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Torelli: Secoli Agostiniani - Tomo I

Agostino vescovo e cardioforo

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

ANNO 386

Anni di Christo 386 - del secolo I, 33 - della Religione 0

 

 

 

 

1 - Abbiamo nell'Anno scorso con più, che chiara euidenza dimostrato, che il nostro Glorioso Padre, essendosi con la diuina gratia, non solo alla Christiana Fede conuertito, dopo hauere prima abiurato gli empí dogmi de scellerati Manichei, e poscia, anche, di vantaggio, dopo hauere, er buona pezza, combattuto, e lottato cò suoi mal costumati sentimenti carnali, chiamato da Dio, non senza manifesto miracolo, ed invitato ad abbandonare affatto il Mondo, con tutte le sue fallací speranze, datosi tutto, e consegnatosi nelle sue braccia diuine, e perciò rinonciata la Cattedra, e ritiratosi cò suoi più cari nella villa di Cassìciaco, per viuere Religiosamente appartato, come Servo di Dio, dal commercio de Secolari; altro più non vi restava, fuori, che ricevere l'acqua del Santo Battesimo, per poter ritornare nella sua Patria, ed ivi introdurre il Santo Monachismo, che, fino a questo tempo, non v'era ancora entrato, come già prouassimo; ma, perche in questi tempi non si costumava di ricevere quello venerabile Sacramento, se non nel Sabbato di Pasqua, ò Pentecoste, per tanto era necessario, per lo meno, ch'egli aspettasse a battezzarsi nella Pasqua di quest'Anno, la quale veniva a cadere nel giorno undecimo d'Aprile. E di vero, io in quest'anno douerei, per ogni ragione, registrare il suo Battesimo, però che veramente appena egli si rende credibile, che volesse ad un'altr'anno prolungarlo, e così stare intorno a 19 mesi Cattecumeno , ed esser per tanto tempo privo della diuina gratia, che in quel Santo Sacramento si riceve, ritornando l'huomo al Primiero stato dell'innocenza; e, se bene egli è da credere, che con le sue continue lagrime, ed atti dl contrltione che, d'ogn'hora faceua per i suoi peccati, tenendo il Battesimo nel cuore in fide et in voto, come dicono, e insegnano i Teologi; tuttavolta questa fede non l'assicuraua da suoi peccati, com' egli dice nel fine del capit. 4. del libro 9. li quali non gli erano ancora stati rimessì attualmente, com'era necessario, per il Battesimo: et gaudens in fide laudaui nomen tuum. Et ea fides me securum esse non finìbat de prateritis peccatis meis, quae mihi per Baptismum tuum remissa nondum erat, che però io mi faccio a Credere, che un'hora mill'anni gli paresse, che venisse una volta quel tempo beato, in cui egli fosse attuffato in quell'acque salutifere.

 

 

2 - S'aggiunge, che egli, dopo hauere rinonciata la Cattedra, et essere passato da Milano alla Villa di Cassiciaco, per attendere puramente a servire Iddio, in compagnia di tutti i suoi cum omnibus meis, e dopo hauer narrato, che ivi compuse alcuni Trattati , ed attese ivi a prepararsi al Sacro Battesimo, che però richiese subito, ivi giunto, con sue lettere, come habbiamo nel fine dell'anno scorso accennato, a S. Ambrogio, qual libro della Sacra Scrittura potesse egli leggere, che maggiormente lo rendesse atto, ed apparecchiato a ricevere un tanto Sacramento;egli poi immediatamente,dando principio al capitolo 6. dice, che subito, che fu giunto il tempo di dare il nome, ed essere ammesso fra Cattecumeni Competenti, egli, partendosi di Villa, se ne tornò a Milano. Inde, Ubi tempus aduenit, quo me nomen dare oporteret, relicto Rure Mediolanum remeavimus che, se ciò non fosse seguito in quest'anno, ma nell'anno seguente, haurebbe ciò egli specificato, rendendo anche la ragione di così lunga tardanza.

