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Torelli: Secoli Agostiniani - Tomo IV

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

 

 

ANNO 1245

Anni di Christo 1245 - della Religione 859

 

 

 

 

1 -  Il Sommo Pontefice Innocenzo IV per iscansare la barbara persecutione di Federico, empio nemico della Chiesa e dei Romani Pontefici, essendo passato di Roma in Genova sua Patria, ne manco ivi tenendosi sicuro, inviato dal glorioso Lodovico Re Christianissimo della Francia, accettò volentieri l'invito, e colà passatosene coi Cardinali e con tutta la Corte, se n'andò a fare la sua residenza in Lione; ove subito giunto, fece aprire il Concilio, già intimato fin dall'anno scorso, di cui egli medesimo fu Presidente, et havendo già pur anche fatto citare e chiamare il detto Federico a render ragione delle sue enormissime ribalderie, e non essendo comparso nè inviato alcuno per esso lui, fu, come scismatico e nemico della Chiesa, da Sua Santità scommunicato e dell'Imperio privo. Si trattò poi di portare la guerra nell'Oriente, per ricuperare la terra Santa; e dell'armata, ne fu creato Capitan Generale il mentovato S. Lodovico, il quale con l'assistenza sua e con la sua autorità frenò non poco l'orgogliosa superbia del Tiranno, il quale già con l'armi s'accingeva a distruggere il detto Concilio, ma hebbe timore del detto Santo; così scrive Emilio con altri molti. In questo medesimo Concilio il Papa ordinò che li Cardinali, come andavano vestiti di rosso, così parimente il Cappello rosso ancor portassero per l'avvenire. Lo stesso Emilio, il nostro Panvinio et altri.

2 - Se bene il Pontefice erasi partito d'Italia, e passato in Francia, come habbiamo scritto nel numero passato, non perciò si scordò di far beneficio a' nostri Frati d'Italia, anzichè appunto in questo medesimo anno concesse un nobilissimo Privilegio alli Frati nostri della Congregatione di Brettino, a' 3 di novembre, il qual Privilegio incomincia: Religiosam Vitam eligentibus, etc. et è sottoscritto da esso e da dodici Cardinali: non lo trascriviamo quivi, perché è l'istesso in tutto e per tutto con quello che nell'anno scorso habbiamo dato sotto il numero 29, eccettuatone il titolo, che è diverso, perché è indirizzato al Priore Generale et ai Frati Eremiti dell'Ordine di S. Agostino della Toscana, la dove questo è diretto al Priore et ai Frati dell'Ordine de gli Eremiti di Brettino. Fu poi dato questo in Lione a' 3 di novembre per mano di Maestro Marino Vicecancelliere della S. Romana Chiesa nell'Inditione quarta, l'anno dell'Incarnatione del Signore 1245 et è il terzo del Pontificato di Papa Innocenzo IV. Un trasunto autentico se ne conserva in questo nostro Archivio di S. Giacomo di Bologna, riconosciuto et autenticato da tre Notari Imperiali in Bologna nella Casa de gli Eredi d'Egidio Tebaldi l'anno 1248 nel giorno primo di giugno nell'Indittione 6, cioè a dire da Mercato, da Ugolino Brusacopj e da Giacomo di Maestro Matteo. Vedasi il Privilegio di sopra citato nell'anno 1244, perché contiene ad litteram le medesime gratie che in questo si contengono.

3 - Un altro simile ne concesse pur anche in quest'anno medesimo in forma di Mare Magno, che parimente contiene le medesime gratie da' due mentovati nel numero passato, dato pur anche in Lione a' 28 d'agosto nell'anno terzo del suo Pontificato, il quale comincia anch'egli, come gli citati, Religiosam Vitam eligentibus, etc. alla Priora et alle Suore del Convento di S. Lorenzo della Città d'Estella nel Regno di Navarra dell'Ordine di S. Agostino: tanto appunto riferisce il dotto Errera nel Tomo primo del suo Alfabeto Agostiniano a car. 218, col. 2, dal quale si cava con evidenza che questo Monistero non solo era in questo tempo fondato nella detta Città, ma di vantaggio molto avanti. Hoggidì questo Monistero non v'è più, né si sa in qual tempo fosse estinto.

