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PITTORI: Simone Martini

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa al Museo Pusc'kin di Mosca

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

SIMONE MARTINI

1321-1325

Mosca, Museo Pusc'kin

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

 

Maestosa figura di sant'Agostino, che ricorda molto da vicino il sant'Agostino del polittico di Cambridge con cui ha molti punti di contatto: le figure in effetti sono quasi identiche. La critica propende per una datazione dell'opera attorno agli anni 1321-1325 circa. Si tratta dunque di un'opera giovanile, che tuttavia già mostra l'eccezionale capacità di Martini di rendere con dolcezza le forme e le espressioni dei visi. Tempera su tavola, il quadro di Martini, ci presenta un Agostino vestito da vescovo che impugna con la destra il pastorale, mentre con la sinistra regge un libro chiuso. Le mani sono inguantate, mentre un grande fermaglio chiude il mantello: il viso esprime una efficace intensità nello sguardo del santo, il cui viso, maturo ma giovanile sa mostrare tutta la forza del pensiero speculativo del vescovo di Ippona.

Realizzata a tempera su legno di legno, con doratura, la tavola misura 66 x 49,3. Il supporto era costituito da una unica tavola di pioppo, ma nell'Ottocento la tavola originaria è statamontata su un nuovo supporto.

La doratura originaria è stata rimossa e sostituita. L'opera è correlazione a una tavola che raffigura Maria maddalena: i due pannelli erano originariamente parti di un polittico, probabilmente composto di cinque tavole. Nella collezione Ščekin la raffigurazione di Maria Maddalena era ritenuta opera di Simone Martini, mentre quella di sant'Agostino era attribuita a Pietro Lorenzetti. Nell'inventario del Museo di Belle Arti entrambi i dipinti furono registrati come opere di scuola senese del XIV secolo, e successivamente furono inserite nell'inventario del Museo Puškin sotto il nome di Lippo Memmi. Un attento studio delle opere evidenzia l'alto livello di esecuzione che non lascia dubbi sulla loro attribuzione a Simone Martini.

Nonostante il livello abbastanza alto di esecuzione, questa composizione rappresenta tuttavia più probabilmente l'opera di un discepolo di Simone Martini, forse di Lippo Memmi.

Le tavole furono acquistate da M. S. Ščëkin in Italia e nel 1909 furono donate da Ščekin al Museo Pusc'kin.

 

 

Simone Martini

Simone Martini nasce a Siena nel 1284. Si suppone che sia stato allievo di Duccio da Buoninsegna. Del 1315 è la sua prima Maestà a Siena. Martini è ancora molto giovane, ma sicuramente è già un pittore qualificato. Nel 1321, l'affresco verrà ritoccato dallo stesso autore: un documento del 1317 attesta il pagamento a suo favore da parte di Roberto d'Angiò, forse come ricompensa per la tavola che raffigura San Ludovico di Tolosa (fratello di Roberto) che incorona il d'Angiò. In quegli anni il pittore lavora alla decorazione della cappella di San Martino nella Basilica Inferiore di San Francesco ad Assisi. Considerata la più alta espressione dei valori cortesi e cavallereschi, la cappella rappresenta un perfetto connubio tra valori religiosi e laicità. Nel 1319 la presenza di Martini è attestata a Pisa, dove dipinge un polittico per la chiesa del convento di Santa Caterina. Dal 1320 in poi il pittore e la sua bottega producono molti altri politici di pregio, oggi disseminati in numerose città del mondo, da Orvieto a Boston, a Cambridge. Numerosi documenti evidenziano un continuo rapporto di lavoro con la città di Siena. Del 1328 è l'affresco dedicato a Guidoricco da Fogliano, conquistatore di Montemassico, un'opera che fronteggia la Maestà nel Palazzo pubblico. Nel 1333 Martini giunge a Firenze, dove dipinge l'Annunciazione oggi agli Uffizi. Negli anni successivi, probabilmente a partire dal 1339, il pittore si trasferisce ad Avignone, presso la Corte papale dove trascorrerà il resto della vita. Egli lavora per papa Benedetto XII, producendo opere in gran parte perdute. Fa eccezione un polittico dedicato a Napoleone Orsini. Martini è il primo artista a portare oltralpe lo stile artistico italiano. La sua presenza in Francia è di fondamentale importanza poichè ha contribuito alla nascita di un gotico internazionale, che si diffonde grazie all'opera dei miniatori. Anche Martini è un miniatore: ne conserviamo il frontespizio di un manoscritto di Virgilio con note di Petrarca. Il pittore muore ad Avignone nel 1344.