 

3 - E, se alcuno forse dicesse, che quel tempo, che passò fra la sua miracolosa Conversione, et il tempo della Pasqua di quest'anno, nel quale si dovea battezzare, gli parve poco, per potersi perfettamente istruire nelle cose della Fede; si dee rispondere, che nè il tempo fu così breve, che non arrivasse intorno a sette mesi, tempo sofficiente, per cattechizare ogni più stupido huomo, quanto più un'Agostino, che era dotato d'un'ingegno più Angelico, che humano ? il quale di vantaggio fino all'età di anni 19 era stato perfettissimamente ammaestrato nella Christiana Religione da una Madre, così Santa, e Cattolica, com'era S. Monica; oltre che in quel Ratto prodigioso, nel quale egli fu convertito alla Fede, come vedessimo a lungo nell'anno passato, Iddio gl'insegnò tanto in un solo momento, che in cento mill'anni, non haurebbe egli potuto apprendere nella Villa di Cassiciaco; ed ivi ancora del continuo l'ammaestrava, si che questa ragione, non ha luogo, per farmi credere che egli tanto differisse questo così necessario Lavacro; per le quali ragioni io certamente in quest'anno registrarei il suo Battesimo, nè ardirei di più oltre prolungarlo; ma me ne trattengono alcune ragioni.

 

4 - La prima delle quali è la Corrente di tutti gli Autori più Classici, li quali, uno ore, dicono, che Sant'Agostino, quando si battezzò, haueua per lo meno, trentatrè anni, anzi il medesimo tempo haueua, quando anche finì di comporre il terzo libro contro gli Accademici, mentre ancora era Cattecumeno, com'egli stesso scrive nel cap. 20 di quel libro accennato. Sed cum tricesimum et tertium aetatis annum agam.

 

; - La seconda ragione si fonda sopra un'altro testo, anche più manifesto ne suoi Soliloquij, quali compose, anche prima di finire il libro terzo contro gli Accademici; ivi dunque nel libro primo al capitolo nono, dice parimente, che egli all' hora haueua trentatrè anni, e che erano appunto da quattordici anni in circa, che egli haueua cominciato a sprezzare le ricchezze, così persuaso dal libro di Cicerone ad Hortensio, il che successe nell'anno decimo nono di sua età.

 

6 - La terza ragione ancora non manca, ed è forse, anche più convincente dell'altre, ed è questa; perchè S. Agostino riferisce nel capitolo 6 del libro nono delle Confessoni, che con esso lui battezzossi ancora suo figlio Diodato, e, che all'hora egli era, quasi d'anni quindici; hor, essendo egli nato del 372 come in quel tempo scrivessimo, l'anno di lui quinto decimo non poteva cadere in quest'anno del 386. ma ben si nel seguente del 387. E, se bene quì si potrebbe rispondere, che, forse S. Agoslino dicendo , che era di quasi quindi ci anni, volle intendere , che egli era sul fine del quartodecimo , ed era vicino a cominciare il decimo quinto; tuttavolta contro di questa glosa milita un'altra ragione, assai gagliarda; ed è la seguente.

 

7 - Sant'Agostino nel capitolo 2; del libro terzo contra litersa Petiliani, attesta, che egli non parti d'Italia, dopo il suo Battesimo, se non dopo la morte di Massimo Tiranno, il quale appunto, non fu ucciso, se non nel mese d'Agosto dell'anno del Signore 388, com'è costante opinione di tutti lí più classici Scrittori; e così, essendo anche vivo Diodato, haurebbe hauuto di già, per lo meno 16 anni. Arrivato poi in Africa, e fondato il Monasterio di Tagaste, afferma S. Agostino, che egli ivi compose il libro, che s'intitola de Magistro, ove, discorrendosi in dialogo fra un Maestro, e un Discepolo, l'interlocutore discepolo è l'istesso Diodato, e Agostino il Maestro; e all' hora appunto, dice il Santo, che Diodato si ritrovava nel sestodecimo anno, così dice nel capit. 6. del nono libro delle Confessioni: erat in annis sexdecim il che non potrebb'essere, se nell'Anno 386, havesse havuto, quasi 1; anni; peròche, per lo meno, ne hauerebbe hauuto diciasette.