4 - E perché questo Privilegio si ritrova hoggidì nell'Archivio del Convento di S. Agostino, alias di S. Antonio nella stessa Città d'Estella, ove stanno li nostri Religiosi, da qui ne argomenta lo stesso Errera, che questo pure sia per lo meno antico di quest'anno e più: buona congettura in vero, ma non però certa e sicura, perochè puol essere che vi fosse il Convento delle Suore prima in questi tempi, e prima ancora di certo, e che poi non vi fosse quello de' Frati, ma fosse in tempo più moderno fondato, e nell'estintione del monistero delle predette Suore, havessero quei Padri il detto Previlegio: ha però molto del probabile, che fosse antico, anche prima di questo tempo, il detto Monistero, perochè costa da un'Istromento autentico, che si conserva nell'Archivio dello stesso Convento, che il vecchio Monistero era più antico dell'anno 1322, avvegnachè in detto anno ottennero in dono da Tomasso Santz Francino d'Estella le Case e le Piazze, che egli possedeva nella Parrocchia di S. Michele nell'Arenale d'Estella in Moronera, per fabricarvi una Chiesa e Convento; e fu rogato questo Instromento nel Monistero dell'Ordine di S. Agostino; segno evidente, che prima v'era in altro sito un convento del detto Ordine, che poi fu trasferito nel sito accennato dell'Arenale: laonde ha molto del credibile, che fosse anche più antico questo vecchio Convento di quello delle Suore suddette: ne tempi a venire mutò più volte posto questo nuovo Monistero, per le ragioni che diremo ne' suoi proprij luoghi e tempi, a Dio piacendo.

5 - Gasparo Sillingardi Vescovo di Modana nel Libro, che egli scrisse de gli altri Vescovi suoi antecessori, e precisamente nell'Elogio, che fa a F. Alberto Boschetti Dominicano, dice, che questo Prelato in quest'anno 1245 benignamente soccorse et agiuntò li nostri Frati Agostiniani, che stavano vicini alla Porta della Città nuova. Ecco le parole formali del Vescovo Sillingardi: Fratres Augustinianos ad Portam Civitatis nova considentes anno 1245 benigne iuvit. Hor sopra queste parole, fondato il dotto Errera nel tom. 2 del suo Alfabeto in Conventu Mutina, porta per opinione (e certo non senza gran fondamento in apparenza) che li detti nostri Religiosi stassero di già in Modana, prima che il detto Alberto fosse creato Vescovo di quella Città, cioè a dire prima del 1234, in cui appunto fu egli assonto a quella sublime dignità. Ma certo, questo acuto Scrittore, questa volta allucinato dalle parole ambigue del Sillingardi, non l'indovinò; imperochè l'agiuto et il soccorso, che diede il Vescovo Boschetti a nostri PP. in quest'anno, fu di riceverli nella Città di Modana e di darli facoltà di potere fondare un Monistero vicino alla Porta di sopra mentovata, e ciò ad istanza di F. Matteo loro Generale, et il Fondatore poi fu F. Martino Priore del Convento di Parma; così scrivono di pari accordo Michele Pio nostro Bolognese Domenicano ne gli huomini Illustri del suo Ordine, e D. Ferdinando Ughelli nel Tomo 2 della sua Italia Sagra in Ecclesia Mutinensi; e molto più poi ciò si convince essere verissimo con un diploma del sudetto Alberto, dato in Modana adì 18 decemb. in quest'anno 1245, in cui appunto si contiene la facoltà di potere fare la detta Fondatione, la copia del quale è la seguente:

6 - In Nomine Domini Nostri Iesu Christi. Anno a Nativitate eisdem 1245, Indictione 3, die martis, 15 Kal. Ianuarij. Cum Fratres Eremitani frequentissime postulassent a D. Alberto Ven. Episcopo Mutinensi licentiam construendi Oratorium et Ecclesiam, et locum in quo quidam ex ipsis Fratribus residere deberent in obsenquium Iesu Christi. Idem D. Episcpus deliberato corde videns, et considerans manifeste, quod honori Dei et utilitati totius popoli sibi subiecti multipliciter expedire, ad postulationem et instantiam Fratris Martini Prioris Parmensis a Fratre Matheo Priori Gen. totius ipsius Ordinis destinati voluntate Dominorum Ioannis Archipresbyteri Guidini et Ghisulfi Canonicorum Mutinensium pro eis et alijs de Capitulo Mutinensi, ut in praesentia Domini Episcopi asserebant, concessit licentiam et liberam facultatem iam dicto Fratri Martino Priori vice et nomine totius Ordinis recipienti, construendi Ecclesiam in Quarterio Canonicorum inter portas Cranovae et Ganaceti supra foveam Civitatis, et aquirendi Terram eis sufficientem et necessariam, tam ad Casamenta et Horta, quam ad Ecclesiam construendam, salvo Iure in pensionibus et Fictis Capituli et Ecclesiae Mutinensis, quorum est proprietas dicti loci. Ita tamen quod dicti Fratres in ipsa Ecclesia, nec Parochianos, neque Parochiam habere debeant, nec aliquos ad Sepulturam recipere absque voluntate et consensu Sacerdotum Ecclesiarum in quarum Parochijs morabuntur. Ad cuius rei memoriam evidentiam, et perpetuam firmitatem praefatus Dominus Episcopus huic publico Instrumento suum fecit sigillum apponi. Actum in Episcopali Palatio Mutinensi praesentibus testibus Dominis Alberto Papien. Legum Doctore, Iacobo Canonico plebis de Nonantula eius Fratre, Philippo ... Fratre Hugolino Boniconctri, Fratre Ribaldino Bessolario, Fratre Alberto ... Fratre Albertino Tutoris et alijs pluribus. Ego Bonifacius Aspettaci Imperiali auctoritate Not. interfui et rogatus scripsi.

7 - Questa è la copia sincera del Diploma od Istromento fatto per ordine del sudetto Vescovo Alberto a favore della Religione Agostiniana, per fondare un Convento in Modana; il di cui originale si conserva nell'Archivio del Convento insigne di S. Maria del Popolo di Roma, la copia del quale ci è stata soministrata dall'incomparabile gentilezza del dottissimo et erudittisssimo P. Lauro Felice Ferretti da Ferrara, hora vigilantissimo Vicario Generale dell'osservante Congregatione di Lombardia dell'Ordine di S. Agostino. In questo Diploma poi osserviamo primieramente, che questa Fondatione fu impetrata da un Generale dell'Ordine Eremitano, che chiamavasi F. Matteo; laonde havessimo campo di credere e di giudicare che questo Monistero fosse stato preso e fondato per l'Ordine del B. Gio. Buono, di cui appunto in questo tempo era Generale quel F. Matteo, che successe al B. Giovanni istesso l'anno 1231, come già notassimo in detto anno.

