Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Conventualismo > Monasteri > Australia > In Corea

Conventi agostiniani IN AUSTRALIA: Verso la Corea

Agostino presentato al Maestro dai suoi genitori in un affresco di Benozzo Gozzoli

Agostino presentato al Maestro dai suoi genitori

 

 

GLI AGOSTINIANI D'AUSTRALIA

 

 

 

Un frate filippino in Corea

di Baltazar Belocura O.S.A.

 

 

P. Baltazar, un membro della Provincia di Cebu, sta attualmente svolgendo il proprio ministero presso la parrocchia dello Spirito Santo a St. Clair, Sidney, in Australia e da lì si è portato per qualche tempo in Corea da cui nasce questa testimonianza.

In tutta la mia vita sacerdotale la mia partenza sabbatica verso l'Australia è stato il primo viaggio oltre i confini del mio amato paese, le Filippine. Durante questo "soggiorno" sono capitato in Corea dove sono stato per una settimana. Tutto ciò che riesco a mettere insieme di quel breve soggiorno sono dunque solo alcune impressioni. Superato il controllo per il passaporto e gli altri documenti, mi sono avvicinato all'uscita del terminal dell'aeroporto di Seul e qui ho preso il più grosso spavento della mia vita.

Non c'era nessun filippino in vista e non riuscivo a scorgere nessun volto familiare tra la folla. Improvvisamente mi sono reso conto che stavo dicendo ad alta voce "Dio mio, ora cosa faccio!". È stato questo il mio primo incontro con il Signore in questo paese straniero: erano passati solo pochi minuti, ma a me erano sembrate ore, ed iniziavo a preoccuparmi seriamente. Sentivo il sangue pulsarmi nelle vene, battermi nelle tempie, mentre le prime gocce di sudore iniziavano ad imperlarmi la fronte. Avevo le stesse sensazioni che si provano dopo aver assaggiato la piccantissima "salsa wasabe". Poi, un viso familiare è sbucato tra la folla: con profondo senso di sollievo ho abbracciato il mio confratello Arlon. Il motivo del suo ritardo era dovuto al fatto che aveva dovuto accompagnare la famiglia di un lavoratore emigrante filippino che era morto. Il mio primo incontro con i filippini in questo paese mi ha aiutato a comprendere perché il consolato coreano era stato così severo con me. Era qualcosa che aveva a che fare con i loro visti: si tratta di un problema che pesa moltissimo sui filippini che vengono in Corea in cerca di pascoli più verdi e maggiori possibilità di guadagno. La mia prima notte in Corea è stata una grande festa. Le comunità di Inchon e Kanghwa si sono riunite per portarmi a cena fuori. Il cibo era eccellente, piccantissimo, ma squisito.

Ho notato che anche durante i pasti i coreani sono molto accoglienti: persino mentre mangiano si percepisce un marcato senso fraternità e di servizio. A tavola si raccontano le storie più buffe e poi c'è l'abitudine caratteristica di condividere il cibo. Quando mangi, non pensi solo a servirti, ma devi sempre pensare anche agli altri che siedono accanto a te: è un segno di fratellanza e di condivisione che non risalta solo tra commensali, ma che è evidente anche nella loro etica del lavoro e nel loro nazionalismo. La mia permanenza è trascorsa visitando Seul e Kanghwa, le due località dove si trovano rispettivamente la casa ed il centro di formazione degli agostiniani. Durante queste visite ho potuto avere un'immagine della religiosità dei coreani: un profondo senso di serenità pervade la loro vita spirituale, i luoghi di culto di qualunque religione vengono profondamente rispettati e le chiese cristiane stanno proliferando come funghi. Di sera il profilo della città che si staglia contro il cielo è tutto ornato di croci colorate. Ciascun colore distingue una particolare chiesa cattolica dalle altre chiese cristiane, ed ogni colore è dunque come un codice distintivo del nome e della confessione di ogni chiesa. A Inchon, gli agostiniani hanno trovato un loro spazio d'azione nell'apostolato svolto con i ragazzi di strada, oltre al lavoro ospedaliero e ad un servizio di assistenza e di sostegno. C'è una casa che offre alloggio ai giovani e che viene gestita dai nostri confratelli. Gli agostiniani offrono inoltre consolazione e opportunità di riflessione nella Casa di Formazione/Priorato e si prendono cura delle persone che cercano il perdono di Dio attraverso i Sacramenti o semplicemente una guida ed un consiglio.

Il carisma degli agostiniani è estremamente visibile in questi luoghi. A Seul ho avuto il piacere di conoscere tutto lo staff del Centro Cattolico Filippino e di vedere il tipo di apostolato svolto nella capitale della Corea. Personalmente desidero ringraziare i PP. Arlon, Michael, Brian, Mandy, Adam e gli studenti in formazione per la loro ospitalità e fraternità, nello spirito agostiniano, che ho potuto apprezzare in entrambe le comunità. Questa esperienza ha sicuramente cambiato l'idea che avevo in precedenza della Corea, un paese che ora mi appare in tutta la sua positività e in tutto il suo fascino.