 

8 - Queste sono le ragioni, che persuadono alcuni a credere ,che il santo non prendesse in quest'anno il Battesimo, ma lo prolungasse più oltre; tuttauolta a me, non paiono cosi forti, e così franche, che non si possino benissimo spiegare, senza torcerle molto: perochè primieramente alle due prime e si potrebbe rispondere, che forse quei due luoghi sono stati corrotti, ed alterati, da Erasmo malitiosamente, come n'ha corrotti degli altri, o pure innavvertitamente da qualche antico Amanuense; o, se pure vogliam credere, e dire, che i testi siano legittimi, posiamo dire, che, forse il Santo errò nel computo, però che, anch'egli errar potea, come huomo, e ne fanno fede i libri humilissimi delle sue Rittrattationi; oltre, che non era gran cosa, che egli errasse nel computo d'un'anno, mentre sappiamo, che quei libri de Soliloquij, e contro gli Accademici, egli gli scrisse, prima del Battesimo; e quelli delle Confessioni non li scrisse, se non già Vescovo, e vecchio ; ed in questi egli medesimo dice in più d'un luogo, che trappassa, e tralascia di dire molte cose. Multa pratereo, quia multum propero, et multa non memini. E certamente, in materia di computo d'anni, egli mostra di non ben ricordarsi alle volte; peròche volendo egli nel capitolo 1; del lib. 4 delle Confessioni, riferire il tempo, che haueua, quando dedicò quei due libri. che composti havea de Apto et pulchro,a quel Romano Oratore, chiamatoIcherio, dice et eram aetate annorum fortasse viginti sex, aut septem. Ove si vede manifestamente, che egli non si ricordava bene, se haueua ventisei, ò ventisett'anni. E nel cap. 7 del libro 8 parlando del tempo della sua Conversione ultima, cagionata dal discorso dl Potitiano, saltem radlcaliter, et inchoative, dice, che erano di già passati, dopo l'anno suo decimonono forse dodici anni. Quoniam multi mei anni mecum effluxerant ex quo ab undevicesimo anno aetatis meae, lecto Ciceronis Hortensio, excitatus eram studio sapientia. E nello stesso capitolo parlando dello stesso intervallo di tempo; da quell'anno decimonono, fino a quello, nel quale successe la sudetta sua Conversione, dice, che erano scorsi díec'anni, e più. Et venerat dies, quo nudarer mihi et increparet me conscientia mea, et ecce tam certum est illa te adhuc premit, humerisque; liberioribus pennas recipiunt, qui nequeq ita inquirendo attriti sunt, nec  Decennio et amplius ista meditati. Ne quali due testi se bene il Santo da chiaramente a divedere, che quando Potitiano li fece quel cosi santo discorso che fu poi cagione, che in quello stesso giorno egli totalmente a Dio si convertisse, erano scorsi, dopo quel decimonono più di dieci anni Decennio et amplius, ma non però più di dodici, che però disse ancora forte duodecim; si vede però, che non bene si ricardava, se erano 11 o 13. Se bene il certo è, che erano scorsi dodici anni, meno due mesi, e mezzo, e così egli disse il vero nell'uno, e nell'altro computo, perchè, ed haueua più di diec'anni, e n' haueua forse dodici: non sarebbe dunque gran fatto, che il Santo nel riferire il tempo del suo Battesimo, hauesse errato d'un'anno.

 

9 - Alle due altre ragioni de gli anni di Diodato si potrebbe parimente rispondere, che, quando il Santo primieramente dice, che nel tempo del Battesimo era suo Figlio di quasi I;. anni, volesse intendere, come habbiamo di sopra anche accennato, che egli n'haueua, quasi finiti quattordici, ed era vicino ad entrare nel quintodecimo, pigliando in questa maniera, e servendosi di quella Regola de incepto pro completo; e così ancora, quando dice, che in Africa del 388, egli era di sedici, si può intendere, che egli haueua di già finiti li sedici, e camminava verso gli diciasette, benché anche gliene fossero mancati pochi mesi; che è un modo ordinario, e molto usitato di computare.

