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Agostino con la Vergine e sant'Anna
AGOSTINO CON LA VERGINE E SANT'ANNA
La madre della Vergine, è titolare di svariati patronati quasi tutti legati a Maria; poiché portò nel suo grembo la speranza del mondo, il suo mantello è verde, per questo in Bretagna dove le sono devotissimi, è invocata per la raccolta del fieno; poiché custodì Maria come gioiello in uno scrigno, è patrona di orefici e bottai; protegge i minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti e tornitori.
Siccome insegnò alla Vergine a fare pulizia e a pulire la casa, a cucire, tessere, è patrona dei fabbricanti di scope, dei tessitori, dei sarti, fabbricanti e commercianti di tele per la casa e biancheria. E' soprattutto la patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti, ed è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale. Il nome di Anna deriva dall'ebraico Hannah (grazia) e non è ricordata nei Vangeli canonici. Ne parlano invece i vangeli apocrifi della Natività e dell'Infanzia, di cui il più antico è il cosiddetto "Protovangelo di san Giacomo", scritto non oltre la metà del II secolo.
Il "Protovangelo di san Giacomo" racconta come Gioacchino, sposo di Anna, fosse un uomo pio e molto ricco e abitasse vicino a Gerusalemme, nei pressi della fonte Piscina Probatica. Un giorno mentre stava portando le sue abbondanti offerte al Tempio come faceva ogni anno, il gran sacerdote Ruben lo fermò dicendogli: "Tu non hai il diritto di farlo per primo, perché non hai generato prole".
Gioacchino ed Anna erano sposi che si amavano veramente, ma non avevano figli e ormai data l'età non ne avrebbero più avuti: secondo la mentalità ebraica del tempo, il gran sacerdote scorgeva la maledizione divina su di loro, per questo motivo erano sterili. L'anziano ricco pastore, per l'amore che portava alla sua sposa, non voleva trovarsi un'altra donna per avere un figlio; pertanto addolorato dalle parole del gran sacerdote si recò nell'archivio delle dodici tribù di Israele per verificare se quel che diceva Ruben fosse vero e una volta constatato che tutti gli uomini pii ed osservanti avevano avuto figli, sconvolto non ebbe il coraggio di tornare a casa e si ritirò in una sua terra di montagna e per quaranta giorni e quaranta notti supplicò l'aiuto di Dio fra lacrime, preghiere e digiuni.
Anche Anna soffriva per questa sterilità, a ciò si aggiunse la sofferenza per questa fuga del marito; quindi si mise in intensa preghiera chiedendo a Dio di esaudire la loro implorazione di avere un figlio. Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò: "Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo". Così avvenne e dopo alcuni mesi Anna partorì. Il "Protovangelo di san Giacomo" conclude: "Trascorsi i giorni necessari si purificò, diede la poppa alla bimba chiamandola Maria, ossia la prediletta del Signore". Altri vangeli apocrifi dicono che Anna avrebbe concepito la Vergine Maria in modo miracoloso durante l'assenza del marito, ma è evidente il ricalco di un altro episodio biblico, la cui protagonista porta lo stesso nome di Anna, anch'ella sterile e che sarà prodigiosamente madre di Samuele.
Gioacchino portò di nuovo al tempio con la bimba, i suoi doni: dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Dopo i tre anni Gioacchino non compare più nei testi, mentre invece Anna viene ancora menzionata in altri vangeli apocrifi successivi, che dicono visse fino all'età di ottanta anni, inoltre si dice che Anna rimasta vedova si sposò altre due volte, avendo due figli la cui progenie è considerata, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come la "Santa Parentela" di Gesù. Il culto di Gioacchino e di Anna si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente anche a motivo delle numerose reliquie portate dalle Crociate. La prima manifestazione del culto in Oriente, risale al tempo di Giustiniano, che fece costruire nel 550 circa a Costantinopoli una chiesa in onore di sant'Anna. L'affermazione del suo culto in Occidente fu graduale e più tarda nel tempo, tuttavia la sua immagine si trova già tra i mosaici dell'arco trionfale di S. Maria Maggiore, che risale al secolo V, e tra gli affreschi di S. Maria Antiqua (secolo VII). Il suo culto cominciò verso il X secolo a Napoli e poi man mano si estese in altre località, fino a raggiungere la massima diffusione nel XV secolo, al punto che papa Gregorio XIII (1502-1585), decise nel 1584 di inserire la celebrazione di sant'Anna nel Messale Romano. Il suo culto si diffuse maggiormente nei Paesi dell'Europa Settentrionale anche grazie al libro di Giovanni Trithemius "Tractatus de laudibus sanctissimae Annae" pubblicato a Magonza nel 1494.
Le rappresentazioni iconografiche di Agostino Con la Vergine e sant'Anna
Jan van Doornicke (1510-1520) a Parigi, Museo del Louvre
Maestro di Altamura (1730-1750) a Altamura, chiesa di sant'Agostino