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Fontana nel monastero
CRONOLOGIA DELLE VICENDE DEL MONASTERO
La Comunità delle Suore
La comunità delle monache agostiniane di Schio è stata voluta dal popolo mezzo millennio fa: ufficialmente il 4 marzo 1492. Per due secoli e mezzo l'amministrazione comunale, che rappresentava realmente il popolo, le aiutò, le protesse e le venerò come patrimonio spirituale e sociale di grande valore. Poi lo spirito delle amministrazioni subì la prepotenza dilagante di illuminismi forestieri o casalinghi e le monache rimasero come un'isola senza approdi, se non per le invasioni anticlericali veneziane, austriache, francesi e finalmente italiane.
Ma la loro è sempre stata una forza spirituale e comunitaria autentica, ben più forte delle pazzie rivoluzionarie e belliche. La loro presenza è come quella dei beni naturali, come quella dell'aria, della luce, silenziosa e continua, sorretta da una forza propria fondata sull'ideale agostiniano che è insieme esperienza e divenire, è cercare e trovare e cercare ancora, perché, come diceva l'agostiniana santa Chiara della Croce: "Mai l'anima fedele può stare immobile in questa vita e non crescere nella grazia ricevuta o infusa da Dia, così che non desideri cose maggiori e più alte e non le brami e le cerchi e le trovi ... L'amore di Dio non può stare ozioso".
Ideale agostiniano è orientamento permanente verso Dio in Cristo, individuale e comunitario - "anima una et cor unum in Deum" -, è dunque contemplazione e imitazione di Cristo "e questi crocifisso" ma sostenute e verificate continuamente dalla comunione fraterna, dall'amicizia comune, naturalmente espressione della carità. Ideale agostiniano è anche piena condivisione, materiale e spirituale, perché diceva Agostino, "Non si ha se non ciò che si dà", Così la prevalenza del bene comune è la misura concreta del cammino spirituale e diventa attenzione e risposta ai bisogni materiali e spirituali di ogni persona sia della comunità che di tutto il popolo di Dio.
Le monache - affermano, sintetizzando, le Costituzioni monastiche agostiniane - tutto ordinano alla contemplazione: il lavoro, la conversazione, i contatti con i fratelli, tutto rifletterà e diffonderà il desiderio e il gusto della ricerca di Dio".
La vita contemplativa, della quale la clausura è un segno, ogni altra forma di vita stimolata da tanti interessi. Quello delle monache, affermano ancora le Costituzioni "è un servizio che, in virtù della loro solitudine interiore, della loro costante preghiera e della loro intensa penitenza le fa più vicine e più partecipi della vita spirituale e apostolica dell' Ordine (agostiniano), della Chiesa e del mondo". Oltre che un continuo richiamo ai valori più importanti della vita - alla "parte migliore" direbbe Gesù - le monache "devono costituire una viva testimonianza di comunità cristiana ... ed essere fermento della Chiesa e segno della sua unità".
Questa è in sintesi la storia della comunità monastica agostiniana di Schio e fa intuire perché sia stata più forte di ogni violenza fisica e ideologica subita dalla fine del ‘700 alla fine dell'800 e perché sia stata la forza spirituale e comunitaria più resistente di tutta la storia di Schio. Perciò, proprio perché anche la società scledense è quasi forzatamente distratta e più "politica", il monastero di S. Antonio abate è un valore insostituibile, è una particolare "coscienza" dei valori cristiani, come la preghiera, la parola di Dio, la liturgia, la solidarietà, l'austerità, la comunione fraterna, la contemplazione, la centralità di Cristo ecc., senza dei quali nessuna società può dirsi cristiana e, per molti aspetti, nemmeno umana.
La crisi vocazionale generale, propria di epoche caratterizzate da un certo agnosticismo - e perciò anche dalla superstizione - e dall'edonismo ideologico a pratico, è pena anche per le monache di Schio, ma la loro speranza, collaudata da esperienze secolari, è più resistente di tutte le crisi. Non possiamo aggiungere qui una speranza particolare: che il popolo di Schio riconosca o conosca la "sua" comunità monastica, che è nel cuore, da cinque secoli, della terra di Schio.