 

10 - E con tutto ciò, che queste nostre risposte siano così efficaci, et il nostro discorso sia così ragionevole; perché nondimeno, se noi ponessimo il Battesimo di S. Agostino in quest'anno, parerebbe a molti, che noi temerariamente ci opponessimo alla Corrente di tutti gli più classici Scrittori, e di nostri Avversari esclamarebbero, fino al Cielo, dicendo che, per introdurre novità nell'Historia e per rendere più probabili le nostre opinioni, noi hauessimo indegnamente tacciato di smemorato un così insigne Dottore, ci trattenghiamo per täto di porre in quest'anno il suo Battesimo, tanto più, che da altri testi del Santo costa, che egli veramente non si battezzò, prima dell'anno del Signore 387. come anche noi ivi manifestamente dimostraremo.

 

11 - Supposto dunque, che egli non si battezzasse in quest'anno il nostro Santo; si dee credere, che ciò egli facesse, per prepararsi a ricevere un tanto Sacramento con maggiori, e più lunghe penitenze, e, per maggiormente humigliarsi nel cospetto del suo amato Sig. sempre più infinitamente dolendosi, e rammaricandosi d'hauerlo, per tanto tempo, così gravemente offeso, ed abusati con tanta ingratitudine gli grandissimi favori, e gratie, che sempre, per tutto il corso della sua passata etade, gli hauea copiosamente fatti.

 

12 - In quest'anno ancora diede principio a due bellissimi libri de suoi Soliloquii, ne quali introducendo un sensatissimo dialogo fra se stesso, e la Ragione, come egli medesimo attesta nel libro primo delle sue Rittrattíoní al capitolo quarto; egli stesso, conforme il suo genio, per il desiderio, che hauea d'investigare la verità, va interrogando la Ragione, e cioè a dire la sua medesima mente di tutte Campane li quelle cose, che egli bramava di sapere; e però diè nomea questi due libri Soliloquii; mà non li terminò intieramente; cosi fra i rigori delle penitenze andava il Santo, con suoi cari discepoli, e figliuoli, mescolando la dolcezza, de suoi studi, ma però tutti indirizzati al servitio di Dio, et alla coltura dello spirito; peròche, come egli, ed i suoi Religiosi erano dotati di così grandi ingegní, ed erano tanto assuefatti allo studio, ed all'acquisto della Sapienza; e questa vedeano essere, tanto necessaria, per abbattere l'heresie, e difendere la Sposa di Christo, Santa Chiesa, benche di già tutti più, che di buon cuore, ed in particolare Agostino , ed Alipio, si fossero dati a Dio, et hauessero il Mondo, per sempre, abbandonato, non poteano però trattenersi di studiare, et esercitarsi ne gli atti della virtù. Della qual cosa, non solo egli ne rende chiara testimonianza nelle sue Confessioni, anzi, che pare, che se ne accusi nel principio del capitolo 4 del libro nono, mentre, favellando della sua andata nella Villa di Cassiciaco,dice. Et benedicebam tibi gaudens, profectus in Villam, cum meis omnibus: ibi quid egerim in literis, tam quidem servientibus tibi (nota ch'egli aggiunge questa clausola, affinche alcuo non pensasse con il P. Pennotto, che egli fosse andato in quella Villa a bella posta, solo, per attendere, con più quiete, allo studio, e, non più tosto, per servire a Dio, che era il suo scopo principale, come osseruassimo, e prouassimo nel suo proprio luogo) sëd adhuc in superbiam scholam, tamquam in pausatione, anhelantibus, testantur tibi libri disputati cum praesentibus, et cum ipso solo coram me: qua autem cum absente Nebridio, testantur epistolae etc. Non haueua volsuto Nebridio andar seco nell'Eremo, quantunque fosse suo cordialissimo Amico, perche egli, non s'era ancora potuto perfettamente sviluppare da diabolici lacci della Setta Manichea, ma però v'era Vicino, e se ne sviluppò poi anch'egli, e fu altresì Religioso, benché Tertiario, come a suo luogo Vedremo,e l'accennamo anche più sopra nell'anno scorso.