Barocco ed il Neoclassico e richiama abbastanza strettamente lo spirito di Ludovico Carracci. Egli completò, fra il 1770 e il 1775, una serie di tele a carattere mitologico per il Palazzo Marescalchi di Bologna, due delle quali si trovano ora nel Museum of North Carolina. Morì a Ravenna nel 1781.