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LA PROVINCIA agostiniana DI inghilterra

Il monastero inglese agostiniano di Ramsgate

Monastero di Ramsgate

 

 

PERICOLO DI SOPPRESSIONE

 

 

 

Nell'anno 1300 gli Agostiniani avevano 22 case in Inghilterra e 5 in Irlanda, con circa 500 religiosi. Erano stati in grado quindi di attrarre vocazioni tra gli inglesi e di porre solide radici in quella terra. Ai nostri giorni questa crescita sarebbe considerata eccezionale, ma, secondo gli standard del XIII secolo, gli Agostiniani si sono comportati soltanto moderatamente bene. Limitazioni peculiari degli Agostiniani e Carmelitani impedirono una crescita più veloce fino al secolo XIV. Il Concilio Lateranense IV aveva proibito la fondazione di qualsiasi Ordine nuovo, e nel 1274 il Concilio di Lione soppresse tutti gli Ordini che erano stati fondati dopo quella proibizione (R. EMERY, The second Council of Lyons and the mendicant Orders, in "Catholic Historical Rewiew" 39 (1953), pp. 257-271).

Sia i Carmelitani che gli Agostiniani esistevano prima del 1215, ma non si organizzarono come Ordini moderni se non più tardi: di conseguenza venivano considerati come nuovi e forse illegali. Indubbiamente i nemici dei Mendicanti consideravano inevitabile la loro soppressione, ma avevano fatto i conti senza il Cardinale Protettore degli Agostiniani. Il Card. Riccardo era diventato vecchio e deforme per le artriti, ma in questa ora di pericolo uscì dal suo ritiro a Molaria e incominciò ad esercitare tutta la sua enorme influenza per salvare i suoi amati Agostiniani. Saba Malaspina non ha dubbi che lui solo stava tra l'Ordine e le forze che lavoravano per sopprimerlo. Con riluttanza Gregorio X si inchinò ai desideri del Card. Riccardo. Il Cardinale raggiunse il suo più grande trionfo quando venne riconosciuto che entrambi gli Ordini esistevano prima del decreto conciliare del 1215. Questo avrebbe garantito la loro continuità, ma Gregorio X voleva avere mano libera per sistemare i problemi creatisi con l'esenzione dei frati dal controllo episcopale. Pertanto permise la continuità degli Agostiniani e dei Carmelitani solo: "finché non venga decretato altrimenti" (ARBESMANN, AUG. VI, pp. 135-136). Così questi Ordini vivevano come sotto la spada di Damocle.

Il pericolo che essi potessero essere soppressi in qualsiasi momento era molto reale e per niente giovevole ad un'espansione sana e vigorosa. In alcune parti d'Europa correva perfino voce che fossero stati ufficialmente soppressi. Queste voci fecero sì che i funzionari negassero l'assistenza che veniva loro richiesta e la gente negasse le solite elemosine. La nostra presentazione differisce considerevolmente da quella degli storici agostiniani del passato. Che sia quella corretta può essere confermato da una lettera che l'arcivescovo Federico di Salzburg inviò alle autorità ecclesistiche e secolari della sua diocesi. In essa si dichiarava che le voci che volevano anche gli Agostiniani soppressi nel 1274 erano false: "Tenet multorum opinio, quod ordo fratrum heremitarum ordinis sancti Augustini in proximo generali concilio Lugdunensi sit penitus revocatus, cujus pretextu non solum ipsi fratres contemnuntur a pluribus, sed etiam a consueti auxilii et gratie beneficiis repelluntur. Sed quia sic non est et multorum in hoc fallitur opinio, videlicet quod eorum ordo sit in dicto concilio revocatus vel quod ipsorum auctoritati in aliquo sit detractum, immo solum dominus papa sue dispositioni quid de ipsis adhuc in futurum ordinare preposuerit reservavit. Rogamus universitatem vestram et hortamur in domino tandem vobis firmiter iniungentes, quatenus ipsis fratribus non repulsis per papam sed potius reservatis nulla pretextu huiusmodi opinionis gravamina vel iniurias irrogetis nec irrogari per alios velut attinentes sinatis sed potius eis pium vestrum caritative eos ac benigne cum ad vos venerint et vos et vestrum auxilium requisierint, pertractantes". 23 gennaio 1275. Salzburger Urkundenbuch, ed. F. MARTIN, 4, Salzburg 1933, pp. 85-86).