8 - Ma da questo giuditio ci frastorna il Fondatore attuale, qual si dice nel sudetto Diploma essere stato F. Martino, il quale era Priore del Convento di Parma: hor gli è poi certo, che questo Monistero di Parma non era soggetto all'Ordine o Congregatione del B. Gio. Buono, ma ben sì ad un altro Corpo vero et antico, che era nella Lombardia e nella Romagna, et in questo tempo, in cui F. Matteo era Generale de' Giamboniti; era all'incontro Generale di quest'altro F. Filippo Desterampa da Parma, il quale ancor sosteneva lo stesso officio nel tempo della grande Unione, nel quale regeva quello del B. Giovanni, il B. Lanfranco Settala Milanese; laonde bisogna concludere che forse in questo tempo fosse Generale dell'accennato Ordine della Lombardia e Romagna, un altro F. Matteo, il quale impetrò dal Vescovo Boschetti la fondatione del Convento di Modana, alla quale poi mandò Frati di Parma e non di Bologna, od altri luoghi, ove erano Conventi di Giamboniti: a questo poi dovette, poco appresso, succedere il mentovato F. Filippo Desterampa, di cui fa mentione il B. Arrigo d'Urimaria a que' tempi vicino. Questo è il mio giuditio; giudichi hora il prudente et erudito Lettore ciò, che più li pare confacevole alla verità. Ha poi prodotti questo Monistero molti Religiosi insigni, così nella Santità come nelle Lettere e Dignità; fra quali i più cospicui sono stati un B. Giovanni et un B. Dionisio Restani, che fu poi Vescovo di Modana, di cui hebbe a dire il Sillingardi, che doppo S. Geminiano, non v'era stato fra' Vescovi Modanesi un altro più Santo di lui; et un altro Dionisio, che fu Generale di tutto l'Ordine, il quale morì santamente in Colonia l'anno 1345, e la B. Sibilina da Pavia Domenicana, vidde nell'istess'hora, che morì, portare da gli Angeli l'Anima di lui in Paradiso.

9 - Da questo medesimo Diploma si convince in terzo luogo l'antichità del convento nostro di Parma, la quale di certo fu anteriore a quest'anno del 1245, nel quale il Priore del sudetto Monistero, fu mandato dal suo Generale F. Matteo a fare la fondatione del Convento di S. Agostino di Modana. Quanto poi prima di questo tempo egli fosse stato fondato, io non l'ho, per qual si voglia diligenza potuto rinvenire; atteso che rivolgendo io le Scritture del detto Monistero l'anno del 1654, non hebbi fortuna di ritrovare memoria più antica dell'anno 1249; e pure si vede, per il testimonio irrefragabile di questo Diploma, che gli è più antico di questo tempo, in cui camina la nostra Historia, et io per me tengo per costante che egli precedesse l'anno 1200; mentre vediamo, che in questo del 1245, o poco più tardi, era in stato così perfetto, che dava non solo Fondatori d'altri Conventi, ma Generali alla religione. Ha poi prodotti molti soggetti, oltre F. Filippo, di sopra mentovato, dei quali ne' suoi tempi e luoghi ampiamente scriveremo a Dio piacendo.

10 - In quest'anno medesimo fu donata una Chiesa dedicata a S. Benedetto, e fondata nel Monte Serpiano da Giuliano Carlei a F. Pace da Gubbio et a F. Matteo da Narni, a nome della Religione Agostiniana; e fu la detta Donatione confirmata nello stesso anno da Rainero Capoccio da Viterbo Cardinale; e di questo Istromento di Donatione e di conferma, ne fu rogato un tal Giovanni Almerixo da Narte: dal che io comprendo che forse in detto luogo fondato fosse un Monistero per la Religione, di cui hoggidì non ve n'è memoria alcuna, o perché in tempo ignoto fu suppresso, o perché fors'ancora non seguì la supposta Fondatione di quello: l'accennato Istromento conservasi tuttavia nell'Archivio del nostro Convento d'Amelia nella Provincia dell'Umbria.

11 - Da tutto questo racconto, ne cava il P. Errera nel suo Tomo primo dell'Afabeto a car. 68 che così il Convento d'Amelia, come quelli di Gubbio e di Narni, siano più antichi di quest'anno; e di vero è molto probabile la di lui congettura, e massime quella d'Amelia, se l'Istromento di detta Donatione fu stipolato in detto Convento, il che però non dice l'Errera. Così pure diciamo essere molto probabile altresì che in questo tempo fossero di già fondati li due Monisteri di Gubbio e di Narni; se bene quanto a quello di Gubbio, se si crede che non fosse fondato fino all'anno 1251 non però per li veri Agostiniani, ma per li Frati Brittinensi, come scrive lo stesso P. Errera nel Tomo primo a carte 217 parlando del detto Convento. Tutto ciò non ostante può sussistere il primo asserto, perochè puol essere che la Religione vera di S. Agostino havesse anch'ella un altro Monistero nella detta Città differente da quello dei Brittinensi, come appunto l'haveva in Rimini, in Faenza, in Bologna et altrove ancora insieme con gl'istessi Brittinensi et anche con li Giamboniti.

