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Sottomissione dell'antipapa Felice
CONVENTO AGOSTINIANO DI S. NICOLA A TOLENTINO
GLI AFFRESCHI DEL CHIOSTRO
QUADRO 22: LA SOTTOMISSIONE DELL'ANTIPAPA FELICE A EUGENIO IV
FIGURA SIMBOLICA
La pudicizia
Giovane figura femminile, con il braccio e il seno sinistro scoperti che stringe a sé un giglio, simbolo per eccellenza di pudicizia e verginità.
Figura simbolica
BLASONE
Conventati rme: troncato: nello di colore indefinito, al giglio di nero; nel 2° sbarrato di rosso e di colore indefinito di sette pezzi; alla fascia d'azzurro caricata di tre stelle d'oro di otto raggi sulla partizione.
I Conventati furono un'importante famiglia maceratese.
SCENA
La composizione, come in altri casi, sfrutta l'accorgimento prospettico della scalinata che dal proscenio si eleva verso l'alto, accentuando la profondità e la monumentalità della scena.
In alto, sotto un ampio tendaggio è posto il seggio del Pontefice davanti al quale si inginocchia l'antipapa Felice, determinando così la fine dello scisma.
Artefice del miracolo è san Nicola, appena canonizzato e proclamato protettore della Chiesa Cattolica Romana; la sua immagine viene portata in volo dagli angeli.
Eugenio IV
Papa Eugenio IV (1431-1447), veneziano di nascita, non risparmiò sforzi per l'unità dei cristiani. In piena crisi politico militare per l'Europa che stava soccombendo sotto la spinta dei Turchi, organizzò un Concilio a Ferrara nel 1438 e poi un altro a Firenze nel 1439 per riuscire ad appianare la maggior parte delle divergenze teologiche con la chiesa ortodossa in un clima di grande libertà di espressione. I lavori dei Concili sfociarono in un decreto di Unione che venne promulgato nel luglio 1439 nella Chiesa latina. Ma questa riunificazione al vertice non fu accolta favorevolmente dagli ortodossi di Costantinopoli che diffidavano degli occidentali.
Immagine di Nicola
Soprattutto arrivò tardi per poter dare dei frutti e non riuscì a impedire che nel 1453 Costantinopoli cadesse in mano dei Turchi. Era la fine dell'Impero bizantino che stava agonizzando da un secolo.
Papa Eugenio IV conosceva bene i domenicani di Firenze. Per quanto avesse a volte soggiornato altrove, egli si trovava da quasi dieci anni in esilio nella città toscana quando fece ritorno a Roma nel 1443. Il 6 gennaio di quello stesso anno aveva assistito alla consacrazione solenne della chiesa del convento di San Marco e probabilmente aveva ammirato la Pala dell'Angelico.
Quando tornò a Roma chiamò il frate domenicano, che a quell'epoca era uno fra i più grandi pittori italiani, a concludere i lavori avviati in Vaticano da Martino V.
Ispirato dall'Angelico Eugenio IV nominò Antonino vescovo di Firenze nel 1446 e gli impose di accettare la carica nonostante le sue proteste, poichè si sentiva portato all'ascesi, alla preghiera e all'apostolato.