In Inghilterra la mancanza di tutti i documenti dal 1272 alla fine del 1274 riflette l'improvvisa stasi causata dal Concilio di Lione. Fortunatamente per i due Ordini le politiche anti-mendicanti di questo Concilio non furono continuate dai successori di Gregorio. Papa Martino IV e specialmente il primo papa francescano, Nicola IV (1288-1292), dimostrarono di essere veri amici per gli Agostiniani. I Papi potevano solo rimanere impressionati dai continui sforzi del terzo Priore Generale, il beato Clemente da Sant'Elpidio, per dare all'Ordine uniformità non solo dell'abito, ma anche di unità di mente e d'azione. Il beato Clemente aveva un unico motto in mente: "Ut Ordo unus sit" ARBESMANN, AUG. VI, pp. 141 e 144). A quello scopo il beato Clemente e il beato Agostino Novello modificarono le Costituzioni e diedero loro una forma talmente compatta che il testo non fu più modificato per 250 anni, sebbene, naturalmente, vennero fatte delle aggiunte. Il beato Clemente pubblicò dei nuovi libri liturgici, tenne per la prima volta un Capitolo Generale fuori d'Italia e diede all'Ordine un insegnamento teologico uniforme, prescrivendo nel 1287 la dottrina di Egidio Romano per tutte le scuole dell'Ordine (AA. II, p. 275). Ci dobbiamo rammaricare che la distruzione delle biblioteche e degli archivi della Provincia inglese non ci abbia permesso di avere documenti sul modo in cui questa ultima direzione fu messa in atto nelle isole britanniche. Questa guida intelligente e devota dell'Ordine deve essere stata notata favorevolmente dalla Santa Sede. Pertanto Nicola IV fece la sua parte per aiutare e proteggere gli Agostiniani. Il Card. Riccardo era morto nel 1276, ma nessun successore era stato nominato. Uno dei primi atti di Nicola IV fu di dare all'Ordine nel 1288 un nuovo Cardinale Protettore: Bernard de Languissel, arcivescovo di Porto (ROTH, Annibaldi, nota 386). Anche il Papa protesse l'Ordine ovunque questo veniva attaccato, particolarmente in Germania e a Parigi. Scelse come suo penitenziere il beato Agostino Novello (Acta Sanctorum, Maggio IV, p. 619).

Non si può sottolineare a sufficienza l'influenza benefica di questo santo, che esercitò una notevole influenza sulla Curia papale. Il favore papale elargito agli Agostiniani si dimostrò un buon investimento. Quando Bonifacio VIII ebbe un'amara disputa con la Corona di Francia, trovò i sostenitori più leali e prestigiosi fra gli Agostiniani. Egidio Romano mise in pericolo la sua alta posizione a Parigi, pubblicando un trattato dopo l'altro in difesa del Papa. Il beato Giacomo Capocci, più tardi arcivescovo di Napoli (D. GUTIERREZ, De B. Jacobi Viterbiensis OESA, vita, operibus et doctrina, in AA 16 (1937-8) e separati), Agostino Trionfo (B. MINISTERI, De Augustini de Ancona OESA (+1328) vita et operibus, in AA 22 (1952) e separati) e molti altri Agostiniani (U. MARIANI, Chiesa e Stato nei Teologi Agostiniani del secolo XIV, Roma 1957), furono guerrieri potenti per la causa del Papa. Non c'è quindi da meravigliarsi se allora Papa Bonifacio VIII si batté energicamente per salvare il loro Ordine. Il 5 maggio 1298, giorno che potrebbe ben essere considerato il secondo compleanno dell'Ordine, egli modificò il decreto minaccioso che precedentemente permetteva all'Ordine di continuare a vivere "finché non fossero state prese altre decisioni". Il Papa ora lo fece trasformare in "vogliamo che l'Ordine continui a vivere così come è stato pienamente approvato" "ut in solido statu permanere volumus": ARBESMANN, AUG., VI, p. 136).

Su questa solida base di approvazione papale l'Ordine ha continuato fino ad oggi. In Inghilterra venne subito notato l'atteggiamento diverso dei successori di Gregorio. Sia il Suffraganeo di Norwich nel 1279 sia l'arcivescovo di Pecham nel 1284 erano ben consci dell'alta stima in cui gli Agostiniani erano tenuti dalla Curia papale. Anche prima che Bonifacio VIII garantisse la loro sopravvivenza, gli Agostiniani debbono essere stati in qualche modo rassicurati riguardo al loro futuro, altrimenti non ci si potrebbe spiegare la loro intraprendenza e il rinnovamento del loro spirito. Poco dopo la morte di Gregorio si trasferirono in Irlanda. Nella stessa Inghilterra è evidente una grande attività edilizia in tutte le case e nell'ultima decade del secolo furono fatte almeno 5 nuove fondazioni. Entro il 1284 gli Agostiniani si sentirono tanto forti da interdire i frati Minori di Oxford per aver accettato uno dei loro membri senza il permesso dei suoi superiori. L'arcivescovo Pecham, un ex francescano, mostrò in questo caso grande parzialità verso il suo Ordine e poca adeguatezza per la sua alta posizione. Pensò fosse piuttosto opportuno che gli Agostiniani o gli altri Religiosi entrassero a far parte dei francescani, ma inorridiva al pensiero che i superiori degli Agostiniani insistessero sui loro diritti in materia.

La nuova fiducia degli Agostiniani è anche più evidente a Grimsby, dove essi stabilirono un nuovo loro posto contro i desideri della chiesa parrocchiale che era dipendente dall'abbazia di Wellow. Ma in questo caso andarono oltre i loro limiti. Quando l'abate di Wellow insistette perché fossero interdetti, Oliver Sutton, vescovo di Lincoln, cedette alle loro richieste. Il bando colpì questa fondazione per almeno due decenni. Sebbene esso fosse canonicamente tolto nel 1300, quando William Hegham, il secondo Priore Provinciale conosciuto, si arrese completamente al successore di Sutton, i danni causati da questo bando erano ancora evidenti nel 1307.