12 - Quanto al Convento di Narni è meno probabile la di lui fondatione et esistenza in questo tempo, imperochè lo stesso Padre Errera nel Tomo 2 a carte 200 dimostra e prova, che non fu fondato prima dell'anno 1266, in cui appunto fu rinunciata nelle mani d'Orlando Vescovo di Narni, da Gafagio et Angelo Chierici della Chiesa di S. Andrea della Valle, questa loro Chiesa nell'Indittione 9, a' 28 di Maggio al tempo di Clemente IV, l'anno suddetto del 1266 et il detto Vescovo poi ad istanza et alle preghiere di SS. Cardinali, Riccardo e Gottifredo, ne diede il possesso con la cura d'anime a F. Geremia et all'Ordine degli Eremiti di S. Agostino, col peso di pagare ogn'anno una libra di cera. Ma tutto ciò non ostante, si può dire che il Monistero di Narni dovette star fuori della Città, come era uso di quei tempi antichi anteriori all'Unione, fino al detto anno del 1266 nel quale poi prese il luogo di S. Andrea il suddetto F. Geremia, il quale doveva per appunto essere Priore del vecchio Monistero fondato nella Campagna. Comunque sia, li sudetti tre Monisteri hanno havuti ne' tempi molti huomini insigni rispettivamente, dei quali ne' loro tempi ampiamente scriveremo.

13 - Bisogna parimente credere che sia più antico di quest'anno il Convento nostro d'Offida nella Provincia della Marca d'Ancona; perochè essendo già nata lite e controversia grande fra li Padri Francescani et i nostri Agostiniani, intorno alla precedenza, da doversi decidere con la maggiore antichità della Fondatione d'entrambi li Conventi loro; e con tutto, che li sudetti Padri Francescani producessero a favore della loro causa un Privilegio di Papa Innocenzo IV (il Vadingo nel Tomo IV de' suoi Annali all'anno 1399, num. 29, scrive essere anche più antico dell'anno 1243) li nostri Padri però mostravano anch'essi attestati certissimi, li quali concludevano essere più antico il Convento Nostro. Ma, perchè il Giudice non potevasi indurre a credere che la cosa passasse così, come che forse affetionato ei fosse all'Ordine dei Minori, e perchè anche sapeva l'antica divotione di quella Terra verso la sagra Spina, che nella Chiesa dei suddetti Padri di S. Francesco si riverisce e s'addora; sententiò per tanto, per maggior quiete delle parti, che si precedessero li detti Padri alternativamente un'anno per ciascheduna parte; e così fu terminata la lite. Habbiamo nella Chiesa di questo Monistero un'Ostia miracolosa, della quale ci riserbiamo a favellare sotto l'anno del 1273, in cui successe il Miracolo; e sotto quello altresì del 1280 in cui fu in quello trasportata da Lanciano, la detta S. Reliquia.

14 - Convincesi per la stessa ragione essere altresì più antico di quest'anno il Convento di S. Agostino di Camerino, perochè appunto precede a quello de suddetti Padri Francescani più antico di quest'anno, in cui Papa Innocenzo IV li concesse alcune gratie, contenute in una Bolla, che conservano nel loro Archivio: tanto attesta il Vadingo all'anno 1399, num. 44 nel Tomo 4. Dal nostro Monistero poi ne sono usciti in varj tempi molti Huomini insigni et illustri, fra quali vi sono stati tre Vescovi et il Ven. Servo di Dio F. Simone fondatore della Congregatione di Monte Ortone, et altri ancora, de' quali andremo di tempo facendo honorata memoria.

15 - Evvi pure chi stima che in questo tempo istesso vedesse il suo primo principio il Convento di Friburgo nella Germania, non quello situato nella Briscovia, ma quello che gl'Historici chiamano Autenticorum. Il Fondatore, per quanto scrive l'Errera nel Tomo primo dell'Alfabeto, fu Bertoldo IV figliuolo di Corrado Duca di Zeringia; Francesco Guillimani però nella sua Storia de' Svizzeri stampata l'anno 1598 doppo haver scritto e notato che il Monistero dei Padri Minori fu fondato l'anno 1237 soggiunge poi, che non molto doppo li Valgensi, nobili anch'essi e potenti Cittadini di quella Patria, fondarono in un'angolo della Valle Augia il Monistero de' Frati Agostiniani. E nella margine nota, che ciò fu fatto nell'anno presente del 1245 ecco le di lui parole: Nec multo post (cioè doppo la Fondatione del Convento dei Francescani) Velgenses et ipsi nobiles, et potentes Urbis Cives, Monasterium D. Augustini Regulam Professis in Vallis Augia angulo fabricavere. La nota poi della margine dice: Item Augustinianorum A. D. N. MCCXLV.

16 - Durò poi questo Convento per lunghissima serie d'anni nell'Ordine nostro, e produce ancora molti Huomini Illustri; ma finalmente poi intorno a gli Anni di Christo 1551, havendo la detta Città bevuto il Diabolico veleno dell'Eresia dell'empio Lutero, scacciati furiosamente i Religiosi fuori di quello, convertì ben tosto la Casa di Dio e dei suoi Servi, in un'horrida Spelonca di Scelerati Ladroni. In quel tempo ne tornaremo a dire alcuna altra cosa.

17 - Hebbe altresì la Religione, prima di questo tempo un Monistero di Suore nella Diocesi di Pamplona, Metropoli del Regno di Navarra, che Chiamavasi della Cella, nel quale fino a quest'anno perseverarono a vivere le dette Religiose; ma essendosi poi partiti li Padri Francescani, che stavano nel Monistero di S. Pietro de Ripis nella stessa Città, per passare, come fecero in un altro luogo per essi loro più commodo, fuori della Porta di S. Lorenzo, come costa dalla licenza, che ebbero di poter ciò fare dal Papa in quest'anno per mezzo d'una Bolla, che comincia Patria Caelestis, etc. registrata dal Vadingo nel Regesto delle Bolle del primo Tomo a car. 82. Il Vescovo della Città subito concesse il detto luogo di S. Pietro de Ripis, abbandonato da' detti Padri Francescani, alla Priora et alle Suore del mentovato Convento della Cella dell'Ordine di S. Agostino; e tutto ciò costa da un'altra Bolla dello stesso Papa Innocenzo IV data in Lione a' 28 d'ottobre l'anno del 1250, nella qual dice: Che havendo dato il Vescovo suddetto il citato Monistero di S. Pietro, dopo la partenza de' Francescani, alle dette Suore, la quale concessione haveva egli altresì confirmata; esse Suore non volevano restituire alli mentovati Padri Francescani le robbe loro, che erano rimaste con allegare, che ogni cosa insieme col Monistero, gli era stato donato dal Vescovo, e confirmato anche dal Papa; hor questi si dichiara nell'accennata Bolla, che non intende, che le dette suore, in virtù della Donatione del Vescovo e della sua conferma, habbino, o possedino, fuori che le cose che erano nella detta Chiesa e Convento avanti all'ingresso de' Padri Minori in quello, e l'altre acquistate, o fatte da essi, mentre in quello dimoravano, vuole e comanda, che a quelli dalle dette Suore siano restituite. La Bolla fu diretta al Ministro et a' Frati Minori di Pamplona; e perchè in essa si dà quasi un'intiera cognitione delle dette Suore e del loro antico e nuovo Domicilio, perciò e farà bene, che quivi ne diamo la copia, la quale, è la seguente, come appunto la registra il detto Vadingo a car. 15 nell'Appendice al Regesto del Tomo primo, nel fondo però del Tomo quarto: Innocentius Episcopus Servus Servorum Dei Ministro et Fratribus Minoribus Pampiloniensibus.

18 - Cum Ecclesiam S. Petri de Ripis Pampilonensis, et alia Bona, que in ipso loco sunt, in quo vos longo tempore permansistis, Ven. Frater N. Pampilonen. Episcopus, Capituli sui accedente consensu, Dilectis in Christo Filiabus, Priorissa et Sororibus, quondam in loco qui dicitur Cella, morantibus eiusdem Dioecesis, Ordinis S. Augustini, contulisse dicatur, ac tandem Priorissa et Sorores ipsae a nobis collationem ipsam obtinuerint confirmari. Nos volentes, quod per huismodi collationem, seu nostram confirmationem, vobis nullatenus derogetur, praecibus vestrae devotionis inducti, taliter deffinimus ut confirmatio seu collatio huismodi ad illa tantum bona intelligantur extendi, quae in praefato loco S. Petri, antequam habitaretis ibidem, ad ipsum Episcopum, vel Pampilonensem Ecclesiam, pertinebant, tenore praesentium statuentes, ut reliquia omnia Bona, quae in praedicto loco vobis olim, vel Ordini vestro concessa, seu quocumque modo in usum vestrum translata fuerunt, quae Priorissa et Sorores memoratae, in praeiuditium vestrum detinent occupata, restituantur vobis integre, confirmatione huismodi non obstante. Nulli ergo omnino Hominum liceat, etc. Datum Lugduni, 4 Kal. November., Anno octavo.

19 - Da questa Bolla, come si cava con evidenza, che le dette Suore, prima della partenza de' Frati di S. Francesco (la quale successe in quest'anno, come habbiamo detto di sopra, convincersi con un'altra Bolla dello stesso Innocenzo data parimente in questo medesim'anno) dal Convento di S. Pietro de Ripis, havendo menata la loro Religiosa vita per lungo tempo, nel Monistero più volte mentovato della Cella; così resta chiaro e certo, che elleno erano dell'Ordine nostro Agostiniano; si perché chiamansi assolutamente dal Papa Ordinis S. Augustini, titolo che di noi antonomasticamente s'intende; e sì ancora, perché la Superiora si chiama col nome di Priora, e la religiose col nome, non di Canonichesse, ma di Suore. Di questo Convento non ne fa mentione il P. Errera nell'Alfabeto, laonde io sospetto, che forse in tempo ignoto sia stato suppresso.

20 - Mi giova altresì di notare nel fine un Privilegio, che concesse in quest'anno al Generale et a' Provinciali dell'Ordine de' Minori, che fu di poter cocedere licenza, così alli Frati incorrigibili, li quali erano stati scacciati dall'Ordine loro, come anche a' quelli, che scandalosamente n'erano usciti da se stessi, di poter passare ad altri Ordini, fuori che però a quello di S. Agostino et a tutti gli Ordini Cavallereschi: e ciò fu forse (per quanto al nostro Ordine spetta) perché doveva haver prohibito il transito di qual si sia Religioso di questi due Ordini, Francescano et Agostiniano, dall'uno all'altro, et è contra. La Bolla poi per quanto tocca il nostro punto è la seguente, et è prodotta dal Padre Vadingo nel Regesto del Tomo primo a car. 72: Innocentius Episcopus Servus Servorum Dei. Dilectis filijs Gener. et Provinc. Ministris Ord. Fratrum Minorum Salutem etc.

21- Paci et tranquillitati vestrae paterna volentes in posterum sollicitudine providere, ut eiectis de vestro Ordine vel egressis, qui receptione in eodem Ordine, suis exigentibus culpis, reddiderint se indignos, transeundi ad alios Ordines approbatos, praeterquam ad B. Augustini, Templariorum, Hospitalorium et aliorum arma portantium; ad vitandam, etc. auctoritate nostra licentiam dare possitis; plenam vobis de Fratrum nostrum consilio concedimus auctoritate praesentium facultatem, districtius inhibentes, etc. Nulli ergo omnino etc. Datum Lugduni 17 Kal. Sept. Pont. nostri Anno 3.